
Giovedì 6 marzo 2025 nell’Aula Magna dell’Istituto “Barletti” di Ovada i ragazzi e le ragazze delle classi IV e V di tutti gli indirizzi di studi con i loro docenti, hanno potuto ascoltare dalla viva voce di Rita Repetto la storia toccante di sua sorella Roberta, una giovane donna di quarant’anni, morta il 9 ottobre 2020, dopo essere entrata in contatto con un centro olistico nel quale è stata vittima di un vero e proprio plagio. Rita Repetto ha parlato di Roberta, della sua storia e delle iniziative che in memoria della sorella sta portando avanti.
“Roberta era una ragazza intelligente, brillante, ricca di talenti, illustrava storie per bambini con i suoi acquerelli, lavorava la ceramica, aveva una sua agenzia immobiliare e insegnava yoga. Apparentemente molto forte e coraggiosa ma anche fragile. E la sua sfortuna è stata avere incontrato chi si è approfittato di questa fragilità. E può succedere a tutti di cadere in queste tele del ragno perché dal punto di vista emotivo siamo tutti fragili, non contano i titoli di studio. Se in un momento di fragilità, incontriamo chi ci promette di stare meglio ci fidiamo, semplicemente perché vogliamo stare bene.”
Roberta entra in contatto col Centro Anidra, a Borzonasca, nel gennaio 2008 tramite un amico di infanzia per risolvere alcuni problemi di coppia: da quel momento, piano piano, si allontana dai suoi familiari, cambia abitudini fino a quando si trasferisce nel centro. Nell’ottobre del 2018 a Roberta viene praticata l’asportazione di un nevo sanguinante all’interno della cucina dell’associazione dal medico, con il supporto del guru e della psicologa del centro, senza esami specifici pre e post operatori (per esempio l’istologico), uso di anestetici e antidolorifici. La convincono a non dire nulla alla famiglia e a curarsi con “meditazione, bagni nel torrente ed assunzione di tisane zuccherate”. Due anni dopo Roberta muore all’ospedale San Martino di Genova dove arriva, accompagnata dai suoi familiari, in preda a dolori lancinanti per un melanoma plurimetastatizzato.
Grazie ai diari scritti da Roberta e al materiale raccolto, la famiglia fa un esposto alla Procura della Repubblica: inizialmente il medico e il guru vengono condannati ma poi il guru è assolto e al medico la pena viene drasticamente ridotta.
Ma Rita non si scoraggia, lotta incessantemente con la speranza che sua sorella abbia la giustizia che merita e col desiderio che quello che è accaduto a lei non succeda più a nessuno, perché in realtà distruttive possono finirci tutti: a febbraio 2023 fonda l’associazione “La pulce nell’orecchio” con la quale vuole “insinuare il dubbio, porre un interrogativo” nelle persone che vedono i propri cari invischiarsi “nella tela del ragno” e inizia la sua campagna di denuncia nelle trasmissioni televisive e di sensibilizzazione nelle scuole contro la violenza di genere e la manipolazione psicologica.
Agli alunni del Barletti Rita regala un segnalibro raffigurante un’illustrazione ad acquarello realizzata da Roberta e in cui sono elencati i 7 segnali tipici, i “7 campanelli d’allarme che ci aiutano a capire che una persona a noi cara sta entrando in un culto distruttivo”: primo fra tutti l’allontanamento dalla famiglia.
Questo incontro ha toccato gli animi di tutti i ragazzi che hanno ascoltato attentamente le parole di Rita a cui hanno rivolto domande, quesiti per meglio capire quanto accaduto a sua sorella. Molti hanno chiesto maggiori informazioni sulle iniziative da lei portate avanti in quanto colpiti da una vicenda così drammatica e sconvolgente. In alcuni è nata una grande commozione, in altri una grande rabbia: “Roberta si poteva salvare, Roberta deve avere giustizia”.
L’Istituto Barletti nella figura del Dirigente Scolastico, il prof. Felice Arlotta, ringrazia Rita Repetto per l’opportunità che ha dato alle alunne e agli alunni di approfondire la storia di Roberta e di riflettere sull’importanza di saper esercitare, in ogni circostanza della vita personale e sociale, la capacità critica di ragionamento e di scelta autonoma, riconoscendo eventuali minacce e pericoli per la propria autodeterminazione, e allontanando così il rischio di cadere vittima di possibili manipolazioni, con conseguenze anche rilevanti per la propria incolumità psico-fisica.