“Sono due gli obiettivi fondamentali, contenuti nella proposta che la Lega Nord ha depositato in Parlamento: il ritorno ad un sistema di autonomie locali scelto dai Cittadini e una maggiore sicurezza legata all’immigrazione. Questa proposta nasce fondamentalmente da quella che è sempre stata la posizione politica della Lega sulla riforma delle Province, ma nasce anche e soprattutto a seguito del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso. La Legge Delrio presupponeva la soppressione definitiva dell’Ente Provincia tramite una modifica costituzionale, ma dato che ciò non è avvenuto, ci troviamo in un particolare momento di vuoto normativo, con una legge che si basa su un presupposto che non si è verificato”: così Riccardo Molinari, segretario nazionale della Lega Nord Piemont, illustra la proposta leghista per il ritorno all’elezione diretta dei presidenti di Provincia.
“La riforma Delrio – aggiunge Molinari -, al pari della stessa riforma costituzionale, è stata giustificata come un’esigenza di razionalizzazione delle competenze e di risparmio. Noi riteniamo, invece, che ad essere razionalizzate debbano essere non tanto le competenze delle Province, quanto quelle delle Prefetture. In un sistema di autonomie locali, è perlomeno discutibile che ancora esista ancora la figura del Prefetto, che spesso esercita un potere di ingerenza sulle amministrazioni locali. Si prenda ad esempio il caso della gestione dei flussi migratori. Se fossero i nuovi Presidenti a poter prendere direttamente le decisioni in materia, essi saprebbero rappresentare davvero il volere dei cittadini, senza decisioni calate dall’alto dai rappresentanti del governo. In sintesi, con questa proposta chiediamo che siano figure elette dal popolo a poter gestire problemi ed emergenze di questo tipo”.
“La Lega Nord – interviene il deputato del Carroccio Roberto Simonetti, firmatario della Proposta di legge – vuole un Piemonte sicuro. Purtroppo, oggi questo non è possibile perché le comunità locali non hanno la possibilità di incidere sul sistema dell’accoglienza. Le Prefetture emanano bandi per l’assegnazione degli immigrati senza il coinvolgimento dei territori ed il risultato è una pressoché totale impossibilità di tenere sotto controllo la situazione. A fronte di tutto ciò, abbiano ritenuto necessario inviare alle Prefetture del Piemonte una lettera per chiedere come si sviluppano nel dettaglio le pratiche di accoglienza. Quel che serve è un’azione congiunta su tutto il territorio per riuscire ad avere una mappatura dettagliata della situazione. Se il processo dell’accoglienza passasse attraverso gli eletti, e non attraverso figure nominate del Ministero dell’Interno, come vuole la nostra proposta di legge, ci sarebbe un maggiore controllo a monte, che potrebbe assicurare la tanto agognata sicurezza, che i cittadini chiedono”.
“Nelle prossime settimane – sottolinea l’onorevole della Lega Nord, Stefano Allasia, anch’egli firmatario sia della proposta leghista, che della missiva ai Prefetti – incontreremo i Prefetti per cercare di capire quale sia la reale portata del problema in Piemonte. L’ultimo rapporto diffuso dall’assessore all’immigrazione della Regione parla di più di 14.500 immigrati clandestini in giro per il Piemonte. Tutte queste persone hanno, ovviamente, un costo sociale, che pesa sui Piemontesi e che si aggira intorno ai 500mila euro al giorno, più di 180 milioni all’anno. A tutto ciò si deve aggiungere anche l’estrema facilità con la quale ogni immigrato può far perdere le proprie tracce, semplicemente uscendo da una delle strutture di accoglienza”.
“Lo scorso agosto – aggiunge il consigliere regionale della Lega Nord, Alessandro Benvenuto -, proprio per portare all’attenzione del Consiglio Regionale la totale mancanza di comunicazioni in merito all’assegnazione dei migranti ai Comuni, abbiamo presentato una proposta di legge al Parlamento per introdurre l’obbligo per le Prefetture di informare i sindaci di ogni nuova attribuzione. Le numerose lamentele che arrivano dagli amministratori impongono la necessità di rivedere il sistema di rapporti tra gli Uffici territoriali del governo e gli enti locali”.
“A Torino – conclude Fabrizio Ricca, capogruppo leghista in Sala Rossa – , il rischio è che si verifichino nuovi casi ex Moi in ogni angolo. Del resto, una volta elusi i controlli, nessuno vieta ai clandestini di occupare abusivamente stabili, che sfuggono completamente alla legge e che non verranno mai sgomberati”.