Si è svolto all’insegna del dialogo e del confronto costruttivo l’incontro tenutosi nella sede della direzione generale Asl Alessandria, con i rappresentanti sindacali di CGIL, CISL e UIL sui temi della sanità provinciale.
I temi affrontati sono quelli che stanno impegnando a tempo pieno l’amministrazione nell’attuazione delle direttive regionali di riordino e razionalizzazione delle reti ospedaliera e territoriale.
1 – L’ASL AL sta implementando una riorganizzazione che, in ambito territoriale, è caratterizzata dal passaggio da 7 a 4 Distretti. Sono stati individuati 4 referenti: il dr. Sasso, dr. Barresi, dr. Dazzi, dr. D’Angelo che collaborano con il dr. Stura che svolge funzione di coordinatore.
Sono state attivate, nel frattempo, le procedure per la copertura dei posti di Direttore di Distretto, procedure che hanno rilievo nazionale. Entro marzo sarà nominato il primo dei nuovi Direttori di Distretto.
2 – Le Case della Salute: su richiesta della Regione si va verso l’implementazione di 5 Case della Salute.
I progetti si basano sia su realtà organizzative e strutturali già esistenti, ma che richiedono di essere ancora completate, sia su ambiti che necessitano d’interventi consistenti.
Appartengono alla prima categoria le strutture di Castellazzo Bormida e Ovada in cui sarà potenziato il progetto Picasso, iniziativa che ha assunto rilevanza nazionale e che sarà presentato a Bologna il 3 marzo.
A Moncalvo è presente una struttura su cui si è già investito molto e che necessita, per il completamento, di un impegno supplementare.
I casi di Castelnuovo e Valenza sono differenti.
A Castelnuovo il sindaco è molto favorevole all’iniziativa ma i costi da sostenere sono assai elevati.
Per Valenza l’Azienda ha ricevuto direttive perché abbandoni l’ex Mauriziano che ha costi di gestione annuali di circa 500.000€, cui si aggiungono le spese di affitto, perciò si sta cercando una soluzione logistica adeguata.
La Casa della Salute è deputata, nelle attese dell’Amministrazione, a svolgere una funzione di filtro delle situazioni meno gravi per le quali i pazienti si rivolgono al Pronto Soccorso, oltre ad intercettare le cronicità presenti sul territorio offrendo risposte innovative (quali ad esempio, dove possibile, la presenza di un neurologo).
Ad Ovada risiede la parte più anziana di una popolazione, quella della provincia di Alessandria, a sua volta tra le più anziane del Piemonte, che esprime bisogni sanitari che la Casa della Salute può affrontare. Per Ovada l’ASL ha attivato la procedura per la nomina del primario della lungodegenza e d’altro canto sta riscontrando difficoltà a reclutare un Medico per un Pronto Soccorso che ha un numero di accessi troppo limitato.
La legge finanziaria di quest’anno prevede che ciascun Presidio abbia un equilibrio economico e, in particolare, che i costi non superino il valore della produzione per più del 7%. Ovada è il Presidio che, in Azienda, ha i conti migliori, grazie anche alla sua attrattività nei confronti di pazienti liguri.
Quanto ai professionisti che saranno presenti nella Casa della Salute, l’Azienda non ha ancora stipulato un’intesa con i rappresentanti dei Medici di Famiglia, ma ritiene che si debbano creare le condizioni perché siano presenti nelle strutture, oltre ad alcuni specialisti come il cardiologo o il neurologo.
Già adesso in realtà l’Azienda sta coinvolgendo i Medici di Medicina Generale nelle Case della Salute con modalità organizzative flessibili. Il loro apporto professionale può essere limitato ad alcune attività, ma può anche arrivare a una presenza a tempo pieno all’interno delle strutture. Il loro coinvolgimento è un obiettivo dell’Azienda, ma non pregiudica l’avvio delle attività della struttura.
La creazione di gruppi di lavoro composti da professionalità eterogenee (specialista, infermiere e assistente sociale) è in grado di soddisfare l’esigenza che la nuova struttura sostituisca, per specifiche esigenze, l’ospedale. Anche l’attenzione ad alcuni aspetti tecnologici potrebbe contribuire a ridurre l’accesso di pazienti in ospedale. E’ il caso di elettrocardiogrammi effettuati dall’infermiere in strutture territoriali con la trasmissione informatica del referto. . L’Azienda sosterrà una Medicina territoriale qualificata anche da un arricchimento tecnologico.
Il Piemonte, a differenza di altre Regioni, non ha dato direttive che prevedano nelle Case della Salute la presenza di medici di famiglia. Tale scelta lascia una certa discrezionalità alle Aziende ed ha una valenza anche positiva. Permette, infatti, di definire a livello locale la soluzione gestionale più adatta. I Medici di assistenza primaria hanno una capillarità unica, sono presenti in tutti i comuni e l’eventuale concentrazione in strutture potrebbe compromettere i vantaggi derivanti dall’organizzazione attuale.
E’ stato osservato che l’utenza che si rivolge al sindacato rappresenta alcuni disagi. Soluzioni come le Case della Salute e le Cure Domiciliari possono migliorare sensibilmente l’organizzazione della sanità, e possono renderla capace di rispondere ai bisogni che derivano dalle cronicità presenti in modo diffuso in una popolazione anziana.
Per l’Azienda è prioritario definire linee d’indirizzo che garantiscano omogeneità all’offerta sanitaria presente nelle diverse strutture.
Un primo passo verso lo svecchiamento dei sistemi informatici è stato compiuto condividendo il Responsabile dei Sistemi informativi con l’ASO AL, la dr.ssa Capra.
L’avvio del CUP regionale, inoltre, farà emergere notevoli criticità, una volta superate le quali, però, costituirà un passo decisivo verso una maggior efficienza e trasparenza. E’ importante che, innovando il sistema informatico, si giunga ad evitare che il paziente con un percorso diagnostico con più esami debba fare diverse code per le relative prenotazioni.
Le Case della Salute costituiscono una possibilità per creare una rete sanitaria vicina al paziente.
Per quanto riguarda i tempi di attuazione dei progetti strutturali delle Case della salute, è utile ricordare che, a seguito dei recenti eventi sismici, l’intero Piemonte è stato rivalutato in una classe di rischio superiore. Ciò ha comportato un aggravio dei tempi di progettazione cui si aggiungeranno i tempi tecnici necessari per le gare. Sul fronte del finanziamento sarà necessario appurare l’entità delle risorse messe a disposizione dalla Regione.
Entro l’anno, comunque, c’è l’intenzione di avviare due strutture, di cui una di particolare complessità. Nelle scelte aziendali la struttura di Valenza costituirà la principale priorità.
Un’ultima osservazione meritano i tempi di attesa delle prestazioni specialistiche, non sempre in linea con gli standard regionali.
Il dr. Gentili ha fatto osservare che avere in Azienda professionisti prestigiosi che attraggono molti pazienti origina, talvolta, delle difficoltà per un’organizzazione che non è tarata per soddisfare il fabbisogno di un bacino di utenza più ampio di quello provinciale.