L’Alessandria ‘feroce’ del sindaco Abonante sprofonda nel degrado: umiliata anche la memoria delle vittime dell’alluvione, mentre la Centrale del Latte diventa solo un brand commerciale [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) “Il Presidente della Repubblica è stato invitato per inaugurare un monumento in omaggio ai volontari, alpini, forze dell’ordine e cittadini che aiutarono gli alessandrini nella disgrazia con grande solidarietà, e a rendere omaggio al monumento delle vittime che viene ricordato e ripulito solo una volta l’anno. Potete immaginare che fine farà anche questo nuovo monumento: ne riparliamo tra un annetto”. Questo scrivevo meno di due mesi fa, e purtroppo non mi sbagliavo: sono stata semplicemente ottimista sui tempi. Nei giorni scorsi abbiamo letto che il monumento è già andato in frantumi, non sappiamo se solo per incuria nella scelta dei materiali, o anche magari per atti di vandalismo sempre dietro l’angolo. E poco importa che il monumento sia stato pagato con denaro pubblico, o sia stato un omaggio di qualcuno. Quel che è evidente è il degrado, l’approssimazione, l’incuria, la trascuratezza che l’amministrazione comunale di Alessandria, guidata dal sindaco Abonante, mette in tutto ciò che fa, permeando di mediocrità (menefreghismo? Incompetenza? Un mix di entrambi?) ogni sua azione, dalle risibili piste ciclabili a quest’ultimo ‘sfregio’ alla memoria delle vittime dell’alluvione del 1994. Per carità non che siamo i soli, ad Alessandria. Pensate a quel che è successo di recente ad Agrigento, anche lì in occasione della visita del Presidente della Repubblica. Asfaltature delle strade in fretta e furia, tombini compresi. E poi costi aggiuntivi, e addirittura ricorso al metal detector. Insomma, se al prossimo giro la giunta Abonante si ricandidasse in blocco, ma ad Agrigento, certamente non sfigurerebbe. Intanto però Alessandria affonda, e fa ridere sotto i baffi i sindaci delle cittadine circostanti, che possono sempre dire ai loro elettori: guardate cosa succede nel capoluogo, prima di lamentarvi! E purtroppo, se lo dicessero, avrebbero ragione da vendere!
Voto: 0

2) “Abbiamo fatto scelte per migliorare la città”. Questo è il titolo che si leggeva il 20 dicembre 2024 sul cartaceo de Il Piccolo a pag 31. Un’intera pagina per dire in sostanza che ad Alessandria con il sindaco Abonante e la sua giunta siamo fritti. Nella prima domanda viene proposto un bilancio di metà mandato, immaginando una sorta di crono programma spalmato sui 5 anni, e mi ha colpita questa frase: “ la nostra FEROCE volontà di riprenderci lo spazio pubblico sta diventando fattore comune”. La parola FEROCE nei dizionari è definita così: disumano, crudele, atroce, spietato, violento, malvagio, animalesco, bestiale, brutale, aggressivo, barbaro, bestiale, efferato…Sarò all’antica, e magari oggi, soprattutto negli ambienti che sostengono questa amministrazione, centri sociali e affini, si parla così: ma andiamo oltre.
In questa prima metà di mandato non si sono viste situazioni migliorative a vantaggio di tutti, semmai si è dedicato tanto tempo alle esigenze di collettivi transfemministi (chissà se ora il vento americano arriverà sin da noi, e quando: due sessi, non sette o otto, per dire) che hanno utilizzato, loro sì, un metodo FEROCE nella pretesa di “riprendersi uno spazio pubblico” gratis, o meglio a spese di tutti gli alessandrini, consenzienti e non. Per capire a che punto è Alessandria dopo 30 mesi di giunta Abonante basta leggere questo articolo intervista: “Roggero (Lega): “Tra Ztl e Apu, nel centro di Alessandria cosa succederà?“. Il punto su cimiteri e ponte Bormida”. L’altro punto dell’intervista che desidero trattare è la voce cimiteri alessandrini, per sottolineare le cose come andrebbero raccontate con onestà. Il sindaco Abonante gioca a ‘scaricabarile’, sostenendo che la responsabilità dell’affidamento in gestione del servizio ad una società esterna è della precedente amministrazione di centro destra. A parte che, nel dettaglio, la partita cimiteri fu gestita in prima persona dall’allora assessore ai Lavori Pubblici, Barosini, oggi vice sindaco dello stesso Abonante, per cui il primo cittadino potrebbe chiedere a lui tutti i chiarimenti del caso. Ma il punto vero non è il metodo, ossia la decisione di appaltare un servizio che, gestito internamente, risulterebbe certamente gravoso e impegnativo. Il punto è il come: ossia la qualità del servizio erogato, e l’assoluta mancanca di controlli e verifiche, se non da parte dei cittadini. Abonante è sindaco da quasi tre anni, i cimiteri alessandrini fanno orrore solo ad entrarci, ma la responsabilità è di quelli prima. Ma allora che fanno il sindaco e gli assessori in carica? In che modo si occupano della città e dei suoi problemi? Non so voi, ma io non ho capito ora cosa succederà, sul fronte cimiteri. Il sindaco dice
“Semplice: se nel giro di qualche settimana non arriveranno segnali netti di cambiamento nella realizzazione del progetto e del piano economico finanziario procederemo con la revoca”. Ma a voi pare che questa, dopo tre anni di degrado, abbandono e incuria, sia una risposta accettabile? Qui il sindaco è tutt’altro che feroce, diciamo così: poveri i nostri morti! Per concludere un pro memoria per il sindaco Abonante. Se poi vuole l’elenco degli articoli di segnalazioni di un intero anno sono in grado di fornirlo.
Voto: 2

3) A detta del sindaco di Alessandria Abonante nella prima metà di mandato la sua amministrazione ha fatto scelte per migliorare la città. Non è esattamente quello che ci racconta questo lettore di CorriereAl: “Alessandria città dei semafori per ‘fare cassa’, delle strade dissestate e del degrado”. Il lettore vive a Canelli e le sue critiche sono ampiamente condivisibili, basta girare in città e nelle periferie in macchina o a piedi e si nota lo stato di strade e marciapiedi, strisce di attraversamento completamente scolorite in tutta la città, e poi la sporcizia, quella forma di sporcizia che si è depositata col tempo visto che, se escludiamo le quattro vie centrali laddove ci sono ancora negozi attivi e le pulizie le fanno i commercianti, nel resto della città da tanto tempo non si vedono più operatori ecologici, quelli che un tempo si chiamavano spazzini di quartiere con scopa e paletta. Il lettore critica anche alcune forme di sicurezza nella circolazione stradale: in particolare la precisione e la capillarità dei capillari controlli semaforici mediante telecamere. Solo sicurezza, o soprattutto esigenza di ‘fare cassa’? Il lettore consiglia al sindaco Abonante una gita a Santo Stefano Belbo, “dove vi è un solo incrocio ed è regolato da semaforo con conto alla rovescia, un vero piacere avvicinarsi e attraversarlo, o fermarsi tranquillamente”. Una critica anche sui parcheggi difficili da individuare perché indicati malissimo tanto nella segnaletica orizzontale quanto in quella verticale, cartelli di ogni tipo completamente sbiaditi e spesso illeggibili, senza dire di quelli mancanti (“Alessandria è piena di pali piantati nel terreno senza alcun cartello”). Ho fatto un piccolo elenco delle critiche della lettera, e come sempre ne consiglio la lettura. A questo lettore potrei dire di portare pazienza: sicuramente 12 mesi prima delle elezioni comunali ad Alessandria come per miracolo (soprattutto se nel frattempo sarà riuscita l’impresa di svendere Amag, quanto meno la rete gas) partiranno cantieri in fretta e furia, anche a costo di asfaltare pure i tombini e le caditoie. Per incanto i semafori saranno sostituiti da rotonde laddove vi è la possibilità, le strisce pedonali saranno illuminate e nasceranno parcheggi soprelevati, e si vedranno spazzini in ogni dove. Nel frattempo teniamo duro, ma la domanda da porre al sindaco Abonante è: “È questa l’accoglienza riservata ai turisti, e a chi viene ad Alessandria per lavoro?”
Voto: 4

4) Centrale del Latte di Alessandria e Asti dopo una lunga crisi cessò la sua attività il 14 maggio del 2024, lasciando a casa senza lavoro 48 dipendenti. La fine, anche, di un simbolo cittadino, e di un’azienda nata nel 1931. A seguire la Coop. Piemonte Latte di Savigliano, già socio della Centrale del Latte di Alessandria e Asti s.p.a., si è aggiudicata la proprietà del marchio all’asta tenutasi il 30 dicembre 2024 nell’ambito della procedura di liquidazione giudiziale (fallimento). Comprato il marchio, purtroppo la produzione non tornerà ad Alessandria: il marchio passa invece in gestione al Gruppo Granarolo: “Centrale del Latte Alessandria e Asti: il marchio per 6 anni in licenza a Granarolo”. Letto il titolo mi son detta: “questa sì che è una bella notizia”, ma la cattiva notizia è emersa nel leggere il contenuto dell’articolo. Il latte che tornerà sugli scaffali avrà solo il marchio Centrale del Latte di Alessandria e Asti perché la lavorazione e produzione sarà negli stabilimenti della Granarolo. Nessun posto di lavoro in città, dove resterà solo la sede, che speriamo quanto meno possa essere acquistata all’asta e riqualificata. In caso diverso, avremo un’altra “carcassa” vuota che col tempo diverrà rifugio per i soliti clandestini o vagabondi, a meno che non venga occupata da qualche collettivo. Voi che ne pensate?
Voto: 2