Le proposte del PD alessandrino sul riordino delle province piemontesi, in particolare di quelle della nostra area territoriale, sono chiare.
Noi sosteniamo un progetto di netta semplificazione, che prevede l’istituzione di quattro enti di “quadrante”: 1) l’Area Metropolitana, coincidente con l’attuale Provincia di Torino; 2) la Provincia di Cuneo; 3) una nuova Provincia che unisca le attuali di Alessandria e Asti, con capoluogo naturale in Alessandria; 4) una nuova Provincia che raggruppi le attuali di Vercelli, Novara, Biella e Verbania, con capoluogo naturale in Novara.
Un sistema molto semplificato, con soli quattro enti di area vasta, dotati di maggior peso e autorevolezza nei confronti di Regione e Governo, a condizione di essere dotati della necessaria autonomia istituzionale e finanziaria e dell’imprescindibile legittimazione democratica.
Per questa ragione, chiediamo al Governo di correggere le molte lacune presenti nel suo disegno di riforma: attribuendo alle nuove Province competenze certe, le risorse necessarie per esercitarle e una legge elettorale in grado di accreditarle verso i cittadini.
In tutto questo, la bagarre che da diverse parti politiche e in molti luoghi si sta alimentando intorno alla possibile configurazione territoriale delle nuove Province, rischia solo di generare confusione e di far perdere di vista gli obiettivi principali sopra esposti.
In questo quadro, l’iniziativa di taluni esponenti astigiani, che cercano di screditare la nostra realtà istituzionale solo per proporre soluzioni volte a tutelare il ruolo di Asti capoluogo, rischia alla fine di volgersi in danno soprattutto per quel territorio.
Vedremo come finirà, ma gli indirizzi del Governo sono in tal senso piuttosto precisi: nel contesto del riordino, è assai difficile, se non del tutto improbabile, che le attuali compagini provinciali possano essere scorporate.
Ed è invece del tutto plausibile, che le nuove Province scaturiscano dall’accorpamento delle attuali, prese nella loro interezza. Meglio sarebbe, invece, che si cominciasse a ragionare su come riorganizzare il sistema dei servizi, in modo che la perdita dei “galloni” di capoluogo non determini per una città, e per il suo territorio di riferimento, una perdita secca di peso e valore.
Noi del PD alessandrino su questo punto siamo pronti e disponibili. Fortunatamente, sappiamo esserlo anche diversi esponenti politici e istituzionali astigiani.
Auspichiamo, perciò, che prevalga il buon senso e venga messo da parte il “fondamentalismo campanilista” che in questi giorni si sta scatenando. E che rischia di portare Asti a farsi del male da sola.
Come ha detto il Presidente Filippi, noi non siamo una Provincia soppressa e non abbiamo mire annessionistiche. Vorremmo, realisticamente, cominciare a ragionare con gli astigiani dell’interesse comune, che dovremo condividere nella nuova Provincia.
Domenico Ravetti
Responsabile Enti Locali PD
Daniele Borioli
Segretario Provinciale PD