Allarme di CSE Sanità: ““Rsa di Gavi chiuderà a gennaio in un assordante silenzio”

Mercoledì 27 Novembre la CSE SANITA’, organizzazione maggiormente rappresentativa tra i dipendenti dell’appalto per la gestione globale dei servizi per la RSA di Gavi, è stata informata dalla Cooperativa Sociale Codess Sociale della chiusura dal 01.01.2025 della Struttura.

La struttura era stata affidata, dopo una lunga trattativa, in appalto alla Codess dal 1° settembre 2018 per cinque anni dalla proprietà della Struttura la Azienda Sanitaria Locale di Alessandria.
Le motivazioni di tale chiusura non sono ben note e chiare visto che l’Asl Al alla data odierna non ha dato nessuna comunicazione di smentita o meno né ha pubblicato un bando di gara per gestire i servizi in appalto.
Ma ancora una volta quello che è certo che le problematiche della chiusura sono dovute a problematiche economiche e di cattiva gestione della RSA.

Come sempre quelli che vanno a rimetterci sono i lavoratori e gli Ospiti, in questo caso stiamo parlando di circa 35 lavoratori e 35 su 58 ospiti della RSA che dopo 5 anni si ritrovano nella stessa identica situazione.

La Cse Sanità ha da subito proclamato lo Stato di Agitazione e richiesto un incontro urgentissimo al Prefetto di Alessandria in cui insieme ai vari attori (Codess, Asl Al, Comune di Gavi, CSP e Regione) si possa trovare una soluzione favorevole al futuro della struttura e dei dipendenti.

La Rsa di Gavi è rimasta una delle poche, se non l’unica, struttura per Anziani gestita dalla Asl Al e quindi espressione vera del Pubblico nel Sociale.

Stefania Gallo, Coordinatore Territoriale CSE Sanità ha commentato “La Cooperativa ha espresso, nell’incontro avuto con i Referenti della CSE Sanità, la possibilità di trasferire i lavoratori in altre strutture da loro gestite in Provincia di Torino. Tale proposta per questioni di logistica e condizioni economiche la riteniamo peggiorativa e non risolutiva. L’Asl Al non ha dato nessuna risposta. Ancora una volta a causa del menefreghismo e della cattiva gestione della Politica e dei Dirigenti Pubblici ci ritroviamo a decretare la chiusura di una struttura pubblica e chi ne paga le conseguenze sono sempre i lavoratori”.