Che nel nostro paese sia ormai inderogabile un ricambio generazionale in tutti i settori, pubblici e privati, che dia spazio ai giovani e alla donna è un fatto inconfutabile.
I giovani si sa per natura sono portatori sani di entusiasmo, idee, iniziative e dinamicità con un ampia apertura mentale tipica della loro età e sopratutto per quelli che entrano in politica, o nelle aziende pubbliche, di solito almeno nella fase iniziale non sono ancora intaccati dal tarlo della corruzione, oltre a non essere ancora avezzi ai giochetti politici e compromessi vari.
Questo però non deve necessariamente portarci a fare di tutte le erbe un fascio e cioè a casa tutti i politici attuali e avanti con i giovani, che poi è quello che propaganda Beppe Grillo con il suo Movimento 5 Stelle.
Ci sono politici che per impegno e onestà si sono distinti da altri e sono quindi meritevoli sia per capacità che per esperienza di essere confermati, come per contro ci sono invece giovani politici, come ad esempio il caso di Federico Pizzarotti neo eletto Sindaco di Parma, che ha causa della sua inesperienza, sia pure tenendo in debito conto la difficile situazione ereditata, sta incontrando notevoli difficoltà.
Ci sono invece altri casi di giovani, come ad esempio Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari, che sta dimostrando di sapere governare bene, anche senza avere una lunga esperienza, i fatti sopra citati ci suggeriscono pertanto che non è corretto affermare che in politica vanno cacciati tutti per fare spazio ai giovani, che ovviamente non hanno esperienza, senza un adeguato e attento discernimento.
Venendo alle cose di casa nostra, possiamo prendere ad esempio quello che è successo nell’ultimo e recente Consiglio Comunale, dove erano all’ordine del giorno argomenti di estrema importanza fra cui:
La costituzione di un Azienda Speciale multiservizi (per mantenere un servizio sociale indispensabile e salvaguardare il posto di lavoro di 70 persone).
La rideterminazione delle imposte locali e delle relative tariffe a seguito della situazione di dissesto, ecc.
Ebbene in un contesto di questioni così importanti, l’opposizione anzichè dimostrare un minimo di disponibilità e collaborazione, tenendo conto che è propria la responsabilità del dissesto, che cosa fa, presenta tramite un giovane politico, da taluni definito emergente, ben 24 emendamenti (prevalentemente su punti e virgole…).
Ora, va bene che l’opposizione deve fare il suo mestiere, ma forse sarebbe il caso di ricordare che se avesse adottato lo stesso zelo durante gli ultimi cinque anni, probabilmente la città avrebbe evitato il dissesto e i cittadini ora non ne pagherebbero le conseguenze.
In una recente intervista l’esponente politico in questione ha manifestato l’intenzione di ricorrere al TAR, per fare dichiarare illegittima la costituzione dell’Azienda Speciale (sebbene la stessa fosse stata preventivamente approvata dal collegio dei revisori dei conti e a quanto pare anche dal Governo), senza preoccuparsi che ci sono in ballo 70 lavoratori e relative famiglie, è che la soluzione proposta dall’opposizione di far assumere gli stessi da una cooperativa, avrebbe comportato una riduzione delle tutele dei lavoratori e una penalizzazione degli stipendi.
Fa sorridere poi quando, sempre nella stessa intervista, afferma: “che ci sarebbe stato un certo ostruzionismo nel rendere accessibili gli atti”, anche qui si dimentica che la precedente giunta di cui faceva parte, non ha consentito all’attuale maggioranza (allora opposizione) di vedere le carte dei bilanci (e questo nonostante i ripetuti pareri non certo positivi del collegio dei Revisori dei Conti), con l’inevitabile epilogo del dissesto, pertanto ora con quale credibilità si chiede maggiore trasparenza, correttezza e legalità…?
Alla luce di quanto sopra, a cittadini e lavoratori sorgono però spontanee le seguenti domande, a cui andrebbero date delle risposte immediate e concrete:
Perché si è dovuto costituire Costruire Insieme, visto che esisteva già ASPAL come Azienda speciale?
Quali certezze ci sono che la nuova Azienda speciale assuma i 70 lavoratori comunali a tempo indeterminato in carico all’ASPAL?
Nell’ipotesi remota che il ricorso presentato al TAR dall’opposizione fosse accolto, che fine faranno tutti i lavoratori assunti da Costruire Insieme, resterebbe la soluzione della Cooperativa con tutte le conseguenze del caso?
In tal senso l’ardua sentenza ai posteri e come sempre auguri Alessandria.
Pier Carlo Lava