Alessandria 2025 tra svendite e feste di piazza. E Barosini ‘vero sindaco’ gongola….[Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Ve lo ricordate lo slogan “Alessandria davvero vostra”, vincente peraltro, considerato che l’attuale sindaco di Alessandria ne fece il tormentone della sua campagna elettorale nel 2022? “Vostra, ma di chi?”, mi viene sempre più da chiedermi. Mi pare che, francamente da ben prima dell’attuale amministrazione (che sta dando ‘la botta di grazia’), Alessandria sia sempre meno degli alessandrini, e che Palazzo Rosso, del tutto ‘alleggerito’ delle sue società partecipate, si avvii ad essere un mesto ‘esattore’ di tributi, ed erogatore di servizi burocratici. Avanti di questo passo, anche sindaco, giunta e consiglio comunale saranno solo un costo, eliminabile: con un buon Direttore Generale, e un po’ di funzionari si potrà fare tutto ugualmente, e forse meglio. Poiché vivo ad Alessandria da sempre, e da oltre trent’anni ormai seguo ‘in presa diretta’ le vicende locali, mi pare di poter fare qualche riflessione di lungo corso. Prima di tutto consiglierei a tutti gli attuali eletti o anche nominato a Palazzo Rosso la lettura, più obbligatoria che facoltativa, del bel libro di Debora Pessot, con prefazione di Maurilio Guasco, pubblicato nel 2012 e se ben ricordo elaborazione della tesi di laurea. Un testo fondamentale (anche se mancano gli ultimi ormai quasi trentenne: non sarebbe male una seconda puntata), con titolo eloquente: “Alessandria, ieri: un passato ancora presente. Mezzo secolo di vita politica cittadina (1947-1997)”. Si tratta di un ottimo contributo per una miglior conoscenza della storia amministrativa di Alessandria. Chi amministra oggi il nostro comune spesso non saprebbe fare l’elenco dei sindaci dal dopoguerra ad Abonante, figuriamoci la conoscenza più approfondita degli amministratori, e soprattutto delle scelte strategiche nelle varie epoche.
Dal 1946 al 1993 la città fu amministrata da ben 10 sindaci, con un asse Psi Pci che portò Palazzo Rosso ad essere sempre guidato, fino al 1993, da sindaci socialisti, ma in forte sinergia con i comunisti, e certamente anche in dialogo aperto con la Dc e il mondo cattolico. Non è questa la sede per riaprire la pagina di Tangentopoli, ma fu in quel 1993 che tutto cambiò, anche qui da noi. Alle elezioni dicembrine, dopo un commissariamento durato alcuni mesi, Psi e Pci furono travolti, e si aprì l’era della Lega (all’epoca Nord) e di Francesca Calvo. Un sindaco che, per 9 anni, si fece apprezzare anche da chi non la pensava come lei. Non oso neppure pensare come Alessandria avrebbe potuto affrontare il dramma dell’alluvione, e la successiva fase di ricostruzione, se al timone della città non avessimo avuto lei. Non solo seppe ottenere ingenti risarcimenti da Roma, e vigilò sul loro corretto utilizzo, ma seppe anche gestire il ‘tesoretto’ delle ben 9 municipalizzate cittadine (frutto del lavoro, va ricordato, dei sindaci socialisti precedenti, in particolare durante il doppio mandato di Felice Borgoglio) e metterle ‘al passo’ con i tempi. All’epoca il termine ‘gioielli di famiglia’ aveva effettivamente un senso, mentre quando negli anni scorsi qualcuno parlava per Alegas di ‘gallina dalle uova d’oro’ pareva francamente uscito da un sonno ventennale. Dal 2002 in avanti la situazione partecipate si complica parecchio: stava certamente cambiando il mondo circostante, con le sue regole, e la crescita di grandi player del mercato, frutto di aggregazioni. Ma lì Alessandria cede rovinosamente il passo, e si avvia quel percorso di incapacità strategica che conduce, in vent’anni di successivi errori e disastri, al degrado che viviamo oggi. Possiamo anche consolarci con qualche bella festa di piazza a Capodanno (anche qui si tratta di un revival: si cominciò durante l’era Scagni), ma l’Epifania tutte le feste si porta via, e da oggi siamo di nuovo a confrontarci con l’amarissima realtà. Vi risparmio l’elenco delle tante municipalizzate di vent’anni fa, molte delle quali fallite, altre liquidate o svendute. La realtà di oggi è che Amag è sul mercato, il resto non c’è più. Servizi che per legge devono essere a gestione completamente pubblica come l’acqua navigano a vista, con soluzioni in extremis come a Capodanno. Mentre per i rifiuti si procede a proroghe trimestrali. Se si possa parlare di strategia e visione, o piuttosto di ‘tirare a campare’, puntando al più a rastrellare qualche risorsa aggiuntiva con cui affrontare la campagna elettorale del 2027, valutate voi. Io dico povera Alessandria, come ti sei ridotta.
Voto: 2

2) Quanti Giovanni Barosini esistono? Il nostro pimpante vice sindaco/vero sindaco è ovunque, a tutti gli eventi, su tutti i media locali a reti quasi unificate. Sempre circondato da fans nelle piazze, altrettanto criticato nei bar (pensate alla recente vicenda della ruota panoramica), ma fossi in lui gongolerei anche per le critiche: è tutta audience, che per un vice sindaco/vero sindaco che ha alle spalle un partitino da 3%, costantemente barcollante, è una sorta di miracolo personale. Del resto Azione prima di Barosini ad Alessandria non esisteva, e oggi c’è in quanto è lui a gestirne il brand. Insomma, Barosini ‘spacca’ l’opinione pubblica, ma provate a chiedere a 100 alessandrini se sanno dirvi il nome del sindaco di Alessandria, e vedrete il risultato. Mi sono chiesta spesso se il sindaco Abonante abbia scelto di tenere un profilo basso come strategia (ci potrebbe anche stare, in fondo), o se la ‘slavina’ Barosini lo stia travolgendo, suo malgrado. Sta di fatto che il nostro vice sindaco/vero sindaco guarda al futuro, e fa progetti: “Barosini lancia nuove idee per il 2025: nel piazzale Berlinguer utile una struttura leggera per aumentare i posti auto”. Sorbole, mi sa che Barosini legge le mie pagelle! Più volte nel corso degli anni ho proposto una simile soluzione per il Berlinguer, addirittura avevo consigliato un multipiano in struttura leggera aperta anche nel parcheggio a fianco della stazione, che è sempre meglio che ‘bucare’ e rovinare piazza Garibaldi!
Barosini ha annunciato la volontà di rilanciare gli ampi spazi alessandrini come luoghi per eventi di qualità, e tra questi spazi c’è anche l’ipotesi di spostamento del mercato in piazza della Libertà da piazza Garibaldi. Ma lì si apre anche tutta la vicenda dei parcheggi a pagamento: cosa succederà dopo la proroga di gestione ad Amag Mobilità fino al 30 giugno? Un altro bel punto interrogativo, che va ad aggiungersi alla precaria situazione di acqua e rifiuti. Mi sa che l’unica, a breve, sarà dare a Barosini anche la delega alle partecipate, o a quel che ne resta!
Voto: 2

3) Notte di Natale al lavoro a Cantalupo per Amag Reti Idriche: “Cantalupo, acquedotto senza pace (anche a Natale) Strada Oviglio, i problemi si ripetono. Una notte di lavoro per tornare alla normalità”. Parliamone. Potrei rimanere ore e giorni senza energia elettrica ma non un minuto senza l’acqua che sgorga dal rubinetto.
Quando vedo che al sud succede abbastanza spesso, magari in una regione a Statuto Autonomo straricca come la Sicilia, mi chiedo come sia possibile che la popolazione accetti simili soprusi. Perché non prova a farla lì, il pittoresco Landini della Cgil, la sua agognata ‘rivolta sociale’? Ma cosa è successo a Cantalupo? Pare che i residenti nel pomeriggio dell’antivigilia di Natale abbiano segnalato all’Amag che vi era una perdita di acqua potabile. Il tecnico arrivato sul posto non ha ritenuto necessario intervenire perché l’acqua stava defluendo nella caditoia, ma alle 21,30 i residenti hanno richiamato Amag perché i cortili delle case si stavano allagando. Morale della favola: nella notte di Natale è intervenuta una squadra Amag per riparare il guasto, privando i cittadini l’erogazione dell’acqua per qualche ora.
L’acqua è un bene prezioso comune, una risorsa da difendere, sprecarla è sbagliato, quella consistente perdita verrà caricata su tutti noi e questo accadimento può sembrare cosa piccola, ma dimostra menefreghismo. E non è finita qui. Lunedì 30 dicembre della vicenda di Cantalupo ne parla Svegliati Alessandria con pubblicazione di foto e si legge: “Ancora una volta la frazione di Cantalupo ha subito un’interruzione nell’erogazione dell’acqua potabile creando ulteriori disagi alla popolazione che ormai è stremata, Il gruppo “Cantalupo inforna” riferisce “siamo nuovamente senz’acqua rubinetti asciutti, da stamattina strada Oviglio allagata. Sempre lo stesso tubo crepato al momento Amag dice che tornerà alle 14,00. Vediamo e attendiamo”. Si sa che i tubi che trasportano acqua pubblica sono degradati con l’avanzare dell’età, se poi calcoliamo che l’acquedotto che serve gli abitanti di Alessandria è stato fatto costruire dal Podestà Alberto Fontana all’inizio del XIII secolo, e sviluppato successivamente dall’imprenditore Giuseppe Borsalino, chissà in che condizioni si trovano tali tubature.
Voto: 2