“Tra i Paesi comunitari l’Italia è uno di quelli che ha puntato maggiormente sulle misure di prevenzione del rischio attraverso l’assicurazione agevolata dei prodotti agricoli; uno strumento in cui Confagricoltura crede fortemente e di cui ha sempre sollecitato la diffusione. D’altronde le risorse disponibili – provenienti da Bruxelles – sono interessanti (1.600.000 euro per sei anni, dal 2015 al 2020, messi a disposizione nel piano di sviluppo rurale nazionale). Gli agricoltori però si stanno disaffezionando dallo strumento assicurativo, laddove invece l’obiettivo era quello di far crescere i contratti, con il rischio anche di perdere risorse comunitarie preziose che rischiano di tornare a Bruxelles”. Lo ha posto in evidenza il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello, riprendendo quanto detto nel corso della conferenza stampa indetta a Roma dall’Organizzazione degli imprenditori agricoli sul tema assicurativo.
“Non si è riusciti a creare un modello assicurativo che sia agevolmente fruibile – ha osservato Luca Brondelli – Burocrazia, errori gestionali e procedure informatiche ancora non definite per la compilazione dei piani assicurativi individuali (Pai), ritardano l’erogazione dei contributi comunitari. E così ci troviamo che si è aperta la nuova campagna assicurativa 2017 per le produzioni agricole mentre si sta ancora provvedendo ai primi pagamenti alle aziende delle assicurazioni agevolate agricole che si riferiscono alle domande del 2015. In questo modo si mette in crisi pure il sistema dei consorzi di difesa (che anticipano i premi dei produttori)”.
“C’è poi – ha aggiunto – il problema del sistema di regole per calcolare le rese medie che non permettono alle imprese di attuare polizze con valori assicurati adeguati alle loro esigenze. Le imprese spesso sono costrette a stipulare contratti assicurativi con valori troppo bassi rispetto alle loro potenzialità produttive; e così le polizze finiscono per perdere di interesse per i contraenti”.
Confagricoltura ha snocciolato i dati: in due anni si è perso il valore assicurato del 17% (-6% nel 2015, -11,3% nel 2016). Se si entra nel dettaglio dei settori, si scopre che il valore assicurato delle produzioni vegetali è sceso del 26%, con una perdita di 851 milioni di euro che ha riguardato soprattutto il Meridione, che già presentava una scarsa diffusione di polizze.
“Le nostre priorità – ha concluso il presidente di Confagricoltura provinciale – sono: una riconsiderazione delle procedure del Pai, con l’obiettivo di una reale semplificazione e snellimento del processo; una ridefinizione del sistema del calcolo delle rese medie produttive delle imprese per arrivare ad una certa flessibilità ed eventualmente alla possibilità dell’applicazione di meccanismi basati su indici per aree produttive”.