La cortina di silenzio che circonda l’operato della nostra Magistratura quando agisce sui minori, è stata più volte rimproverata all’Italia dall’UE.
Sul caso dei “genitori-nonni“ di Mirabello, l’etichetta disgustosa, creata dai giornali nel 2010, fingendo di essere neutrale, in realtà è una prefigurazione di giudizio, per indirizzare l’opinione pubblica.
Riassumo in breve la vicenda, riferendomi al mio articolo del 31/7/16 “Corte di Cassazione: la nuova sentenza per Revocazione”.
– Il 28/8/10 una vicina di casa, in lite coi genitori, telefona ai carabinieri per avvertirli che dentro l’auto parcheggiata nel proprio cortile e due metri dell’ingresso c’è una neonata che piange. Il padre, poiché la neonata dormiva, era stato assente dai 4 ai 7 minuti per scaldarle il biberon.
– La bimba, di 35 giorni, viene tolta ai genitori, e affidata a una casa- famiglia.
– Il tribunale dei minori di Torino, dopo un anno, decreta l’adottabilità della bimba, perché lasciata dai genitori in stato di abbandono.
– La corte d’Appello di Torino, dopo un altro anno, conferma l’adottabilità, che è irreversibile, e con crudeltà disumana, vieta ai genitori di vedere la bambina, come era fin’allora accaduto, 2 volte la settimana in presenza di un’assistente sociale, Da allora non l’hanno più vista, né saputo dove fosse finita.
– Il 13/6/13 il Tribunale di Casale assolve i genitori, con formula piena, per non aver commesso il reato di abbandono.
– L’8/11/13 la Corte di Cassazione, presieduta dall’83 enne Corrado Carnevale, il giudice più discusso d’Italia per aver annullato 500 condanne a mafiosi, Banda della Magliana, Brigate Rosse, sospeso per 6 anni dai ministri Martelli e poi Martinazzoli, reintegrato dal Lodo Berlusconi, passato dal più prestigioso penale al civile, per evitare altri guai, emette la sentenza definitiva di adottabilità.
– La stessa Corte di Cassazione 2, il 3/6/16 pronuncia una sentenza di Revocabilità (evento rarissimo che la Cassazione dia torto a se stessa) perché la sentenza precedente non aveva tenuto conto del giudizio del Tribunale di Casale di assoluzione sull’evento che aveva provocato l’iter giudiziario, e denunciando con forza il pregiudizio sull’età dei genitori, sottolineando che in Italia nessuna legge pone limiti anagrafici per chi intenda procreare (infatti i vip anziani lo fanno a qualsiasi età e vanno pure in TV a vantarsi), ordinando il rinvio al Tribunale di Torino per una nuova sentenza che tenga conto di quanto da essa affermato , per cui l’adottabilità è una misura estrema da attuare solo in caso di genitori indegni.
Finalmente si celebra il processo d’Appello bis, nel dicembre 2016 con un’altra Corte giudicante: Il tutore della bimba, che adesso ha 7 anni, durante i quali è stata sballottata tra case-famiglia e famiglie affidatarie, sostiene che essendo passati 4 anni, senza che abbia potuto incontrali, la bimba non potrà essere restituita ai genitori naturali, mentre il P.M. stesso chiede di restituirla, ovviamente con una procedura graduale assistita, che i coniugi di Mirabello hanno subito accettato.
L’incredibile sentenza, contraddicendo la sentenza di Revocazione della Cassazione, conferma l’adottabilità, si presume da parte della famiglia che l’ha in affido da qualche mese. Qualcuno sospetta un complotto inconfessabile: in effetti visto l’atteggiamento persecutorio, di cui sono state vittime innocenti i genitori legittimi, potrebbe anche aver ragione.
I giudici sono permalosi; proprio a Torino pochi giorni fa sono arrivati gli ispettori del Ministero per chiarire la vicenda della bambina di 12 anni stuprata, per il cui processo, elementare, non sono bastati 20 anni ed è quindi caduto in prescrizione. Ma c’è qualcuno che paga per questi errori marchiani?
Ribadisco che una vicenda così può capitare a tutti: non lasciate i vostri figli soli in macchina nemmeno per pagare il ticket del parcheggio; potrebbero portarveli via e non saprete mai che fine abbiano fatto: non gli zingari, la Magistratura, la stessa che in altre città decreta l’adozione a coppie gay, a single ecc.
Sta salendo un coro di indignazione, ma alcuni giudici di Torino sono inossidabili e pervicaci, nelle loro certezze.
Elvio Bombonato