20 milioni per il Ponte Bormida, 5 milioni a Gavi: per fortuna c’è Molinari. Per il resto Alessandria è ‘al pian dij babi’: ruota panoramica, acqua, rifiuti [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

Questa settimana abbiamo abbondato: fate ‘scorta’ di pagelle prenatalizie, che sono anche le ultime dell’anno. La prossima settimana questa rubrica, come tutto CorriereAl, si prende qualche giorno di vacanza. Ci rivediamo martedì 7 gennaio, per commentare le prime vicende del nuovo anno. Buon Natale, Buon Anno e grazie a tutti i lettori per l’affetto che ci dimostrate, e per le costanti segnalazioni! Gzl

1) “Avanti di questo passo, all’onorevole Molinari gli alessandrini dovranno dedicare una statua, da mettere al fianco di quella di Rattazzi”. La battuta l’ho sentita la settimana scorsa da un amico, ma c’è del vero. La notizia di venerdì sera, 20 milioni di euro per la realizzazione del secondo ponte Bormida (ma anche altri 5 milioni per la circonvallazione di Gavi, ‘capitale’ di un territorio un po’ distante dal capoluogo, ma bellissimo e strategico, la Val Lemme) se non sono un miracolo ci si avvicinano molto, considerata la ‘fatica’ con cui è stata partorita la legge di Bilancio, e le molteplici richieste da parte di tutti i comuni d’Italia. L’ho scritto più volte, e lo ribadisco: non ricordo, forse in età repubblicana non c’è stato, un altro parlamentare alessandrino così ‘rilevante’ quanto è oggi l’onorevole Molinari, e capace di essere così attento alle esigenze di tutto il territorio del suo collegio, che è l’intera provincia di Alessandria. La vicenda del ponte Bormida, poi, l’abbiamo raccontata tante volte. Da quanti decenni se ne parla, in maniera inconcludente? Tutti concordano sul fatto che l’attuale ponte, centenario ed eroico, prima o poi finirà con il collassare, e ad ogni piena del fiume (giustamente) il sindaco di turno sospende la viabilità nelle ore più critiche. Ma è chiaro che oggi non solo Alessandria, ma mezza provincia (Fraschetta, ma anche Tortona e Novi, in primis) hanno necessità di una nuova infrastruttura, che affianchi quella di oggi, e che consenta di snellire la viabilità da e per il capoluogo: ancor più se nei prossimi anni vedrà la luce il tanto atteso nuovo ospedale (anche lì, opera di cui si discute di trent’anni). Ora, se ho fatto bene i conti, a disposizione del comune di Alessandria per la realizzazione del nuovo ponte ci sono quasi quaranta milioni di euro: i 20 conquistati dall’on. Molinari nelle ‘pieghe’ della legge di Bilancio, e i precedenti 19 di cui giustamente l’ex sindaco Cuttica rivendica il merito (sempre in ‘asse’ con il capogruppo della Lega alla Camera, ovviamente) anche nella sua più recente interessante intervista: se ve la siete persa, la trovate qui. E ora? Speriamo che l’attuale amministrazione di Palazzo Rosso, molto brava ad ‘intestarsi’ meriti altrui (pensate al complesso di San Francesco, e alla recente inaugurazione della ‘nuova’ piazza della Libertà), colga almeno al balzo l’opportunità, e dia il via alla progettazione dell’infrastruttura. 40 milioni di euro non bastano ancora? A parte che agli alessandrini serve un buon ponte, non l’opera più faraonica della storia d’Italia, ma in ogni caso proceda con fiducia, sindaco Abonante: finché a Roma Alessandria può contare su Riccardo Molinari, vedrà che risorse ne arriveranno ancora.
Ps: E’ Natale, e devo essere buona: ma presto mi piacerebbe analizzare un po’ il contributo portato al nostro territorio negli anni da certi esponenti di sinistra che si ‘stracciano le vesti’ parlando di legge ‘mancia’: se vi viene in mente anche un solo provvedimento di questi ‘rosiconi’ che sia stato utile a noi cittadini segnalatemelo!
Voto: 10

2) Sull’inaugurazione del restyling di Piazza della Libertà parto da una frase di Schopenhauer: “Chi ha meriti riconosce anche i meriti altrui”, il che significa che per riconoscere e far valere volontariamente e liberamente il valore altrui, bisogna possederne di proprio. Condivido in pieno le dichiarazioni del gruppo Lega: “Cuttica e Roggero su nuova piazza Libertà: “Peccato non averla inaugurata insieme”. Molti alessandrini sono distratti, o semplicemente per nulla interessati alla gestione della res publica, salvo poi lamentarsi del degrado, anche istituzionale, che li circonda. Ma chi ha seguito un po’ le vicende comunali dal 2017 ad oggi sa benissimo che senza l’impegno della Lega (in Regione con l’assessore Vittoria Poggio, in comune con il sindaco Cuttica, e i suoi all’epoca assessori Roggero e Lumiera) non sarebbero neppure esistiti i distretti urbani del commercio, e quindi la riqualificazione di Piazza della Libertà, oltre a molto altro. Ma la rimozione appartiene alla cultura politica di chi oggi amministra Alessandria, insieme alla capacità di ‘appendere il cappello’ sui risultati ottenuti da altri, cancellandoli se possibile dalla memoria. Diciamo che è il loro modo di intendere Schopenhauer, ammesso e non concesso che sappiano chi è. Traccio allora un promemoria su fatti, in cui ho avuto la mia parte nell’ottenere un importante risultato: nell’aprile 2017 l’ex sindaco Rita Rossa (PD) inaugurò piazza Santa Maria di Castello, l’area davanti alla storica chiesa che considero la “culla” di Alessandria, perché già esistente prima dello sviluppo della città a partire dal 1168. Nessuno forse lo ricorda, ma il restyling di quello spazio fu possibile soprattutto grazie ad una Associazione e a tre cittadini, dopo una lunga battaglia legale contro un “ecomostro”, un palazzo ATC in fase di costruzione, che avrebbe oscurato la chiesa. Con una aggravante: durante gli scavi per i garage interrati emersero una fornace d’epoca medievale e un bel po’ di ossa di un cimitero di frati, oltre ad altri elementi storici fra cui una colonna con capitello. Il tutto fu rapidamente e un po’ maldestramente fatto sparire in sacchi neri da discarica. Le Belle Arti si girarono dall’altra parte e non ho mai compreso perché. Noi cittadini vincemmo la nostra battaglia contro l’abuso edilizio arrivando fino in Cassazione. Al tempo Alessandria era amministrata dal sindaco Mara Scagni, il nuovo sindaco Piercarlo Fabbio procedette poi, come aveva assicurato in campagna elettorale, all’abbattimento dell’“ecomostro” nel 2011. Arriviamo al 2017, quando la giunta Rossa realizza la nuova piazza con un finanziamento di un milione e mezzo di euro, recuperato da un precedente programma (ex giunta Francesca Calvo) di fondi statali detto “Cortili Ritrovati”. Arrivo al punto: la giunta Rossa si ‘intestò’ l’inaugurazione della Piazza, guardandosi bene dall’invitare per pura cortesia, o dal riconoscere il ruolo di chi aveva lottato duramente per difendere quello spazio. Così andò del resto anche per i fondi Pisu, conquistati durante gli anni di Fabbio e spesi negli anni di Rossa. Insomma, la morale è sempre quella: la tendenza di certe amministrazioni, che tutto sommato si sentono fragili e insicure, e hanno poche idee originali da mettere in campo, è quella di cavalcare i progetti altrui, senza avere l’intelligenza di riconoscerlo. Del resto, se guardate bene, i nomi che ricorrono sono sempre quelli, al di là dei ruoli formalmente ricoperti. Ora, però, potranno andarsi a leggere Schopenauer.
Voto: 2

3) “Si riaccende la torre faro in zona Astuti: Restituiamo luce alla città”. Mercoledì 18 dicembre il sindaco Abonante ha informato la cittadinanza che finalmente, grazie all’impegno della sua amministrazione, la torre faro in zona Astuti davanti allo stabilimento Mino, spenta dal 1994, è stata riaccesa. Da quanto mi risulta però la torre faro in zona Astuti di fronte alla Mino è stata installata e accesa solo attorno al 2016 (22 anni dopo il 1994), a fronte del piano esecutivo approvato per la nuova area commerciale Astuti dalla giunta comunale Rossa nel 2014 per portare la catena Decathlon in città. La nuova area commerciale Decathlon fu realizzata su 3.500 metri quadri (leggermente più grande rispetto all’analoga struttura del Retail Park di Serravalle), con parcheggi per circa 500 vetture, mentre sulla statale fu realizzata una rotonda all’ingresso, dove fu posta la torre faro. Quindi, se si tratta di quella specifica torre faro come scritto nell’articolo che ho citato, nel 1994 non esisteva, e comunque per qualche tempo sarà stata accesa. Pare però che siano spente altre tre torri faro importanti per la sicurezza, che si trovano al bivio di San Michele. Le prime torri faro pensate nel territorio alessandrino furono quelle del cavalcavia di Spinetta Marengo (parco benessere Bellavita, aperto nel 2008). Nei giorni scorsi però il sindaco Abonante è andato ben oltre, presentando l’ambizioso piano di re/illuminazione di una città capoluogo di provincia del Nord Italia che oggi, a metà del suo mandato, si presenta come un territorio in semi abbandono, decadente, triste e illuminato solo dalla luce del sole, quando c’è. Intere vie, anche centrali e semicentrali, sono spesso al buio, e provateci voi ad attraversarle, se ve la sentite. Girano video inquietanti sui personaggi che si aggirano di notte per Alessandria, e non c’è da stupirsi se le persone perbene si chiudono in casa all’imbrunire, e i locali chiudono i battenti. E’ bellissimo che ci siano progetti, intendiamoci: ma un conto sono i sogni e le slides proiettate in conferenza stampa, altro aggirarsi davvero per la nostra città in queste sere, pur natalizie. Pensate voi a cosa potrà essere gennaio, o febbraio. Speriamo dunque che l’accensione del faro sia un segnale di cambio di passo, e non davvero solo un modo per illuminare il degrado che attende chi arriva ad Alessandria, e chi ci vive.
Voto: 2

4) Evviva, evviva. La grande ruota panoramica Barosini, che qualche spirito burlone già ha ribattezzato ‘ruota della sfortuna’, fa finalmente bella mostra di sé in piazza Garibaldi, lato orologio. Tante, lo sapete, le polemiche al riguardo: soprattutto per quei 75 stalli di parcheggio che ‘vengono meno’, proprio nel momento dello shopping natalizio, e fino a fine gennaio. Eppure Barosini è, tra i molti suoi incarichi, anche assessore al Commercio, per cui immagino che si sia confrontato con le associazioni di categoria, e soprattutto con i commercianti in carne e ossa. Se son contenti loro, figuriamoci noi: sarà sufficiente, fino a fine gennaio, girare al largo dal centro, che del resto è sempre più invivibile e triste, a prescindere dalla comica ruota. Amag Mobilità riceverà dal comune di Alessandria, a titolo di risarcimento per il mancato incasso dei 75 stalli, 11 mila euro forfettari, e ci sta. Non sono ancora riuscita a capire, invece, con quale criterio sia stata scelta l’azienda a cui affidare installazione e gestione della ruota, e a quali condizioni economiche. Immagino che, essendo il comune di Alessandria sottoposto alle stesse regole di tutti gli altri enti locali italiani, abbia provveduto ad una gara d’appalto, ma altro non ho trovato: né sui giornali, né sul sito dell’ente che, a onor del vero, è un vero proprio inno al caos, e alla mancanza di trasparenza. Scelta razionale, o semplice incapacità, non saprei. Comunque buon divertimento a chi salirà sulla ruota Barosini: e se qualcuno avesse qualche informazione in più sulla gara di appalto ci faccia sapere.
Voto: 2

5) Se penso alla situazione del Gruppo Amag fino a due anni e mezzo fa, con i suoi innovativi progetti di smart city e comunità energetiche, e osservo l’attuale situazione di ‘sbando’, con enormi punti interrogativi sul futuro prossimo, sia sul fronte acqua che rifiuti, mi viene da chiedermi come diamine sia stato possibile un tale precipitare. Avete sicuramente letto le nuove esternazioni dei sindacati, sempre più preoccupati per la situazione. Ma sono tanti i dubbi che mi circolano in mente, così come le ipotesi che sento fare dai bene informati. Per cui per ora teniamoci le perplessità, e guardiamo ai fatti. Leggo che, sul fronte rifiuti, il comune di Alessandria (principale azionista del Gruppo Amag) sarebbe in forte tensione con i vertici di Amag Ambiente e Consorzio di Bacino, per la questione dell’attesa procedura di gara pubblica a doppio oggetto per il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani. L’Amministrazione Abonante – con un documento firmato dal dirigente Antonello Paolo Zaccone – evidenzia come “dopo circa quindici mesi dal deliberato consortile e nove dagli indirizzi consiliari di affidare la gestione dei servizi di raccolta differenziata dei rifiuti urbani e dei correlati servizi accessori di igiene urbana a una società mista, pubblica e privata, nella quale il soggetto privato operativo abbia una percentuale di capitale sociale che renda l’operazione sostenibile, l’intendimento non abbia ancora trovato avvio con l’indizione della gara di specie”. Quindi cosa succederà? Chi si occuperà l’anno prossimo della raccolta dei nostri rifiuti, ma anche del loro smaltimento, considerato che la discarica di Solero, dopo vari ampliamenti, sarà definitivamente chiusa in questi giorni? Non lo sappiamo, buio totale. Così come non sappiamo se questo si tradurrà in un ulteriore aggravio dei costi Tari, che già oggi ad Alessandria sono più o meno il doppio di tante realtà lombarde. Vi pare possibile? Eppure è così. Sull’acqua, poi, vicenda se possibile ancora più intricata, ben spiegata qui. Ma anche qui. La fine dell’anno è praticamente arrivata, e sia sul fronte rifiuti che acqua mi pare si sia ‘al pian dij babi’, come dicevano gli alessandrini veri. Ossia in una situazione di difficoltà estrema, che non può essere dissimulata, e men che meno risolta, con qualche enfatico comunicato stampa.
Voto: 0