Prima alcune considerazioni
Vi assicuro che fa una certa impressione, oltre che essere motivo di orgoglio, andare a ripercorrere la storia dei nostri cari viali alessandrini e scoprire che…. la risistemazione dei tigli e degli altri alberi attualmente in Viale Milite Ignoto fu una proposta (accolta) del gruppo Verde di allora (insieme a quello della Rifondazione Comunista) nell’ormai lontano 1995. Quella tessitura a “nido d’ape” che, come ha correttamente ricordato l’onorevole Penna, “fa respirare gli alberi” e permette un loro migliore sviluppo. E una…
Ancor più motivo di orgoglio è vedere che – sempre il lavoro di allora (prima con il consigliere Libener e poi con il consigliere Nicola Parodi) – portò ad una serie di “ostacoli” che, alla lunga, hanno avuto successo. Faccio riferimento, in questo caso, all’affossamento del terribile piano di distruzione di Viale XX Settembre che, con la scusa della debolezza dei “bagolari”, avrebbe portato ad una completa trasformazione del “colpo d’occhio” spettacolare che – comunque- ancora oggi abbiamo. E che è determinato soprattutto dalle ombrose e fitte chiome delle “Celtis australis”. Fummo noi (i nostri dimenticati gruppi consiliari di ormai più di venti anni fa) a ricordare, prima al Sindaco leghista Calvo, poi al Presidente del Consiglio Mazzoni e al Sindaco Fabbio, che quelle piante potevano raggiungere, in condizioni favorevoli, anche 400 anni e che sarebbe stato un sacrilegio tagliarle solo perché si è voluto eccedere nell’asfalto in uno dei tanti interventi che hanno visto come “ cavia” la nostra bistrattata città. E due… (anche se con il rammarico di vedere ampi spazi vuoti tra un albero e l’altro nel suddetto viale… ma chissà… col tempo qualcuno provvederà).
Ora – riprendendo l’argomento – leggiamo, in bell’italiano, che “ È stata illustrata mercoledì mattina nella conferenza stampa al Palazzo Comunale di Alessandria la Mozione sottoscritta dai Consiglieri Comunali Renzo Penna (Presidente Commissione Consiliare “Cultura e Istruzione”) e Barbara Bovone (Commissione Consiliare “Sicurezza e Ambiente”) presentata formalmente lo scorso 30 settembre 2016 (e previsto in discussione e approvazione per il dicembre dello stesso anno) , corredata di documentazione fotografica e avente quale oggetto: «Diagnosi delle cause che determinano la caducità delle piante di viali e piazze, delle alberature stradali e degli alberi collocati in aree pavimentate della città di Alessandria. Conseguente definizione di “Linee guida per la progettazione e la realizzazione delle aree verdi pubbliche” atte a prevenire tali fenomeni, a migliorare la qualità dell’aria e a mitigare le “‘isole di calore”».” Bene. Era ora. Adesso al più presto passiamo in Commissione, chiariamo il costo degli eventuali incarichi e… bando agli indugi.
Peccato che il freddo estensore del comunicato abbia un pochettino inventato di suo… (I giornalisti erano quattro – proprio quattro – in tutto, pareggiando funzionari e politici che dall’altra parte del tavolo discettavano sull’argomento: “L’incontro con i giornalisti — alla presenza anche di Daniele Coloris, Presidente della Commissione Consiliare “Sicurezza e Ambiente” — è stato occasione per ampliare il ragionamento sul percorso di attenzione che l’Amministrazione Comunale ha espresso in questi ultimi anni per la valorizzazione delle aree verdi pubbliche e per il potenziamento di una complessiva “cultura del verde” in Città.” (Magari fosse stato occasione per “ampliare il ragionamento”… Ci si è limitati a registrare la comunicazione… e via. Sulla “cultura del verde” in Città, poi, speriamo che se ne discuta ampiamente a breve in Commissione.)
“A questo riguardo, si è richiamato l’iter — giunto in Commissione “Sicurezza e Ambiente” ormai nelle fasi conclusive — relativo all’imminente approvazione, prima del termine dell’attuale Consigliatura, del Regolamento Comunale del Verde Urbano: uno strumento normativo che, varato dal Consiglio Comunale, fisserà per la prima volta in modo dettagliato importanti regole per la salvaguardia e l’implementazione del “verde” pubblico in Alessandria, sia sul fronte degli interventi spettanti all’Ente Locale, che su quello degli interventi a carico dei Privati.” (Sappiamo che sul testo del Regolamento ‘in dirittura d’arrivo’ ci sono discordanze con richieste di chiarimenti riguardanti l’uso dei fitofarmaci e le modalità di ripiantumazione, oltre che riguardo la definizione delle competenze tra “volontariato” e struttura pubblica. Ma, a quanto pare, i due presentatori del testo sono sicuri del fatto loro.)
“Il testo della Mozione presentata da Renzo Penna e Barbara Bovone — mozione che sarà discussa con molta probabilità durante la prossima seduta del Consiglio Comunale di Alessandria — è il seguente:
Premesso che:
la legge n.10 del 14 gennaio 2013, oltre a definire con maggiore cogenza l’obbligo per i Comuni con oltre 15 mila abitanti di porre a dimora un albero per ogni nato, considera l’incremento del patrimonio arboreo e degli spazi verdi urbani atto a: “favorire l’assorbimento delle polveri sottili e a ridurre l’effetto delle ‘isole di calore’ estive”; (si tratta di una legge nazionale che doveva essere applicata prima e che trova, ancora una volta, l’Amministrazione comunale vigente, in ritardo);
i più recenti studi di ecologia urbana dimostrano che una rete di elementi naturali è in grado, diminuendo i fattori di inquinamento, di migliorare sensibilmente la ‘qualità della vita’ in città. Tra questi elementi l’albero è il più importante essendo un fattore fondamentale per il miglioramento del clima; rappresenta un polmone verde che, specie nelle zone densamente abitate, purifica l’aria, costituisce uno schermo antirumore e, in estate, contribuisce ad abbassare in modo significativo le temperature; (affermazione lapalissiana che meriterebbe migliori conseguenze);
una delle funzioni di maggiore rilevanza delle alberature stradali e delle zone verdi urbane riguarda la regolazione del microclima nelle immediate vicinanze delle realtà alberate, per effetto dell’intercettazione della radiazione solare (ombreggiamento) e del processo di evapotraspirazione (la trasformazione dell’acqua in vapore); (“Lapalissiana” al pari di quella sopra);
per mitigare l’impatto degli inquinanti gassosi e delle polveri presenti nell’aria dei centri urbani risultano particolarmente efficaci determinate specie arboree maggiormente idonee a tale funzione e che dovrebbero – secondo gli indirizzi dell’Istituto di Biometeorologia Ibimet del CNR – essere utilizzate in percentuale non inferiore al 50%; (Bene. Buono a sapersi… e con quali provvedimenti pratici?)
la città di Alessandria è, in Piemonte, il capoluogo che, in estate, registra le temperature più elevate della regione, mentre nei mesi invernali è tra le prime nel superare, per numero di giorni e media giornaliera, i limiti di legge previsti per le polvere sottili (PM 10 e 2,5); (ancora monsieur de Lapalice all’opera…) ;
nelle classifiche che valutano la disponibilità di verde per il singolo cittadino la città di Alessandria si trova agli ultimi posti nella regione Piemonte, con solo otto metri quadrati di verde per abitante; (ecco… su questo punto vorremmo non ci fosse solo “accettazione supina” del dato ma una qualche forma di reazione…Chi non ha provveduto per tempo ad invertire la situazione? Vogliamo provare a cercare qualche colpevole?);
il presentatore della mozione sui temi della carenza del verde e degli alberi, della caducità delle piante presenti nei viali, nelle piazze, lungo le strade e nelle aree destinate a parcheggio della città di Alessandria, così come sulla mancata sostituzione degli alberi e la cura, tutela e sviluppo del verde pubblico, ha presentato un numero significativo di interpellanze: 18 febbraio 2014, 24 febbraio 2014, 7 aprile 2014, 26 maggio 2015, 3 agosto 2015, 6 ottobre 2015, 18 aprile 2016, 4 luglio 2016; (noi Verdi – e poi insieme a Rifondazione Comunista – ne abbiamo totalizzate altrettante ma… in questa nostra Alerssandria… le interpellanze se ne vanno … come le foglie…; … aahh… i bei tempi andati…)
nei primi decenni del secolo scorso la città di Alessandria è stata dotata di un cospicuo numero di viali alberati posti a corona, in particolare, del centro urbano e che, in diversi punti, lo attraversano; (vero…verissimo…ed aggiungerei… peccato non averli costruiti al di là (o al di qua) della cinta muraria seicentesca, mantenendo la stessa e restaurandola il meglio possibile… ma sarebbe un discorso lungo che ci porterebbe ai ponti più volti distrutti senza particolari motivi e alle molte chiese – tra il vecchio Duomo – condannate a morte senza pietà)
lo sviluppo urbanistico della città, almeno dai primi anni novanta ad oggi, non ha posto tra le priorità il tema dell’ecologia urbana, del verde, dei parchi e ha persino trascurato il patrimonio dei giardini e dei viali alberati di cui era stata dotata; (ma guarda… qualcuno se ne è accorto… Meglio tardi che mai…);
lo stato attuale dei viali risulta differenziato, ma alcuni, come il viale di Corso XX Settembre (in fase di manutenzione e rifacimento) e i viali di Corso T. Borsalino e di Spalto Gamondio, presentano una percentuale preoccupante di alberi caduti, mancanti e non sostituiti. In particola n. 66 mancanti su 172 in Corso XX Settembre (46%), n.116 su 314 in Corso T. Borsalino (37%) e n. 31 su 182 in Spalto Gamondio (17%); (questi dati erano poco differenti cinque anni fa…come mai così tanto ritardo?);
In Corso T. Borsalino e Spalto Gamondio si può rilevare anche la mancanza consecutiva, per tre volte, di quattro alberi, una di cinque alberi e di fronte al retro della caserma Valfrè, l’assenza continua di ben dieci alberi; (finalmente qualcuno se ne è accorto…);
risulta intermedia la condizione dei Viali Don Orione – San G. Bosco e Spalto Marengo, sino all’intersezione con la rotonda di via Mazzini, con, rispettivamente, 15 alberi mancanti su 120 (12,5%) e 15 su 182 (8,2%);
si presenta migliore la situazione di viale Massobrio (7 alberi mancanti su 160 con una percentuale di alberi caduti pari a 4,3%), di Spalto Marengo nel tratto finale (8 mancanti su 150 e 5,6%), Viale Milite Ignoto (12 mancanti su 318 e 3,8%), viale F. Cavallotti (nessuno mancante tra i 48 alberi presenti) e via San G. Bosco (4 mancanti su 89 e 4,5%);
ad una prima osservazione la superficie dei viali che registrano i più alti numeri di alberi abbattuti e mancanti è stata, nel corso degli anni, ricoperta di asfalto senza lasciare alcuno spazio libero alla base delle alberature. All’opposto nelle situazioni con minori alberi mancanti è stato previsto un adeguato spazio libero, non pavimentato, di terreno permeabile che ha permesso un regolare sviluppo del sistema radicale delle piante; (Bene. Ancora una volta… meglio tardi che mai…);
per quanto riguarda, in generale, gli alberi collocati ai lati delle strade o in aree pavimentate adibite a parcheggio sono stati, nel corso degli anni, messi prevalentemente a dimora in spazi inadeguati, all’interno di anelli di cemento o di ferro aventi un diametro sovente inferiore ai 100 cm, senza particolari differenze per piante di diversa grandezza e differente sviluppo; (anche questi aspetti furono segnalati in vari modi già negli anni Novanta… risultati? …zero;)
tali spazi si sono dimostrati del tutto insufficienti, hanno limitato e costretto la crescita degli alberi, favorendone in diversi casi la caduta come, ad esempio, in via Galimberti e corso C. Marx, dove 15 delle 56 piante iniziali risultano mancanti; (idem…come sopra…);
risulta esemplare, in negativo, lo stato degli alberi messi a dimora in via Einaudi nell’area industriale D4 Scalo: delle 78 piante iniziali 30 sono mancanti e delle rimanenti almeno un terzo presenta segni evidenti di sofferenza (foto n.6); (siccome si tratta di piantumazioni recenti… una bella inchiesta su chi ha svolto i lavori e su chi li ha licenziati…no?)
un esempio analogamente poco riuscito di alberi collocati in aree adibite a parcheggio con un utilizzo di spazi angusti, risulta quello a servizio dell’ipermercato Bennet in zona Astuti, dove, delle 69 piante inizialmente previste dal progetto, 33 sono morte e non sono state sostituite, mentre almeno 15 delle rimanenti presenta segni di sofferenza. (E’ un piacere verificare che quanto valutato “in generale” abbia trovato conferme “oggettive”… ora attendiamo provvedimenti adeguati…)
Ed eccoci subito accontentati…”Tutto ciò premesso:
il Consiglio Comunale di Alessandria impegna il Sindaco e la Giunta ad adottare, entro la prima decade di dicembre 2016, un atto di indirizzo avente come finalità di:
realizzare una “diagnosi” volta ad accertare le cause della malattia e della conseguente caducità delle alberature dei viali, di quelle stradali e degli alberi posti in aree pavimentate;
ricercare le migliori modalità atte a consentire e avviare la sostituzione nei viali degli alberi caduti ad iniziare da quelli di Corso T. Borsalino;
definire le “Linee guida per la progettazione e la realizzazione delle aree verdi pubbliche”;
avvalersi sia per la “diagnosi” e la “ricerca” che per le “Linee guida” delle competenze della Facoltà di Biologia della sede alessandrina dell’Università del Piemonte Orientale.
Sostanzialmente…uno studio e poco più
Preoccupano però le parole dei consiglieri che riportiamo per esteso: “Con l’approvazione della Legge 10/2013 — ha dichiarato il Presidente Renzo Penna — abbiamo avuto un’ulteriore e formale conferma anche di un aspetto che interessa particolarmente Città come Alessandria, poste nella Pianura Padana e coinvolte nelle problematiche tipiche dell’inquinamento atmosferico».
«Se dunque — ha continuato Penna — l’incremento del patrimonio arboreo e degli spazi verdi urbani, come afferma la Legge, favorisce l’assorbimento delle polveri sottili e riduce l’effetto delle “isole di calore” estive, le azioni che tramite la Mozione e, a maggior ragione, l’imminente varo del Regolamento Comunale sul Verde Urbano intendiamo intraprendere costituiscono un concreto “salto di qualità” nella valorizzazione del nostro verde cittadino, a partire dagli interventi pensati per il viale di Corso Teresio Borsalino, per allargarsi prospettivamente a una tutela complessiva di tutti gli spazi verdi di Alessandria”. Tutto qui?
Ma…continuiamo la lettura: “La ragione alla base di questa Mozione — per la Consigliera Comunale Barbara Bovone — sta innanzitutto nel ritenere strategico anteporre a qualsiasi intervento di tutela degli alberi nei Viali cittadini un’approfondita analisi sui motivi che hanno condotto, in alcuni casi in modo davvero preoccupante, all’ammaloramento delle piante».
«Per questo — ha concluso l’arch. Barbara Bovone — consideriamo importante proporre la sinergia con la sede alessandrina dell’Università del Piemonte Orientale e il proprio Dipartimento DISIT (corso di laurea in Scienze Biologiche e diretto coinvolgimento della prof.ssa Graziella Berta) nonché con gli altri Istituti Universitari di Ricerca piemontesi ad essa correlati. Al contempo, siamo convinti che la valenza dei nostri Viali cittadini non sia soltanto di carattere ambientale, ma anche estetico e sociale. Da qui l’impegno a valorizzare il Verde Pubblico perché diventi sempre più attrattivo e confermi l’equazione in base alla quale più ci sono aree verdi in una Città, maggiore è la qualità della vita in essa”.
I consiglieri, a breve, non mancheranno di relazionare in Commissione rispetto ai costi degli incarichi esterni, ai dettagli riguardanti gli incarichi stessi e alle intenzioni dell’Amministrazione in merito alla “rivalsa” – a termini di legge -nei confronti delle ditte che hanno svolto in modo approssimativo il loro lavoro e di chi, pur avendone precisa responsabilità, ha omesso di controllare e verificare qualità e valore del lavoro svolto. Le “magagne” non vengono per caso… Se si vuole un responsabile lo si riesce sempre ad identificare… Si chiama “principio di legalità” per chi l’avesse dimenticato.