Valenza, lunedì incontro con la scrittrice Raffaella Romagnolo

In occasione del Giorno della Memoria, lunedì 27 gennaio 2025 alle ore 18.15 presso la Sala Consiliare di Palazzo Pellizzari, la Biblioteca civica di Valenza organizzerà, in collaborazione con Cif-Centro italiano femminile, Consulta Comunale del Volontariato e Unitre Valenza, l’incontro con l’autrice Raffaella Romagnolo.
A dialogare con la scrittrice sarà Francesca Ventura, curatrice del profilo letterario “Letture tra due guanciali”, che propone sul canale facebook le ultime novità editoriali.

Raffaella Romagnolo presenterà a Valenza il romanzo “Aggiustare l’universo” (Mondadori, 2023), quarto classificato al Premio Strega 2024.

Il romanzo, ambientato a Borgo di Dentro (nome scelto dall’autrice per indicare la parte più antica della città di Ovada), si apre in occasione dell’inizio dell’anno scolastico 1945-46, il primo dell’Italia liberata. La vicenda vede al centro i temi dei bambini nascosti sotto falsa identità durate le persecuzioni e la Shoah e il valore della memoria e del ricordo vissuti dai protagonisti del romanzo secondo modalità e declinazioni diverse. È questo un romanzo di dolore e di rinascita in cui tutti i personaggi, principali e secondari, sono dettagliati con estrema cura.

A presentare la candidatura del romanzo della Romagnolo al Premio Strega è stata la scrittrice e superstite all’Olocausto Lia Levi con la seguente motivazione: «[…] Pagine e pagine di eccellente letteratura scorrono per arrivare a districare il segreto che ha spezzato una famiglia negli anni della guerra e della persecuzione contro gli ebrei. E Raffaella Romagnolo è perfettamente riuscita in un lavoro di ricerca meticoloso e originale. Non è questo però l’unico merito del romanzo, quello che colpisce ancora di più è la suggestiva tecnica che l’autrice adotta per “raccontare”. La storia è narrata da una moltitudine di personaggi […] ognuno di loro ci offre uno scorcio di sé su episodi e tempi diversi. Non si afferrerà il collegamento se non alla fine, con i fili che incominciano a intrecciarsi in una storia affascinante […]. Sono tutte queste motivazioni che mi spingono ad appoggiare un libro secondo me riuscitissimo e meritevole della massima attenzione.»


Raffaella Romagnolo è nata a Casale Monferrato e vive sulle colline tra Piemonte e Liguria. Da bambina amava leggere e sognava di trascorrere la sua vita tra i libri. Si è laureata in Letteratura Italiana all’Università di Genova e ha conseguito un dottorato in Scienze Letterarie all’Università di Pavia. Terminati gli studi ha cominciato a lavorare al suo primo romanzo e da allora non ha più smesso di scrivere. Attualmente insegna Italiano e Storia in una scuola superiore di Ovada, fa parte del comitato scientifico dell’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea di Alessandria e collabora con “Il Secolo XIX”.
Tra i suoi romanzi si ricordano: “La masnà” (2013), “Tutta questa vita” (2013), “La figlia sbagliata” (2015), “Destino” (2018), “Di luce propria” (2021), “Il cedro del Libano” (2023). I suoi libri sono tradotti in sette lingue.

Sinossi:
Ottobre 1945. L’anno scolastico inizia in ritardo. È il primo dell’Italia liberata e non è semplice ripartire dalle macerie. La maestra Gilla guarda con angoscia quei muri che fino a poche settimane prima alloggiavano nazisti. È arrivata a Borgo di Dentro per sfuggire alle bombe che martoriavano la sua Genova, e come tanti giovani ha combattuto e ha rischiato la vita, scommettendo sulla costruzione di un futuro migliore che altri compagni non vedranno. Ma ora non vuole pensare a quello che la guerra le ha tolto, e le ventitré allieve di quinta elementare che ha di fronte sono una ragione sufficiente per tenere a bada la tristezza. Al suono della campanella è rimasto un posto vuoto, in prima fila. La bambina a cui è destinato raggiunge la classe poco dopo, accompagnata dalla bidella e da un biglietto del direttore. Si chiama Francesca e arriva dal vicino orfanotrofio. È preparata, diligente, ma non parla e Gilla nei suoi occhi riconosce subito la tristezza di chi si trova solo in un mondo cui non appartiene. Per entrambe c’è stato un prima e c’è stato un dopo. Ma se Gilla del passato vorrebbe liberarsi, per Francesca è l’unico posto in cui desidera tornare. Perché lì sta la sua famiglia, quella per cui il suo nome era Ester e con cui viveva a Casale Monferrato, prima che i “provvedimenti per la difesa della razza” impedissero a suo padre di insegnare, a suo nonno di vendere stoffe, a lei e sua madre di condurre una vita degna di questo nome. L’ultimo ricordo felice di Ester è una gita sul Po. Dopo, solo la colpa di essere ebrei. Ora dei genitori non sa più nulla, e la speranza che tornino a prenderla, come le hanno promesso, l’abbandona un po’ ogni giorno. Gilla ha intuito cosa nasconde l’ostinato silenzio della bambina, e sa che per riparare ciò che si è rotto servono calma e pazienza. Le stesse che usa con un vecchio planetario meccanico cha la sera aggiusta sul tavolo della cucina, formulando lezioni immaginarie per le sue allieve.