Il messaggio è arrivato forte e chiaro agli alessandrini: signori, in cassa non c’è un centesimo. Il sindaco Rita Rossa e i suoi assessori lo stanno ribadendo da due mesi: i servizi essenziali in qualche modo saranno garantiti, ma sul fronte cultura è inutile farsi troppe illusioni.
Soldi non ce ne sono, e ci sarà bisogno dell’aiuto di tutte le persone (e i gruppi, e le associazioni) di buona volontà e buona progettualità. Largo all’ingegno dunque, e alle proposte capaci di produrre iniziative a costo zero.
Qui naturalmente è d’obbligo qualche paletto: chi, in un contesto di crisi in cui priorità di ognuno è “sfangarla”, nel proprio mestiere o attività professionale, può permettersi il lusso di lavorare gratis per il Comune, ossia per la collettività?
Siamo pratici, essenzialmente due categorie: i giovani, studenti o neolaureati, che sono ancora sorretti dalle famiglie. E i pensionati più o meno di lusso, che hanno competenze, e ancora buone energie da spendere. Oltre naturalmente chi fa l’attore o il creativo o l’artista per hobby, avendo comunque un reddito primario di altro tipo. Una platea di persone comunque vasta, da cui può arrivare una spinta importante. Con due avvertenze, a mio avviso:
1) gli amministratori pubblici alessandrini devono entrare nell’ottica che, se un professionista (altro discorso è chi fa l’artista per diletto) propone un’idea ed è disposto ad offrirla gratis alla collettività, è legittimo che pensi, a latere, a forme di sponsorizzazione privata con la quale ripagare il proprio lavoro. Il denaro privato non è, insomma, lo sterco del diavolo. Soprattutto se risorse pubbliche non ce ne sono. Anche gli artisti mangiano due volte al giorno. Potendo, si intende.
2) il primo, fondamentale contributo, e sforzo, deve arrivare in questi anni da parte dei dipendenti comunali. Che hanno sacrosanto diritto al loro posto di lavoro, e a regolare retribuzione. Ma se la prima volta che si chiede loro di lavorare la sera, o nel week end, o di svuotare un cestino anche se non è nelle loro mansioni contrattuali, si rivolgono ai sindacati per mobbing, ci autorizzano a pensare, come minimo, che volontariato per simili strutture non è opportuno farne. E, come massimo, che davvero con questi chiari di luna nessuno è inamovibile.
E. G.