Al Liceo Amaldi di Novi Ligure dal 4 febbraio all’11 marzo
La violenza di genere si manifesta in molte forme e viene agita da uomini quasi mai sconosciuti. Riconoscere la violenza aiuta ad evitarla. Ma ci sono forme di violenza imprevedibili, come lo stupro, e anche in questo caso, raramente il carnefice è uno sconosciuto.
“Com’eri vestita?” è una esposizione contro molti stereotipi.
“Nell’ambito della Settimana Arcobaleno del Liceo “Edoardo Amaldi” di Novi Ligure, Zonta Club Alessandria inaugura l’installazione di Amnesty International e Associazione Libere Sinergie realizzata da un progetto di Jen Brockman e Mary A. Wyandt-Hiebert. Un’iniziativa che mette a disposizione dei nostri ragazzi gli strumenti idonei a creare consapevolezza rispetto ad una tematica che riguarda tutti” ha dichiarato il dirigente scolastico, Michele Maranzana.
Il vice sindaco del Comune di Novi Ligure, Simone Tedeschi, ha sottolineato come “L’inaugurazione il 4 febbraio dimostra che si può e si deve parlare di violenza di genere sempre, non solo il 25 Novembre perché sono ancora troppi i meccanismi di colpevolizzazione della vittima, gli stereotipi da abbattere”. Tedeschi ha anche rimarcato come “ogni persona ha il diritto di essere se stessa, diritto che non può essere oppresso da una qualsiasi forma di violenza”.
La mostra è arrivata in provincia di Alessandria il 25 Novembre e dopo l’esposizione all’IIS “A.Volta”, in occasione dei 16 giorni di mobilitazione mondiale contro la violenza sulle donne, il 4 Febbraio alle ore 9,30 sarà inaugurata negli spazi del Liceo Classico in Viale Saffi, 51 in collaborazione con il Comune di Novi Ligure e la Consulta per le Pari Opportunità di Novi Ligure e il nuovamente il patrocinio della Provincia di Alessandria e del centro antiviolenza me.dea
La mostra è parte della campagna ZONTA SAYS NO TO VIOLENCE AGAINST WOMEN, giunta al suo 13° anno, ed è realizzata a scopo didattico/divulgativo: fino all’11 marzo gli studenti e la popolazione – in orario scolastico – potranno vedere gli abiti, leggere le storie di abusi che l’installazione presenta, riflettere, chiedere aiuto ( la scuola avvia uno sportello di ascolto la cui referente è la prof.ssa Martina Cornagliotto).
La presidente di Zonta Club Alessandria ha presentato gli obiettivi della mostra: “Com’eri vestita? aiuta i ragazzi ad acquisire consapevolezza sul rispetto dovuto nei confronti dell’altro genere, ma aiuta le ragazze ad avere maggiore autostima, tutti a comprendere che un “NO” è un “NO” Gli abiti in esposizione rappresentano, in maniera fedele, l’abbigliamento che le vittime indossavano al momento della violenza subita. Abiti comuni, jeans, maglioni, semplici vestiti femminili, un abito da sposa, la divisa di lavoro, una tuta da ginnastica, un anonimo completo giacca e pantalone accompagnato da un bastone per non vedente. I cartelli accanto ad ogni vestito raccontano in inglese con traduzione in italiano storie di ordinaria violenza che potrebbero accadere a ciascuna di noi. Non bisogna aver timore, ma prendere coscienza che la violenza esiste e si può prevenire”.
La visita guidata per i giornalisti, accompagnati da insegnanti e studenti, presenta 17 storie. Eccone alcune:
“Lo conoscevo, faceva parte della mia compagnia, era considerato “lo sfigato”, timido e riservato, ma molto rispettoso. Ho accettato il passaggio a casa, non era tardi. Si è fermato in un parcheggio isolato e ha chiuso tutte le portiere, era una belva con uno sguardo feroce, l’ho spinto via quando ha cercato di baciarmi, ho urlato, ma lui era sempre più violento, il suo corpo mi bloccava…Mi ha stuprata e ciò che ricordo è la mia voce rotta dal pianto. Non ha avuto pietà prima e nemmeno dopo quando mi ha lasciata davanti a casa piegata in due dal dolore e dalla vergogna”.
“Festeggiavo un esame universitario particolarmente impegnativo, avevo un tubino nero appena comprato e con me c’erano le mie amiche. Ballavamo e ridevamo. Eravamo felici. Ero felice. Lui si è avvicinato, aveva modi gentili, abbiamo ballato insieme e poi siamo usciti a fumare una sigaretta. Nel giro di pochi minuti si è buttato sopra di me, era così forte che non riuscivo a muovermi. Un solo pensiero nella mia testa: “ora mi uccide”.
“Una vita nel buio, una vita di impegno per essere considerata alla pari degli altri e, finalmente, una laurea in Legge. Un tailleur grigio, camicia bianca e così inizio il lavoro da sempre sognato, ma un collega mi ha violentata e, nel buio del mio mondo, mi ha sussurrato: sei una povera cieca”.
Sono solo tre delle diciassette storie tratte dal progetto nato nel 2013 grazie a Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e la formazione sessuale dell’Università del Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas e diffuso in Italia grazie al lavoro dell’Associazione LIBERE SINERGIE che ne propone un adattamento al contesto socio-culturale del nostro Paese.
L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. Da qui il titolo emblematico ‘Com’eri vestita?’.
La visita guidata da Zonta Club Alessandria mette in evidenza altri pregiudizi che spesso rivittimizzano la ragazza, la donna abusata, nel racconto della stampa, che quasi mai si occupa della vittima ma piuttosto del carnefice, nel rilevamento della denuncia, nell’interrogatorio in Tribunale.
Per l’intera durata dell’esposizione è prevista la visita libera nell’orario di apertura della scuola. Visite guidate, per tutte le scuole novesi, sono possibili il mercoledì, su richiesta a: info@zonta-alessandria.org
“Dal 2012 alcuni Comuni della provincia di Alessandria, in modo spontaneo, hanno accolto il nostro invito a partecipare alla campagna Zonta Say NO to violence against Women. Da allora abbiamo fatto emergere questa piaga sociale in tutte le sue manifestazioni, contrastando i pregiudizi, le discriminazioni che fanno male, spesso più della violenza fisica. Dal 2024 una nutrita schiera di Comuni si è fatta parte attiva con Zonta della sensibilizzazione della popolazione volta a prevenire, a non far sentire sole le donne vittime di violenza, a denunciare la violenza quale emergenza sociale da non sottovalutare.
Con la mostra “Com’eri vestita?” si unisce il Comune di Novi Ligure, unitamente alla Consulta per le Pari Opportunità di Novi Ligure: Zonta Club Alessandria è particolarmente riconoscente per questa collaborazione di cui beneficeranno soprattutto gli studenti, grazie all’ospitalità del Liceo Amaldi. La loro sensibilizzazione è fondamentale per riconoscere la violenza, per il cambio di cultura necessaria a ridurre la violenza domestica, che può assumere anche la forma dello stupro. Gli stupri sono commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici” afferma la presidente di Zonta Club Alessandria, Nadia Biancato.
Lo stupro è un delitto contro la libertà individuale ed è disciplinato dal Codice Penale.
L’installazione sostiene la campagna #IOLOCHIEDO di Amnesty International
La campagna #IOLOCHIEDO “Il sesso senza consenso è stupro”, lanciata da Amnesty International, afferma un concetto semplice che dovrebbe mettere d’accordo tutti. Purtroppo non è così. In Italia il codice penale fa riferimento ad una definizione di stupro basata esclusivamente sull’uso della violenza, della forza, della minaccia di uso della forza o della coercizione. Non è recepito alcun riferimento al principio del consenso, così come previsto dall’articolo 36 della Convenzione di Istanbul, ratificata dal nostro Paese nel 2014. L’introduzione del principio del consenso nella nostra legislazione contribuirebbe a garantire alle vittime di violenza sessuale il pieno accesso alla giustizia. Con questa campagna, si chiede l’adeguamento della nostra legislazione e una forte spinta a un cambiamento culturale perché sia chiaro che il sesso senza consenso è stupro.
La conferenza stampa è stata chiusa dalla prof.ssa Lucina Alice, docente di greco all’Amaldi, e presidente della Consulta per le Pari Opportunità di Novi Ligure: “La mostra è un contributo fondamentale per creare consapevolezza. Quando c’è rispetto si garantisce a tutte le componenti della comunità parità di diritti, l’equilibrio che determina armonia tra l’uomo e la donna. L’opposto dell’armonia è il caos, cioè il vuoto che si determina quando qualcuno viene meno alla sua parte di rispetto ai diritti dell’altro, in questo caso, il diritto di ogni donna di vivere libera dalla violenza”.