di Graziella Zaccone Languzzi

1) A Palazzo Rosso il sindaco Abonante ricomincia a giocare a scacchi con la sua giunta. A giugno del 2024, ricorderete, dopo un ‘tira e molla’ durato 6 mesi, ci fu non l’annunciato azzeramento, ma certamente un significativo rimpasto, con alcune figure ‘sacrificate’ nel nome dell’alleanza/premio al leader locale di Azione, Giovanni Barosini. Messi ‘fuori campo’ la vice sindaco della prima ora Barrera (che tanto bene non la prese), e gli assessori Berrone, Cordara e Falleti, partì con una certa enfasi la stagione di Barosini, già acerrimo avversario dei 5 Stelle nostrani, a cui per mantenere la cadrega toccò deglutire sale inglese e sorridere. Quelli che dovevano ‘scardinare’ il sistema, ricordate? Ebbene, il rapporto tra Azione e 5 Stelle, la scorsa settimana, si è ulteriormente incrinato a livello nazionale, con esternazioni da parte di Carlo Calenda che spazio a dubbi non ne lasciano proprio (“l’unico modo per interagire con i 5 Stelle è cancellarli”). Applausi scroscianti dalla platea del congresso di Azione, a cui era presente anche Barosini nella sua veste di Presidente del partito in Piemonte. Ma appena rientrato in città il Presidente di Azione ha reindossato la casacca del vicesindaco, e rassicurato gli alessandrini: in questa lontana periferia delle frescacce romane possiamo fregarcene, e il ‘campo largo’ non si tocca: “M5s da cancellare”, Calenda attacca ma Barosini rassicura: “Ad Alessandria nessun contraccolpo”. Chi ha ascoltato in TV o sul web le esternazioni di Calenda si chiede: “Come fanno a sopportarsi l’assessore Serra e il vicesindaco Barosini?” Una risposta che calza a pennello me l’ha suggerita l’Accademia della Crusca: “Si tratta di tenere il piede in due staffe che indica un contegno ambiguo quando ci si trova davanti a due possibilità, il destreggiarsi tra due persone, fazioni, situazioni o interessi tra loro incompatibili o contrastanti in vista di futuri vantaggi, rimandare una scelta tenendo in sospeso varie alternative” . Nella vita reale chi non è affine non sta insieme, ma la politica è l’arte dell’impossibile, e della sopravvivenza.
Ma non è finita qui: altra novità preannunciata nella giunta Abonante è l’uscita dell’assessore Laguzzi, con l’ingresso di Daniele Coloris: “Laguzzi futuro segretario provinciale Pd e verso le dimissioni da assessore: Coloris favorito per sostituirlo”. Rimozione o promozione, quella di Laguzzi? Probabilmente entrambe. Ricercatore di matematica ‘digiuno’ di politica, il professor Laguzzi dal 2022 ad oggi con la deleghe alle partecipate, ossia al Gruppo Amag (unica partecipata del comune di Alessandria sopravvissuta), ha visto letteralmente ‘i sorci verdi’, e ha probabilmente compreso che il talento in un settore non garantisce di essere bravi anche in un altro. Ora però, da segretario provinciale del Partito Democratico (nomina che dovrebbe essere ufficializzata nei prossimi giorni) potrà cimentarsi in un altro ruolo, non meno delicato, che è quello di gestire le beghe interne del partito, ma soprattutto di ‘dare le carte’ in vista delle elezioni del 2027. Pare che sia parecchia la tensione interna su quel fronte, ma questi sono affari dei piddini, che al resto degli alessandrini interessano zero. A noi preme piuttosto la situazione di estrema allerta in cui il Gruppo Amag si trova, sia sul fronte acqua che rifiuti, dopo quasi tre anni di gestione Abonante/Laguzzi. Speriamo nel senso di responsabilità dei ‘sinistri’: ora che hanno definito i loro assetti di partito, proveranno a concentrarsi sul futuro di Amag, e di Alessandria?
Voto: 2

2) Acqua pubblica: mi pare di capire che siamo nel caos. Il tempo passa, la scadenza del 30 aprile è dietro l’angolo, e il ‘campo largo’ di Palazzo Rosso incomprensibilmente tergiversa: senza il via libera del consiglio comunale, Amag Reti Idriche non può aderire al consorzio Acqua Pubblica Alessandrina. E questo, sempre secondo le cronache che seguo costantemente, significherebbe perdere ingenti contributi del PNRR per il rifacimento dei nostri acquedotti: fondi in buona parte già spesi. L’azienda potrebbe rischiare di portare i libri in tribunale, e di condizionare pesantemente il futuro di tutto il Gruppo Amag? Questo sostiene l’opposizione, con la Lega in particolare che ha fatto della battaglia per l’acqua pubblica una delle proprie bandiere. La curiosità di questi giorni è stata scoprire però che è lo stesso top management della multiutility, a suo tempo selezionato dal sindaco Abonante e dalla sua squadra, ad essere in aperto contrasto con il sindaco di Alessandria: “Ora basta! Anche i vertici AMAG lanciano l’allarme sulla necessità di aderire al Consorzio Acqua Pubblica Alessandrina: il Sindaco cosa sta aspettando?” Un drammatico ultimatum, e una sorta di “corto circuito” tra l’azionista di maggioranza di Amag e i suoi vertici. Un fatto grave, anomalo politicamente che dimostra confusione e non porterà nulla di buono che in un momento tanto delicato. Nel documento indirizzato al sindaco di Alessandria Giorgio Abonante, all’assessore Laguzzi, a tutti i consiglieri comunali e al Presidente di Egato 6 Perocchio, i manager Amag utilizzano termini ultimativi, evidenziando che: “sin da ora il Gruppo AMAG si esonera da qualsivoglia responsabilità ove le decisioni del Comune di Alessandria non consentissero di rispettare il cronoprogramma indicato nella delibera 42/2024 e quanto sopra anche all’Egato6 ai fini della applicazione del punto 4 della detta delibera”.
In sostanza solo una rapida adesione da parte di AMAG Reti Idriche al costituendo Consorzio Acqua Pubblica Alessandrina consentirà di dare attuazione alla deliberazione n. 42 del 30 dicembre 2024 della Conferenza d’Ambito, e di non perdere gli ingenti finanziamenti PNRR già assegnati, e in buona parte anche spesi. C’è il semaforo verde del Ministero e dell’Arera, c’è l’esortazione a procedere della Regione Piemonte. C’è, soprattutto, la data ultimativa del prossimo 30 aprile. I consigli comunali degli altri comuni che fanno riferimento sia ad Amag Reti Idriche, sia alle altre società di gestione pubblica che operano sul territorio (Comuni Riuniti Belforte Monferrato e Valle Orba Depurazioni) stanno procedendo ad approvare l’adesione al nuovo Consorzio. Alessandria, nonostante le pressioni della Lega e degli stessi manager di Amag, tergiversa. Cosa succederà da qui a fine aprile?
Voto: 2

3) Parliamo del nuovo asilo in costruzione in via Paolo Sacco, nel Quartiere Cristo di Alessandria: “Fratelli d’Italia contro il nuovo asilo nido al Cristo: “Sarà sacrificato l’unico parco del quartiere”. Già nei giorni precedenti avevo ricevuto la segnalazione (con foto) che in parte dell’area verde di via Paolo Sacco era ‘spuntato’ un cantiere, con l’obiettivo di realizzarci un asilo. Una scelta quantomeno strana per diversi motivi: oltre ai grandi condomini nella zona con tanta movimentazione di auto, e la fermata di un autobus appena dopo una curva non di poco conto, l’asilo è vicino alla scuola media Straneo, che negli orari di ingresso e uscita dei ragazzi genera non poco caos, e pericolo. Figuriamoci se a pochi passi dovesse aggiungersi l’asilo.
Poco più in là via Paolo Sacco si immette su una delle strade più pericolose di Alessandria: via Casalcermelli. Condivido parola per parola ciò che denuncia Emanuele Locci (FdI) sulla mancanza di rispetto verso i residenti di quel quartiere. Per una decisione di quel tipo sarebbe stato corretto chiedere il loro parere in una assemblea pubblica. Il consigliere Locci denuncia che tale decisione non sia passata attraverso il Consiglio Comunale, e evidenzia come al quartiere Cristo ci sarebbero state altre aree idonee, senza togliere una buona parte di quel parco verde a chi abitualmente ne usufruisce peggiorando pure viabilità e parcheggi.
Dopo l’articolo del gruppo comunale di Fratelli di Italia la reazione del PD non si è fatta attendere, con il segretario cittadino Rapisardo Antinucci e con la consigliera Rita Rossa, che rimarca “Alessandria non è una città contro i bambini”. Affermazione che Emanuele Locci non mi pare abbia mai fatto. La consigliera Rossa aggiunge che il nuovo asilo sarà una struttura ecocompatibile, e occuperà il 3% dell’area verde? Percentuale che mi lascia perplessa, ma andiamo avanti. Sempre Rossa dichiara che la struttura sorgerà in un’area facilmente raggiungibile anche a piedi, dall’asse di corso Acqui e corso Carlo Marx….se lo dice lei. Mi chiedo però costoro conoscano la situazione reale della zona, Alla fine valuteremo se sarà utilizzato solo il 3% del parco, se saranno riqualificati i parcheggi e la via, ma ci credo poco. La consigliera Rossa parla di città disponibile, aperta, inclusiva, parla di liste di attesa. Sulla denatalità posso rassicurarla, su un bimbo che nasce da una famiglia alessandrina almeno tre se non quattro nascono da famiglie di accolti. Capisco che un asilo non basterà: la mia non è polemica o “suggestione” è un dato di fatto. Comunque sempre peggio e mancano ancora due anni abbondanti.
Voto: 2