
Appello all’assessore Riboldi: «Il diritto alla salute è violato se i pazienti sono condannati a liste di attesa infinite o alla diaspora delle prestazioni. Situazione insostenibile anche per medici ed infermieri»
Act Consumatori accende i riflettori sulle vicende dell’Ospedale “Galliano” di Acqui Terme.
«Tanti cittadini si sono rivolti a noi per denunciare disservizi che mettono in discussione il loro diritto alla salute – spiega il presidente Massimo Antonucci – E’ assurdo che la “grande razionalizzazione sanitaria” abbia di fatto condannato i pazienti all’alternativa tra lunghissime attese e viaggi della speranza in ospedali lontani anche centinaia di chilometri. Abbiamo dimenticato che molti malati sono persone anziane?»
Alle denunce dei pazienti si sono unite le lamentele degli addetti ai lavori. «Ci hanno descritto un ospedale in agonia – continua – Tre piani su sei sono chiusi. Il personale è sottorganico, anziano e demotivato; i reparti o sono chiusi o lavorano a regime ridotto. Qualche esempio? Cardiologia è stata chiusa; ci dicono che da aprile un cardiologo verrà ad Acqui quattro giorni al mese per fare solo delle visite; le urgenze ortopediche già vengono dirottate altrove».
All’orizzonte degli investimenti. «Milioni di euro verranno spesi per dotare il “Galliano” di un esoscheletro antisismico – riferisce Antonucci – Forse quelle risorse potevano essere spese per recuperare reparti e prestazioni o, magari, sistemare alcune criticità che ci sono state riferite (c’è chi parla di infiltrazioni di acqua piovana in una sala operatoria)».
Il Pronto soccorso è ormai gestito con i “gettonisti”, medici indipendenti che prestano la loro professionalità per tappare i buchi del servizio sanitario. «Questo fenomeno crea delle disparità enormi ed ingiustificate – continua il vertice di Act Consumatori – I loro compensi orari sono tre volte superiori a quelli dei lavoratori incardinati nell’Asl, inoltre molti sono stranieri che, riferiscono fonti certe, non parlano nemmeno bene l’italiano».

L’appello di Act Consumatori: «Ci rivolgiamo all’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, e ai Direttori Generali delle Asl interessate, affinché condividano con i cittadini i piani di sviluppo per l’ospedale di Acqui Terme dei prossimi 10 anni. Chiediamo inoltre i dati relativi alla funzionalità dei nosocomi dove sono rimasti aperti i reparti invece chiusi al “Galliano”, ad esempio il Punto Nascite sopravvissuto a Novi Ligure e a Casale o Ortopedia a Tortona. Vorremmo lumi anche sulle sinergie che stanno tessendo con il mondo universitario affinché i neolaureati (medici ed infermieri) possano considerare allettante esercitare la professione nei nosocomi regionali. Ovviamente comprendiamo che nessuno è dotato di bacchetta magica, però siamo convinti che un’attenta pianificazione delle risorse, che riduca gli sprechi ed indirizzi efficacemente gli investimenti, possa restituire alla popolazione servizi e dignità. Questo è un diritto costituzionale ed un bisogno impellente».