Volpi (Fondazione VIVA): “Impresa sostenibile e aiuto ai più fragili, al servizio del territorio alessandrino”

di Ettore Grassano

Vicini alle imprese, vicini all’ambiente. La Fondazione VIVA, costituita 2 anni fa da un’idea di Confindustria Alessandria, ha già compiuto i primi passi di un percorso che, nell’intento dei soci fondatori, dovrà essere lungo, e capace di incidere in maniera sistematica e profonda nel tessuto socio economico del territorio, sviluppando progetti in partnership con altri soggetti, nei settori più diversificati, ma con un minimo comune denominatore: la sostenibilità d’impresa, e la capacità di migliorare l’ambiente, e la qualità di vita della comunità, con particolare riferimento alle categorie più fragili, e a rischio.

Presidente della Fondazione VIVA è, dalla sua nascita, l’imprenditore tortonese Carlo Volpi: figura di rilievo nel settore enologico, alla guida di un’azienda che, da oltre un secolo e da cinque generazioni, produce vini di qualità, con forte valorizzazione del territorio.

Abbiamo chiesto al Presidente Volpi di raccontarci cos’è oggi la Fondazione VIVA, ma soprattutto cosa aspira ad essere domani, e come è destinata ad operare e ad ‘incidere’, in quali direzioni, e con quali obiettivi.

Presidente Volpi, due anni sono certamente pochi per valutare l’operato della Fondazione VIVA: eppure il primo tratto del percorso è certamente fondamentale per capire quale strada si vuole intraprendere. Tentiamo un primo bilancio?
Il primo bilancio è positivo, visto che abbiamo potuto avviare e concretizzare, su tematiche che oggi sono per le imprese fondamentali – cito sostenibilità e inclusione – iniziative che vanno oltre la consueta attività delle associazioni di categoria, come nel nostro scopo.

Il recupero funzionale della ex Casa del Mutilato di Corso Borsalino ad Alessandria è tra i vostri primi obiettivi: sarà la casa della Fondazione, oltre che di Confindustria e Ce.S.I.?
Certo, sarà la casa della Fondazione Viva oltre che di Confindustria e di Confindustria Alessandria Servizi, che è la nuova denominazione di Ce.S.I. Uno degli obiettivi del recupero della Casa del Mutilato è proprio di aprirla alla cittadinanza, e in questo senso le attività di Viva sono un elemento importante.

La Fabbrica Sostenibile è ormai un brand riconosciuto, e un riconoscimento ambito per le imprese. Quanto è importante oggi il concetto di sostenibilità, e quanto compatibile con quello di sviluppo?
Fabbrica Sostenibile è la testimonianza dell’attività che le imprese fanno, nel territorio, per essere sostenibili. Solo essendo sostenibili, oggi, le imprese e il territorio in cui viviamo possono svilupparsi. E la scelta della Cittadella dello Sport come impresa testimone di quest’anno, cui Viva ha attivamente contribuito, coniuga perfettamente gli obiettivi che ci poniamo, dimostrando i risultati concreti che già si stanno ottenendo.

Fondazione VIVA si sta anche distinguendo per la sua capacità di incidere nel sociale, che è più che mai anche economia: dall’integrazione professionale dei detenuti, all’attenzione per le problematiche dell’autismo, state già dimostrando di esserci…
Siamo molto impegnati nei progetti di inclusione, è vero. Dare opportunità a chi purtroppo se ne è viste negare, per diverse ragioni, riconferma e rafforza quanto dicevo poco fa. A proposito del progetto per la qualificazione professionale di ragazzi e ragazze con sindrome dello spettro autistico, mi fa piacere comunicare che è in corso, i ragazzi si stanno formando, in particolare nella gestione dei magazzini e nell’informatica, i prossimi passi saranno destinati a un loro concreto inserimento nel mondo del lavoro.

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Altro filone significativo, il protocollo siglato con Me.dea contro la violenza alle donne. Anche il mondo dell’impresa, su questo fronte può fare tanto…
È un accordo che ci onora. I luoghi di lavoro sono uno dei pochi posti in cui le donne vittime di violenza domestica possono trovare attenzione e ascolto. Me.dea è una eccellenza del nostro territorio e con questo accordo, che offre oltre a un primo contatto per la donna che ha necessità di supporto anche la possibilità di attivare tirocini, vogliamo dare alle donne l’aiuto concreto di cui necessitano.

Sport e Università: perché è importante per voi sostenere il Cuspo?
Anche l’accordo di collaborazione con il CUSPO, di cui è partner Confindustria Alessandria oltre a Viva, rientra nelle stesse finalità di sostenibilità e inclusione, e crea opportunità di welfare aziendale. Infatti vogliamo con questo accordo, oltre a promuovere e diffondere le attività sportive di Cuspo a favore dei ragazzi affetti da disabilità cognitiva, favorire le opportunità di welfare che le aziende possono offrire ai dipendenti avvalendosi delle diverse attività sportive. E le aziende potranno essere partner di Cuspo nelle diverse specialità di sport universitario.

Parliamo di Sanità, di ricerca applicata a questo comparto essenziale per tutti noi, e quindi di DAIRI: cosa state facendo e farete con il Dipartimento delle Attività Integrate Ricerca e Innovazione dell’Ospedale di Alessandria, che ha ormai raggiunto con Azienda Zero (DAIRI-R) una dimensione regionale?
Questo è un’altra importante collaborazione appena concretizzata. Con una donazione a Solidal per la Ricerca, Confindustria Alessandria e Fondazione Viva confermano e rinnovano il sostegno alla ricerca condotta dal Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI), diretto da Antonio Maconi. In particolare, questo contributo sarà destinato a finanziare i premi “Fondazione Viva – DAIRI for Young” e “Confindustria – Monaco”. La partnership ha inoltre lo scopo di promuovere progetti congiunti di ricerca e innovazione, partecipare a bandi regionali, nazionali e internazionali, e favorire nuove strategie di comunicazione scientifica e tecnologica, coinvolgendo anche le imprese associate a Confindustria.

Presidente Volpi, come individuate i progetti da sviluppare, e come li finanziate?
I progetti da sviluppare sono tutti valutati dalla nostra struttura, che ci è fornita da Confindustria, poi sottoposti all’esame degli organi della Fondazione, che li valuta sulla base della rispondenza alle finalità statutarie, appunto sostenibilità e inclusione, qualificazione dei giovani, welfare e sviluppo del territorio. Non siamo una Fondazione dotata di proprie risorse economiche perché abbiamo scelto di aggregare le aziende del territorio, partendo dalla base associativa della Confindustria, senza chiedere loro alcun contributo economico, a meno che non vogliano essere partner di specifici progetti in cui credono. Quindi non siamo una Fondazione che eroga contributi economici, siamo semmai un veicolo per la diffusione delle iniziative in cui crediamo.

Pensate di sviluppare percorsi di collaborazione anche con altre Fondazioni presenti sul territorio, a partire da quelle di estrazione bancaria?
Nella costituzione dell’organo di indirizzo della Fondazione abbiamo voluto includere tutti i portatori di interesse del territorio, dall’Università alla Camera di Commercio, ai sindacati, alle altre fondazioni, anche di estrazione bancaria. Perciò tutti i progetti sono validati non solo dai rappresentanti delle imprese partecipanti ma anche dagli altri importanti soggetti ed enti che come noi vogliono lo sviluppo sostenibile del territorio.