Mercoledì 30 ottobre, la mattina verso le 11. L’ora dell’aperitivo in via Amendola, in Pista ad Alessandria, per questi pasciuti toponi che, per nulla infastiditi dalle riprese, si fanno gli affari loro.
Un po’ più arrabbiati pare invece siano gli abitanti del quartiere, che (al contrario dei sorci) pagano pure Tari e tasse comunali varie. “Se lo spettacolo è questo in pieno giorno, immaginatevi sera e notte, con il buio”, ci ha detto uno di loro.
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Questa è Alessandria: in soli due anni, con la guida del sindaco Abonante e della sua giunta, il capoluogo di provincia pare sia entrato nella top ten delle città del cinema, e del teatro. Del resto, era logico dovesse succedere: basta leggere con attenzione i curricula degli attuali amministratori.
Ma al contempo Alessandria è anche, e sempre più, la città dell’insicurezza, e dei topi. Forse qui da noi anche più di 8 a testa, come cantava ormai più di vent’anni fa il grande Max Manfredi in riferimento alla vicina Genova: il nostro nuovo modello di riferimento è quindi Calcutta?