Federico Schneider, classe 1972, alessandrino con origini russe, a 22 anni ha aperto con alcuni soci un locale ad Alessandria, Crêpes l’Avarizia; a 24 ha fondato due cooperative, in cui ha operato fino al 2002. Dal 2002 al 2008 ha lavorato per un’azienda di Milano e nel 2008 ha fondato Fiodor, una interessante realtà che da allora costituisce la sua principale attività. Partiamo da qui, allora, cercando di capire di che cosa si tratta, e come può nascere una bella storia imprenditoriale anche dalle nostri parti.
Federico, che cos’è “Fiodor”?
In estrema sintesi, è un’azienda specializzata nel commercio elettronico.
Approfondiremo. Ma come ti è “venuta in mente”?
Ero nel consiglio direttivo dell’Asd Agape, il nostro fornitore aveva uno stock di abbigliamento sportivo fermo da tempo. Io avevo sentito parlare di ebay, e allora gli ho proposto di fare una prova. Beh, abbiamo venduto un bel po’ di capi e allora… ho deciso di approfondire! Così è nata la Fiodor srl, in omaggio alle mie origini russe.
Dunque Fiodor fa commercio elettronico. Ma aiuta le aziende, oppure opera autonomamente?
Entrambe le cose. Diciamo che abbiamo tre offerte: la prima è la vendita diretta su nostri negozi on line (principalmente marketplace, ebay, amazon, etc etc), ma anche nostri siti, come www.fiodorstore.it o shop.stilenaturale.com. In secondo luogo, offriamo alle aziende che non hanno know how, o che non se ne vogliono occupare direttamente, la possibilità di inserire i propri prodotti sui nostri negozi. Loro ci danno i cataloghi e noi inseriamo i prodotti, lavorando cosi in triangolazione. In altri casi ci danno anche la merce, che noi stocchiamo nei nostri magazzini lavorando in ottica di vendita e logistica. I negozi sono nostri e fungiamo da rivenditori.
E la terza proposta?
Apriamo per conto di aziende negozi on line che gestiamo noi, sempre in ottica di triangolazione o di gestione logistica delle merci. Dal momento che disponiamo di un magazzino di 5.000 metri quadrati, alle tre tipologie di offerta abbiamo aggiunto anche la logistica vera e propria, cioè la gestione di ordini che ci provengono da fornitori che vendono su loro siti e ci incaricano solo della movimentazione delle merci.
Molto interessante… Ma è difficile fare l’imprenditore ad Alessandria?
Noi non siamo un’azienda che basa il proprio business sulla territorialità, perché ci rivolgiamo a tutta italia e in qualche caso a tutto il mondo. Diciamo che non è semplicissimo fare l’imprenditore in Italia…
Chi lavora con te?
Siamo in nove: sei dipendenti e tre soci amministratori operativi.
La difficoltà più grande?
La burocrazia.
A proposito di difficoltà: qualche mese fa siete andati letteralmente “a bagno”. Che cosa è successo?
Lo scorso 25 novembre il Tanaro è esondato a Pietra Marazzi, dove abbiamo magazzino e uffici. L’acqua è entrata per circa 70 cm in tutta la struttura, e abbiamo avuto danni ingenti a merci e struttura. Per capirci: 170.000 libri buttati, più altre merci.
Da lì è scattata una vera e propria gara di solidarietà. E’ vero che Roberto “Remo” Benzi di Hop ha organizzato una specie di “lancio di dadi” per aiutarvi?
E’ vero! Abbiamo ricevuto aiuto da parte di tantissime realtà. Tra sabato e domenica più di 100 persone si sono adoperate nel fango per sgombrare melma e merci alluvionate: amici, parenti, associazioni… posso farti un elenco?
Prego.
Barberans vino e rugby, Rabatons touch rugby, Oviglio calcio, il locale Dinoitre, Crêpes l’avarizia, Hop, Amag Ambiente. E poi Riccardo Guasco, che ci ha donato i diritti di una sua creazione per fare delle cartoline “celebrative” per fare autofinanziamento; Giulia Devani, che ha seguito tutta la comunicazione sul web, Matteo Ferraris che ci ha dato una mano fondamentale nel coordinamento di tutte le realtà che sono intervenute. Il Comune di Pietra Marazzi ha fornito mezzi e appoggio per gestire l’emergenza, la Protezione civile ha scavato nel fango… Grazie ai ragazzi che lavorano con me, che sono stati fantastici, in pochi giorni eravamo di nuovo operativi, in mezzo al disagio e alle difficoltà. Ma nessuno ha mollato di un centimetro. E adesso siamo di nuovo in piedi.
Ultima domanda: è vero che sei un grande appassionato di rugby?
Sì, anche se non da molto. Diciamo che non sono un “nativo” del rugby, ecco. Ho sempre giocato a calcio, ma da qualche anno nel rugby con i Barberans di Alessandria ho ritrovato la voglia di divertirmi. E… posso dire ancora una cosa?
Cosa?
Vorrei sottolineare che Alessandria sa essere una città solidale. Io l’ho sperimentato sulla mia pelle.
Andrea Antonuccio