L’unico a sentirne il bisogno sono certamente io.
Credo però che sia giusto concretizzare un periodo della propria vita in questo modo. Spettacoli e concerti rappresentano l’indispensabile, per quanto fugaci, poiché vivono nel solo momento e poi svaniscono ma restano indelebili nella propria mente e in quella di chi collabora e di chi fruisce. Pochi o tanti che siano.
La registrazione in studio è qualcosa che resta.
E dunque me la sono concessa.
Sotto la spinta di qualcuno che mi ha detto “devi farlo” e di una casa editrice che ha creduto al progetto.
“Alone” è un progetto realizzato da solo (alone appunto).
Lo considero un concept album che raccoglie 20 piccole parti di me, di ciò che mi trascino dietro (alone appunto) e delle mie composizioni.
Palesa due aspetti del mio fare musica: quello di chitarrista puro ancorato alla tradizione ma attento alla modernità e quello di cantautore critico ed autocritico.
Tutti i brani sono registrati in maniera naturale, senza artifici, così come realmente possono essere suonati in concerto, in presa diretta, con quelle imperfezioni e quegli sfrigolii di corda che rendono vera la musica. Senza inganni.
Forse in questo senso c’è bisogno di una piccola opera come questa. Per rimarcare la distanza tra chi dice di fare musica e chi vive di musica.
Fra poco settimane verrà alla luce e ne andrò fiero.
E spero che in molti lo ascolterete.
L’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione di Alessandro Delfino e Giampaolo Geravini.
Perché da soli si parla ma se nessuno ti ascolta…