
di Ettore Grassano
“Ricordo bene che, con mio padre, avevamo fissato il nostro primo traguardo di fatturato, per definirci un’azienda solida, a 250 miliardi di vecchie lire. Oggi il nostro Gruppo supera i 200 milioni di fatturato: missione più che compiuta, insomma”. Quando si concede questo piccolo amarcord nello sguardo di Guido Repetto, Presidente del Gruppo Elah Dufour Novi, traspare non solo orgoglio, ma anche un po’ di commozione. Anche perché il padre citato non è stato propriamente una figura qualunque, ma uno di quegli ‘imprenditori illuminati’ che, in un lungo cammino partito dal dopoguerra e arrivato sino ai giorni nostri, hanno contribuito prima alla ricostruzione del Paese, poi al suo sviluppo economico, senza mai scordare la responsabilità sociale di chi fa impresa. “Sono stato al suo fianco dall’inizio del progetto – ricorda il figlio Guido – quando nel 1982 abbiamo deciso di rilevare i marchi Elah e Dufour e, nel 1985, la Novi. Oggi posso dire di non essermene pentito, ma proprio come fece lui con me non imporrei mai ai miei figli una scelta professionale che è anche di vita, totalizzante. E’ giusto che ognuno scelga liberamente il proprio percorso”. Seduti attorno ad un tavolo adornato di prelibatezze dolciarie, in una stanza le cui pareti raccontano ‘per immagini’ l’ormai lungo viaggio di uno dei principali player dell’industria dolciaria italiana, proviamo a farci raccontare dal Presidente Repetto progetti e prospettive del Gruppo Elah Dufour Novi, e a comprenderne il profondo rapporto d’amore che lega questa impresa al suo territorio.

Presidente Repetto, partiamo da alcuni numeri significativi: una fotografia del Gruppo Elah Dufour Novi nel 2025…..
In sintesi: oltre 200 milioni di euro di fatturato, circa 200 dipendenti diretti più una robusta forza vendite che opera in tutto il territorio italiano, sia nel canale indipendente che nella grande distribuzione. Oltre ai tre marchi sempre citati, che hanno il loro quartier generale qui nello stabilimento di Novi Ligure, importante ricordare Baratti & Milano, storica azienda piemontese fondata nel 1858, da noi rilevata nel 1999, grazie alla quale abbiamo potuto completare la nostra offerta nel settore, andando a coprire il dettaglio specializzato. Baratti & Milano ha, come fiore all’occhiello, la gestione del Caffè Baratti & Milano, nel centro di Torino, uno dei locali più antichi e prestigiosi d’Italia, e abbiamo mantenuto lo stabilimento lo stabilimento nella sua sede storica, a Bra, proprio per ribadire, anche in questo caso, l’importanza dell’identità, e delle radici. Anche se naturalmente dalla fine degli anni Novanta quella sede produttiva è stata ampliata e modernizzata, così come è successo, e sta succedendo, qui a Novi. Stiamo rifacendo i ¾ dell’infrastruttura, dalle linee produttive ai magazzini, con un investimento di circa 30 milioni di euro. Dovremmo completare tutti gli interventi di trasformazione entro la fine di quest’anno.

Puntate sull’efficientamento energetico?
Assolutamente sì, con pannelli fotovoltaici e un impianto di cogenerazione. Anche se il nostro mercato negli ultimi anni, più che dal costo dell’energia, è stato messo in seria difficoltà dalla crescita esponenziale dal costo della materia prima, ossia il cacao. Un aumento esponenziale, parliamo del 400%, dovuto in buona parte a speculazioni del mercato finanziario. Per capirci: tutti i player del nostro settore si sono trovati ad affrontare questi aumenti sconsiderati, ma le condizioni salariali di chi lavora nelle piantagioni africane, ad esempio, non sono migliorare di un euro, o di un dollaro. Diverso invece è il caso del Sudamerica, dove noi ci approvvigioniamo. Non credo però sia realistico pensare ad una semplice ‘bolla’: difficilmente si tornerà ai prezzi di acquisto di qualche anno fa.

Come avete fronteggiato la situazione? Aumentando i prezzi dei prodotti finali?
Sicuramente molto meno di nostri concorrenti, perché abbiamo cercato di compensare con risorse nostre, e questo certamente ci ha premiati sul mercato. Anche se, va detto, il Gruppo Elah Dufour Novi è un’azienda che punta sulla riconoscibilità dei prodotti, e non sul prezzo: al di sotto di una certa soglia, è evidente, non puoi scendere, se non a discapito della qualità.

Voi vendete prelibatezze: il cioccolato è certamente cibo, ma anche sogno, dolcezza, emozione. Quanto conta la pubblicità nel vostro settore, e come scegliete canali ed eventi?
Il marketing è determinante, senza dubbio. Il peso degli spot televisivi è ancora oggi assolutamente centrale, così come è per noi importante partecipare ad alcuni grandi eventi popolari: cito prima di tutto il Giro d’Italia, che ci consente di raggiungere 42 città italiane, e di accostare il nostro nome all’unico sport, se ci pensiamo, in cui non esiste il tifo contro, ma solo a favore: e con una partecipazione e un coinvolgimento delle persone straordinario. Ma siamo stati anche presenti, con ottimi riscontri, al Festival di Sanremo, e ad un evento televisivo come X Factor. Naturalmente non trascuriamo canali innovativi come il web, e in particolare i social, che sono uno strumento importante anche per ‘tastare il polso’ ai consumatori sulle loro esigenze, e sul loro apprezzamento per le nostre proposte.

In questo momento nel vostro settore il Gruppo Elah Dufour Novi è preda o cacciatore?
(sorride con compostezza, ndr) Direi ne uno ne l’altro. Il nostro comparto ha oggi tre o quattro grandi multinazionali di riferimento, tra cui una italiana che tutti conosciamo (Ferrero, ndr), e poi qualche realtà indipendente come la nostra: ma non siamo rimasti in tanti. E’ certamente una lusinga quando riceviamo offerte importanti da grandi realtà, perché significa che stiamo lavorando bene. Ma abbiamo sempre risposto ‘no, grazie’, perché ancora ci divertiamo a fare il nostro lavoro, e parecchio. D’altro lato, a parte il citato caso di Baratti & Milano, ormai piuttosto datato, abbiamo sempre preferito crescere ‘per linee interne’, anziché puntare su acquisizioni. Nel nostro comparto ogni azienda ha una sua storia e identità, e pensare a processi di integrazione spesso non è facile, ne produttivo. Il nostro mercato oggi è per il 90% Italia, e qui pensiamo di poter crescere molto: anche se naturalmente i mercati esteri, a partire da quello francese, rappresentano sfide interessanti.

Presidente Repetto, che sta succedendo alla filiera della nocciola piemontese? Suo padre nel 2010 dichiarò: “I noccioleti sono il futuro delle nostre colline”. Oggi sembra che si stia attraversando una fase critica..
Premetto che noi utilizziamo soltanto nocciole italiane, e quando possibile piemontesi. Per dare un’idea del mercato: il 75% della produzione mondiale di nocciole è in Turchia, l’Italia pesa per il 10%, che è comunque molto. Il Piemonte produce, a sua volta, circa il 10% delle nocciole italiane. Mio padre nel 2010 aveva assolutamente ragione sulla potenzialità del settore. Probabilmente la crisi produttiva del mercato piemontese di oggi (l’Alessandrino soffre un po’ meno rispetto alle Langhe), con un calo di almeno il 50% della quantità del prodotto, risiede probabilmente in un mix di fattori: il clima conta, le malattie delle piante anche, ma è forse mancata un’adeguata programmazione, e la capacità di pianificare, e anche di curare le piantagioni. Naturalmente noi facciamo il tifo perché la nocciola piemontese recuperi pienamente terreno: ma in ogni caso continueremo a rifornirci esclusivamente in Italia.

Parliamo del rapporto tra Gruppo Elah Dufour Novi e il Novese..
Forte e indissolubile. Noi siamo profondamente novesi, teniamo alle nostre radici, e al rapporto con il nostro territorio, il Monferrato. Cerchiamo non solo di creare occupazione e benessere, ma anche di dare una mano, per quanto nelle nostre possibilità, su diversi fronti, dallo sport (basket, ma anche ginnastica artistica) alle iniziative culturali. Crediamo molto alla necessità di sostenere le nuove generazioni, perché è lì che si pongono le basi, è li che nasce il futuro della nostra comunità. In passato nel Novese qualcuno amava parlare di polo dolciario, non so quanto propriamente: ma certamente qui esiste una tradizione importante in questo settore, e per i ragazzi il comparto può anche rappresentare uno sbocco professionale significativo.

A proposito di giovani, Presidente Repetto. Lei ha due figli maschi: saranno la terza generazione di famiglia impegnata alla guida Gruppo Elah Dufour Novi?
Chi può dirlo? Io nel 1982 scelsi di affiancare mio padre in questo percorso entusiasmante, all’epoca anche ricco di incognite, che del resto chiunque decida di fare impresa, in qualsiasi tempo, deve affrontare. Mio figlio Mattia, anche qui per sua libera scelta, dopo la laurea in fisica ha già deciso di impegnarsi in azienda, mentre il secondogenito Pietro è ancora impegnato negli studi universitari in Ingegneria, e deciderà al momento opportuno quale percorso professionale intraprendere.