Lo abbiamo scritto più volte: a chi vive nell’alessandrino certamente interessa molto che dal rubinetto di casa esca acqua pulita, controllata, di qualità. E che il servizio idrico integrato (quindi acqua in arrivo, ma anche fogna e depurazione) non raggiunga costi esorbitanti.
Nelle scorse settimane Giacomo Perocchio, presidente dell’Egato 6 (l’Autorità d’Ambito) ci ha spiegato gli aspetti tecnici della vicenda, che riguarda gli attuali diversi gestori dell’Alessandrino (tranne il casalese, che ricade sotto altra Autorità d’Ambito, con Vercelli), provando a tranquillare le maestranze di tutte le aziende coinvolte, e ribadendo che il percorso verso un gestore unico, a controllo totalmente pubblico, non comporterà nessuna riduzione di personale.
Qui l’intervista completa di Perocchio.
Venerdì mattina però, proprio mentre era in corso un incontro tra Egato6 e sindaci, sotto la Prefettura di Alessandria è andata in scena una duplice protesta. Da un lato le maestranze di Gestione Acqua (Gruppo Acos) che chiedono un maggior coinvolgimento nel processo in corso, dall’altro i lavoratori delle altre aziende interessate (in primis Amag Reti Idriche) che sostengono la nascita del Consorzio Acqua Pubblica Alessandrina, fondamentale per non perdere gli ingenti finanziamenti del PNRR, senza i quali il destino dei nostri acquedotti rimane segnato. Le esigenze, assolutamente legittime e comprensibili, di tutti i lavoratori del settore, vanno ad intrecciarsi con gli interessi politici personali dei vari esponenti del Partito Democratico (un tempo ‘partito Stato’ istituzionale rivoluzionario, oggi bah…) che in questo momento esprime i sindaci dei due principali comuni interessati dalla ‘guerra dell’acqua’, ossia Alessandria e Novi Ligure.
A Giacomo Perocchio, Presidente di Egato6, il compito di ‘trovare la quadra’: un lavoro estremamente delicato, ma fondamentale per il futuro, non solo idrico, di questa Provincia.
