Coldiretti a Torino: “L’agricoltura non deve pagare per tutti”

Al grido “l’agricoltura non deve pagare per tutti” oltre mille coltivatori ed allevatori della Coldiretti si sono dati appuntamento a Torino davanti alla sede del Consiglio regionale, per ribadire che servono poche regole ma buone: le aziende non possono soccombere sotto il peso della burocrazia.

In una via Alfieri colorata di giallo, presente una numerosa delegazione di Coldiretti Alessandria con il presidente Mauro Bianco e il Direttore Roberto Bianco, dal palco allestito di fronte a Palazzo Lascaris, la voce di chi ogni giorno deve “difendere” il proprio lavoro, storie e testimonianze di resilienza e determinazione: dalle nuove generazioni che hanno scelto l’agricoltura come lavoro e passione e sono preoccupati per il futuro del settore a chi ha sulle spalle anni di esperienza ma si vede costretto a fare un passo indietro a causa di troppi vincoli e scartoffie.

“Quando un’azienda agricola chiude, quando una stalla chiude, sappiamo bene che non riaprirà più. E in questo modo viene perso un patrimonio unico e insostituibile di biodiversità e di storia. Ecco perché sono prioritarie le modifiche all’aggiornamento del Piano regionale di Qualità dell’Aria” come sottolineato per Coldiretti Alessandria da chi su quel palco è salito e si è fatto sentire portando in primo piano le problematiche del territorio provinciale: da Angelo Boccaccini, presidente di Zona di Castelnuovo Scrivia a Mario Castelli delegato Giovani Impresa Alessandria, da Valerio Peretti di Casale Monferrato agli acquesi Roberto Abergo e Giorgio Pizzorni.

Nel corso del sit-in, importante il confronto con il presidente del Consiglio regionale, Davide Nicco, l’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Bongioanni, e l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati: da loro l’impegno ad introdurre, per quanto riguarda gli abbruciamenti, una formula a semaforo che consenta dei periodi di autorizzazione a bruciare i residui vegetali. Successivamente, l’assessore Marnati, alla domanda precisa se le coperture delle concimaie sono obbligatorie o meno, ha risposto con un netto “No” e ha spiegato che verranno introdotte, nel corso del prossimo anno, nuove formule che non obblighino alla copertura, ribadendo che verranno discusse nuove proposte, analizzate con l’Organizzazione.

“Quello che abbiamo ottenuto è un risultato molto importante, naturalmente ora monitoreremo affinchè le promesse diventino realtà. Indispensabile l’eliminazione e non il rinvio, dell’obbligo di copertura della concimaia che richiede costi elevatissimi ed impatta fortemente sul paesaggio – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Così come l’ampliamento dell’arco temporale rispetto alla scadenza del 1 gennaio 2026 per consentire di adempiere alle procedure richieste, introducendo anche formule meno gravose per le imprese. Rispetto al tema della qualità dell’aria, per ovviare all’attuale normativa senza penalizzare solo l’agricoltura, attivare il meccanismo del semaforo garantisce la possibilità di bruciare i residui vegetali al fine di evitare l’insorgere di fitopatie, anche alla luce dell’arrivo sempre più frequente di insetti alieni, ed impiegare formule di concimazione naturale. I nostri allevamenti stanno già attraversando una stagione difficile dal punto di vista economico ed è impensabile, quindi, gravare su di loro con spese aggiuntive ed investimenti a fondo perduto”.

“Pur nella consapevolezza della necessaria attenzione all’ambiente, il pericolo è quello di far chiudere migliaia di aziende che costituiscono il tessuto economico provinciale e regionale – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Va evitato di servire un assist alle industrie chimiche, invece di utilizzare metodi di coltivazione naturali ed è necessario ridurre la burocrazia rispetto agli adempimenti da rispettare: i nostri imprenditori non devono diventare dei burocrati, ma devono essere messi nelle condizioni di poter fare il loro lavoro. Ancor più in questo momento storico, è prioritario evitare di aumentare le importazioni dall’estero per questo è fondamentale il ruolo dei nostri imprenditori che producono cibo di qualità unica nel mondo, preservano territori altrimenti disabitati e sostenendo importanti progettualità di filiera”.

Al termine del sit in, i vertici di Coldiretti Piemonte sono stati ulteriormente chiamati dal presidente del Consiglio regionale, Davide Nicco, insieme ai presidenti ed ai vice presidenti della terza e quinta commissione del Consiglio con i capigruppo ed i consiglieri per ribadire ulteriormente i punti cardine e le istanze prioritarie per salvare agricoltura e stalle del territorio.