“La relazione annuale del ministero della Salute sullo stato di attuazione della legge 194/78 individua il Piemonte come regione virtuosa per quanto riguarda il servizio territoriale reso dai consultori familiari in tema di interruzioni di gravidanza volontarie. Questo significa che, grazie all’attività dei consultori, le interruzioni volontarie di gravidanza nella nostra regione sono in calo. Per questo il gruppo del Partito democratico in Consiglio regionale ha depositato una mozione in cui si chiede il potenziamento dei consultori presso le Aziende Sanitarie attraverso un provvedimento amministrativo che dia piena ed effettiva attuazione alla 194″: così il capogruppo Pd Davide Gariglio e i consiglieri Nadia Conticelli e Domenico Ravetti dichiarano in merito alla mozione richiamata oggi in Aula.
Va peraltro rilevato, per evitare schizofrenie, che il PD governa il Piemone da tre anni: quindi la richiesta dei consiglieri è evidentemente rivolta…a se stessi!
“In Piemonte non sono stati rilevati problemi per l’accesso delle donne all’IVG, che si pratica in 33 strutture su tutto il territorio regionale, con tempi ridotti – spiega il capogruppo Gariglio – Il carico di lavoro per ginecologo non obiettore è di 1,7 IVG in media a settimana, a fronte di una media nazionale di 1,6. La situazione è buona, a parte il caso di una singola Asl, dove è stato rilevato il dato abnorme di 13,5 IVG a settimana per medico non obiettore. In situazioni come queste, che sono state riscontrate anche in altre regioni, è necessario intervenire perché il diritto della donna sia tutelato”.
Proseguono i consiglieri democratici:“Da qui la richiesta alla Giunta di prevedere misure che garantiscano il diritto di ricorrere all’IVG, come concorsi finalizzati al reclutamento di personale medico e specialistico non obiettore, oltre al ricorso alla mobilità interna già previsto dalla 194, in situazioni come quella segnalata dove vi sia una concentrazione sproporzionata di obiettori”.
“Abbiamo chiesto che i consultori adottino una modalità di raccolta dei dati e di monitoraggio delle loro attività uniforme su tutto il territorio regionale – spiegano Conticelli e Ravetti – e che entro un mese venga riferito in Commissione Sanità sull’organizzazione dei servizi e sulle attività svolte, per avere un quadro completo della situazione e intervenire per potenziarli dove necessario”.
Concludono: “La priorità deve essere quella di salvaguardare la fondamentale funzione di promozione della salute e socio-assistenziale dei consultori, in particolare per le donne e per le fasce più vulnerabili della popolazione”.