C.AL.CA. su sicurezza idrogeologica nel Casalese: “Ecco quali sono le principali criticità”

A seguito dell’incontro del 15 gennaio tenutosi presso il Comune di Casale Monferrato alla presenza dei massimi Responsabili dell’Amministrazione casalese, di Aipo, AdBPo, Regione Piemonte e dopo esserci confrontati ancora recentemente con il Sindaco Capra, Vicesindaco Novelli, Assessore De Luca e Dirigenti dell’Amministrazione Comunale di Casale desideriamo informare tramite gli organi di comunicazione su quale sia lo stato attuale della messa in sicurezza idrogeologica del nostro territorio.

Non sono ancora ben chiare le motivazioni tecniche per cui l’argine sul Sesia (riva destra – lato piemontese) a protezione di Motta de Conti e della frazione Terranova di Casale Monferrato sia più basso di diverse decine di centimetri rispetto a quello in riva sinistra – lato lombardo. Le verifiche tecniche effettuate dal Comune di Casale Monferrato evidenziano che tali differenze sui livelli arginali non sono riferite a poche decine di metri ma su un tratto ben più consistente, è stato perciò concordato che il Comune di Casale (con cui in questo attuale momento si sta lavorando sinergicamente) chiederà chiarimenti tecnici agli Enti preposti a proposito di questa anomalia arginale che- oltre alle arcate ostruite (sempre lato Lombardia) del ponte che collega Terranova a Candia Lomellina – nell’ottobre 2020 hanno causato la tracimazione e la rottura in diversi punti dell’argine sopraccitato allagando parte di Motta de Conti e di Terranova e che solo il pronto intervento della Protezione Civile di Casale ha evitato danni ben più gravi a Terranova.

E’ necessario poi evidenziare la vera novità emersa nella seconda parte del confronto e comunicata con una certa apprensione dal Direttore di Aipo Ing. Zanichelli, in sostanza viene comunicato che l’argine tra Morano e Casale Monferrato deve essere rialzato ( non è stato specificato di quanto) perché altrimenti in caso di piena come nell’ottobre 2000 o come secondo le previsioni del PGRA (Piano Gestione Rischio Alluvione ) o da parte di studi effettuati da Aipo ci sarebbe ancora oggi il rischio di una tracimazione sull’argine o comunque un pericolo alluvionale in prima battuta per Morano, la zona industriale di Coniolo , per Casale – Popolo e poi per il quartiere Oltreponte e Terranova. E’ stato inoltre comunicato – sempre da parte dell’ing. Zanichelli – che Aipo non avrebbe a disposizione tutta la somma necessaria per poter completare questa importante opera di messa in sicurezza, Aipo secondo il piano triennale 2023- 2025 che siamo andati successivamente a verificare avrebbe a disposizione attualmente solo circa 2.700.000 euro mentre per l’intera opera , sempre da quanto comunicato dall’ing. Zanichelli, servirebbero in totale circa 7.000.000 di euro.

Se la preoccupazione di Aipo è alta si può ben immaginare a che livello può essere la preoccupazione dei circa 7.000 abitanti di Morano, Casale Popolo, Oltreponte e Terranova che (dopo quasi 25 anni !) si trovano ancora oggi sotto un potenziale rischio alluvionale , tutto questo avviene comunque dopo anni e anni che il nostro Comitato C.AL.CA. interroga Aipo e AdBPo sulle portate effettive del Po che potrebbero ancora transitare dal territorio casalese , sui ritardi nelle opere e sui livelli arginali per noi non adeguati , le nostre giuste preoccupazioni e osservazioni tecniche però sono sempre state respinte soprattutto da parte di Aipo salvo poi in sostanza confermarle con quanto dichiarato il 15 gennaio a Casale, deve essere chiaro che in caso di nuova alluvione del nostro territorio le responsabilità questa volta saranno ben individuate.

Per le ragioni sopra esposte chiediamo ad AIPO se i 2,7 milioni di euro indicati in tabella sono attualmente ed effettivamente disponibili per iniziare almeno il primo tratto dell’opera. Quando verrà appaltato ed affidato questo lavoro del primo lotto? Chiediamo conferma scritta sulla somma totale dei lavori previsti per la messa in sicurezza del tratto Casale – Morano, è effettivamente pari a 7 milioni di euro? Se come auspichiamo questo lavoro inizierà in tempi brevi chiediamo ad Aipo di poter visionare il progetto esecutivo e definitivo di tutto il lavoro di rialzo arginale nel tratto Casale – Morano e che lo stesso progetto sia consegnato al Comune di Casale Monferrato. Se fossero oggi disponibili tutti i 7 milioni di euro previsti per il completamento dell’opera entro quanto tempo tutta l’opera sarebbe terminata?
Nei lavori previsti a completamento della Fase 1 non era previsto un rialzo arginale ma era prevista la riduzione della quota di sommità del rilevato trasversale in prossimità della traversa/diga Lanza perché questo rilevato genera un incremento dei livelli idrici a monte della stessa traversa ed un conseguente peggioramento del grado di sicurezza dell’arginatura circostante (argine Morano – Casale) , in occasione dell’incontro del 15 gennaio abbiamo evidenziato anche con una foto satellitare ad Aipo e AdBPo e a tutti i presenti all’incontro che sulla briglia è nata una vera e propria boscaglia con piante ed alberi alti più di 12 metri e con fusti di alcune decine di centimetri , tutta questa fitta vegetazione crea ovviamente ulteriore ostacolo e rigurgito delle acque aumentando il rischio e pericolo per l’argine Morano – Casale … cosa si aspetta ancora ? Non sono stati sufficienti 15 anni per iniziare e completare questa opera? Vi sarebbero altre questioni da chiarire ma per ora ci limitiamo a quelle per noi più importanti e dibattute ancora in parte nell’incontro del 15 gennaio.
Crediamo che a 25 anni dall’alluvione 2000 sia opportuno uscire una volta per tutte da queste situazioni di rischio anche perché oltre alle enormi difficoltà di ricevere in caso di nuova alluvione un rimborso anche se minimo (vedere situazione in Emilia Romagna), vi sono importanti implicazioni economiche e sociali dietro ad una mancata o scarsa sicurezza idrogeologica, implicazioni che abbiamo evidenziato più volte:
vincoli e limitazioni urbanistiche che riguardano ad esempio Oltreponte, Casale Popolo e Terranova, difficoltà burocratiche e costi elevati per riqualificare importanti ex aree industriali dismesse, crollo dei valori immobiliari e commerciali nelle aree interessate , aumento costi delle assicurazioni contro le calamità naturali su abitazioni ed attività industriali e commerciali , possibile perdita di servizi essenziali ecc.

Per fare le opere però servono anche i soldi e per questo inviamo anche le nostre osservazioni e richieste di attenzione anche alla Regione Piemonte e ai parlamentari di Maggioranza di Governo del nostro territorio (On. Amich e On. Molinari per la provincia di Alessandria e On. Delmastro per la confinante provincia di Vercelli ) in modo che si possano attivare per recuperare in tempi brevi le risorse necessarie per completare le opere sopraccitate, abbiamo letto il comunicato (sempre del 15 gennaio e che riprende un comunicato di luglio 2024) della Regione Piemonte in cui si citano gli 87 milioni resi disponibili per la messa in sicurezza idrogeologica ma in questo importo non vi sono stanziamenti previsti per il territorio casalese , sono previsti principalmente 21, 4 milioni per Alessandria, 17 milioni per Saluggia e 15 milioni per Asti.

E’ necessario evidenziare ancora una volta da parte nostra che i fondi del PNRR previsti per la messa in sicurezza idrogeologica pari a circa 1,3 miliardi di euro (per 665 progetti per mettere in sicurezza circa 1,3 milioni di persone) sono stati dirottati per le opere post alluvione in Emilia Romagna, non si capisce su quali nuovi capitoli di spesa siano finite le 665 opere previste a suo tempo, contemporaneamente sempre dal PNRR verranno destinati circa 360 milioni di euro per la rinaturalizzazione di 37 km. del fiume Po (su una lunghezza di 652 km.) inoltre i costi per la ciclovia Ven-To (Venezia – Torino) sono lievitati dagli iniziali 80 milioni a circa 180 milioni di euro , tra l’altro notiamo che si stanno asfaltando gli argini per questa ciclovia ( ma non doveva essere un percorso Green perciò senza consumo di ulteriore suolo ?) e vengono installati cartelli stradali in posizioni che secondo noi hanno poco senso .
In sostanza in tempi di ristrettezze economiche pare di capire che le priorità di spesa ( pari a circa 540 milioni di euro !) siano la rinaturalizzazione di un minimo tratto del fiume Po e la ciclovia Ven-To, 540 milioni di euro sono la stessa cifra indicata dal Dott. Bratti Segretario Generale AdBPo per mettere in sicurezza idrogeologica l’intera asta del fiume Po!
Questa situazione non necessita di ulteriori commenti.

Per il Consiglio Direttivo C.AL.CA. – Comitato Alluvionati del Casalese
Massimo De Bernardi – Portavoce e Vicepresidente