al Prefetto di Alessandria
e p.c.
al Presidente della Provincia di Alessandria
al Sindaco di Alessandria
agli organi di informazione
Egregio Prefetto, Le scrivo a nome delle decine di soci dell’associazione che rappresento e delle centinaia di cittadini interessati, per portarLa a conoscenza di un grave disagio che da anni siamo costretti a subire: quello della pesante compromissione della sicurezza che si è venuto a creare per il transito dei ciclisti sul ponte Bormida, dopo gli interventi di raddoppio delle corsie automobilistiche della ex SS.10 per Spinetta.
Prima di entrare nel merito del mio appello mi preme sottolineare come tale questione sia stata nel corso degli ultimi 6 anni più volte posta alle istituzioni competenti (Provincia e Comune) con petizioni, lettere pubbliche, manifestazioni specifiche, senza però che mai i rappresentanti di tali istituzioni si siano degnati di rispondere, ma anzi abbiano reiterato un atteggiamento di totale indifferenza.
Il problema è serio in quanto avendo abolito la banchina i ciclisti rischiano seriamente di essere investiti, soprattutto quando alle loro spalle sopraggiungono a velocità sostenuta grandi camion che nel frattempo sono superati da altre automobili e che quindi non possono allargarsi per evitare il/i ciclista/i; non parliamo della situazione in caso di scarsa visibilità dovuta all’oscurità o alla nebbia. Eppure quel ponte è il passaggio obbligato per collegare il centro urbano di Alessandria con molti sobborghi, ed anche il passaggio di importanti itinerari cicloturistici locali (Museo di Marengo), nazionali (Circuiti delle Città d’arte della Pianura Padana) e internazionali (Eurovelo 8); e non reggono le risibili giustificazioni sulla mancanza di denaro, in quanto nel frattempo si sono continuate a inaugurare tangenziali e rotatorie, e in quanto esistono leggi specifiche che impongono di destinare parte degli introiti delle multe alla mobilità ciclistica; leggi a cui né Comune, né Provincia – anche in questo caso nonostante i reiterati appelli – hanno mai ottemperato.
A proposito di legalità elusa, ricordo anche che l’art. 10 della legge n. 366/98 recante “Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica”, ai commi 1 e 2, apportando modifiche agli artt. 13 e 14 del Codice della Strada, ha posto l’obbligo per gli Enti proprietari delle strade classificate come C, D, E, F ai sensi dell’art. 2 dello stesso CdS, vale a dire tutte le strade (extraurbane e urbane) ad eccezione delle autostrade, di realizzare infrastrutture ciclabili adiacenti nei casi di costruzione di nuove strade e di manutenzione straordinaria di strade esistenti. Ciò salvo comprovati problema di sicurezza.
Tali problemi non risultano codificati ma, anche per il fatto di dover essere comprovati, dovrebbero limitarsi a situazioni eccezionali (es. una strada in galleria o una strada di notevole pendenza). Tuttavia, in generale, dove riesce a passare una strada, può passare in sicurezza anche una strada con pista ciclabile adiacente.
Il Ministero delle Infrastrutture (già LLPP) – Ispettorato Generale per la Circolazione e la Sicurezza Stradale, ha a suo tempo chiarito che il termine “adiacente” può intendersi non solo nella sua accezione letterale ma anche nel senso che la pista o il percorso ciclabile, unendo estremi di tratti stradali oggetto di intervento, possono avere sviluppo in tutto o in parte anche disgiunto da quello della viabilità carrabile.
Tali interventi sono tanto più necessari quanto più la realizzazione delle opere viarie può interrompere, compromettere o deviare il transito ciclistico preesistente per esempio a causa della realizzazione di uno svincolo, dell’allargamento o realizzazione di strade per traffico veloce, pesanti e/o a quattro corsie. L’osservanza della norma include anche la realizzazione di sovrappassi, sottopassi e rotatorie.
Ci appelliamo quindi a Lei, nella sua veste di rappresentante dello Stato, affinché provveda a sollecitare le Istituzioni competenti ad assolvere il loro compito, affrontando il problema e ad accettando il confronto costruttivo con i cittadini, che da parte dei responsabili della cosa pubblica si aspetterebbero risposte alle loro legittime aspettative e maggiore rispetto dei diritti essenziali.
Grazie per l’attenzione; distinti saluti.
Claudio Pasero
gliamicidellebici
FIAB – FEDERAZIONE ITALIANA AMICI DELLA BICICLETTA onlus