di Ettore Grassano
“La cartellina che vede qui, sulla scrivania, è il frutto delle prime settimane di ricognizione, per conoscere in maniera approfondita lo stato di salute dell’Ente, e capire da dove partiamo, e dove possiamo arrivare. Vorrei davvero che la Provincia fosse il punto di riferimento dei comuni, di tutti i territori, e mettesse al primo posto le esigenze dei cittadini, e delle comunità locali”.
Luigi Benzi, Gigi per gli amici, è dalla fine di settembre il nuovo Presidente della Provincia di Alessandria. Sindaco di Quargnento al quarto mandato non consecutivo, dirigente d’azienda in aspettativa da ottobre, l’ingegner Benzi ha una cordialità e simpatia umana apprezzata da tutti, avversari politici compresi, e un approccio ai problemi estremamente concreto. Sciorina numeri e dati, non si sottrae alle quotidiane emergenze (“mi scusi, c’è una scuola con acqua nelle aule, sento i tecnici e torno immediatamente da lei”), ma sa che non solo di quelle si vive: “Occorre programmazione, e fissare le priorità a cui dedicarci, date le risorse tutt’altro che abbondanti. Non dimentichiamo che siamo in piena fase di risanamento finanziario, con un piano di riequilibrio che sarà completato soltanto nel 2028”.
Proviamo, allora, a capire quali saranno, nei prossimi quattro anni, obiettivi e progetti della Provincia di Alessandria, e come il Presidente Benzi intende muoversi sui principali asset: dalle strade alle scuole, dall’ambiente ai rapporti con i 187 comuni del territorio.
Presidente Benzi, si è già fatto un’idea di quel che la aspetta per i prossimi quattro anni?
(sorride, ndr) Tanto lavoro, tante grane, ma spero anche qualche soddisfazione, e risultati concreti per i cittadini. Per ora posso dirle che qui, a Palazzo Ghilini ma anche nelle altre sedi dell’ente, ho trovato un’atmosfera molto positiva, e personale di qualità, motivato e pronto a mettercela tutta. Certo, siamo troppo pochi: 235 persone, a fronte delle oltre 800 che la Provincia aveva vent’anni fa, tanto per avere un parametro di riferimento. Erano troppe allora? Forse sì, ma oggi davvero siamo sotto organico in settori cruciali, dalle strade all’ambiente, per essere concreti. Nonostante questo, maniche rimboccate, e avanti senza tentennamenti. Faccio molto affidamento anche sul lavoro di squadra che sapremo fare come giunta, dopo la distribuzione delle deleghe dei giorni scorsi.
Partiamo proprio dalla viabilità Presidente, considerato che si avviciniamo ai mesi più delicati, quelli invernali. Oggi una parte delle arterie è passata sotto la responsabilità di Anas, giusto?
Corretto, ma attenzione: noi abbiamo ancora la manutenzione ordinaria e straordinaria di 1.824 chilometri di strada, contro le 2.300 di un tempo. E riattenzione: si tratta molto spesso di strade periferiche, talora di collina o di montagna, ma non per questo meno importanti: perché tutti i cittadini pagano le tasse, e hanno quindi diritto ad una viabilità sicura e accettabile, e poi anche perché si tratta spesso delle aree della provincia a più forte impatto turistico ricettivo. Se vogliamo che i turisti, italiani o sempre più anche stranieri, facciano della nostra parte di Piemonte un punto di riferimento stabile, dobbiamo loro anche la possibilità di spostarsi in maniera agevole. E poi c’è il tema dello sviluppo logistico. La grande circolazione di merci, e il moltiplicarsi di strutture di stoccaggio e di lavorazione in diversi punti dell’alessandrino, impatta pesantemente sulla viabilità. Penso a Tortona, ma anche a Spinetta, dove si è insediata Amazon, e dove presto potrebbero arrivare altre attività: è evidente che il ponte Bormida, eroico e più che centenario, non può bastare.
Lo snodo sono sempre le risorse…
Purtroppo sì. Chi mi ha preceduto, con il fondamentale contributo di dirigenti molto preparati, ha avviato un percorso di salvataggio e risanamento dell’Ente straordinario: ma fino al 2028 siamo comunque soggetti ad un piano di riequilibrio che prevede sacrifici, e risorse scarse. Per rimanere alla viabilità: la manutenzione ordinaria delle strade provinciali necessita di circa 5 milioni di euro l’anno, e ne abbiamo a disposizione poco più di tre. Porto poi la mia esperienza di sindaco di Quargnento: anni fa, il territorio era suddiviso in 9 dipartimenti sub provinciali, e nel nostro, che era Valenza 2, potevano contare su 6 cantonieri, oltre che su altre professionalità. Oggi i dipartimenti sono in tutto 6, quindi più estesi, e il personale è la metà di prima. Chiaramente tutto questo è destinato ad avere ripercussioni, e lo sappiamo. Ogni giorno dobbiamo gestire emergenze, su un territorio vastissimo.
Altra competenza importante rimasta in capo alla Provincia sono gli edifici scolastici…
E’ di pochi minuti fa una perdita d’acqua in un istituto di Alessandria. Ma le scuole di nostra competenza sono in tutti i centri zona, e il personale fa davvero i salti mortali. Su questo fronte, anche grazie al PNRR, sono stati fatti negli anni scorsi investimenti importanti, in termini di efficienza energetica, ma anche di sicurezza. Ovviamente non basta mai.
Ambiente, vera ‘patata bollente’ per una provincia come questa: la questione più ‘calda’ è certamente quella del polo chimico di Spinetta. La Provincia che farà?
La Provincia in questa vicenda non può che avere come priorità assoluta la tutela della salute dei cittadini. Per questo, nei mesi scorsi, era stata sospesa la produzione di nuove sostanze, di cui è stata rinvenuta traccia nelle acque del Bormida. La proprietà, per tutti noi ancora Solvay anche se ha cambiato nome e si chiama Syensqo, si sta mostrando estremamente collaborativa, e sappiamo ben che lì un conto sono le nuove produzioni, un conto l’inquinamento ‘storico’, che ha radici addirittura centenarie. Sacrosanta però la richiesta dei comitati civici e ambientalisti, e puntuale anche la disponibilità della Regione Piemonte ad effettuare accertamenti clinici approfonditi sulla popolazione. Del resto l’assessore alla Sanità Riboldi, da casalese, di emergenze ambientali con l’eternit ne sa qualcosa, e ha certamente sensibilità spiccata sul tema. Posso dire che faremo tutto quanto è necessario, su questo dubbi non ce ne sono.
Deposito Scorie Nucleari: lei, come il suo predecessore Bussalino, ha sempre detto ‘no’ in modo forte e chiaro, e ad oggi tutti sul nostro territorio sembrano allineati..
E’ assolutamente così, e il no si estende in maniera secca, mi pare, anche al resto del Piemonte. Peraltro a livello nazionale si si sta anche tornando a confrontare sulle modalità: un unico Deposito, o tre diversi, di minor impatto? L’Unione Europea non impone obblighi su questo fronte: dice solo che ogni Paese deve provvedere, e mettere queste scorie in sicurezza. Da ingegnere, mi permetto un’altra considerazione: Depositi fuori terra sono davvero sicuri oggi, data la crescente instabilità geopolitica internazionale? Sono riflessioni che non competono alla Provincia, naturalmente: ma come cittadini ci riguardano tutti.
Parliamo invece di rifiuti ‘non speciali’, ossia quelli che tutti noi procediamo, e per smaltire i quali paghiamo l’onerosa Tari. La discarica di Solero, in località Calogna, è prossima all’esaurimento. E poi?
Prima di tutto grazie per la precisazione. Talora mi dicono ‘la discarica di Quargnento’, e da sindaco oltre che da cittadino mi tocca precisare che la discarica tecnicamente è tutta sul territorio di Solero: anche se al confine, per cui i disagi (odorigeni e viabilistici) ricadono purtroppo anche su Quargnento. Ciò premesso, la discarica è già stata compattata, innalzata, e entro la fine del 2024 si esaurirà. E’ fondamentale che Alessandria e Valenza, i comuni più grandi tra coloro che la utilizzino, migliorino drasticamente la loro differenziata, raggiungendo se non l’80% di diversi piccoli comuni almeno il 65% previsto dalla legge, da cui sono oggi lontane. Se ciò succedesse, i comuni potranno avere una riduzione dei costi di smaltimento del rifiuto indifferenziato che è notoriamente il più costoso. Aral sta già valutando diverse soluzioni per il dopo discarica di Solero. La scelta dovrà essere coordinata e condivisa con l’Autorità Rifiuti Piemonte e occorre fare presto.
E l’acqua? Da bene pubblico per antonomasia, con tanto di referendum promosso dalla sinistra nel 2011, pare improvvisamente diventata il nuovo eldorado per business privati. Lei ha affidato nei giorni scorsi la delega dell’Ato6 al consigliere Giacomo Perocchio…
Di natura non sono un accentratore, e per i motivi a cui lei accennava oggi l’Ato6 necessita di un Presidente completamente dedicato: sono certo che il dott. Perocchio, che del tema acqua già si occupa da tempo, saprà seguire con attenzione il percorso verso la costituzione di un gestore unico d’ambito, come richiesto dal Ministero. Posto che, appunto, l’acqua è un bene primario che deve restare a controllo pubblico, come sancito anche dal referendum, e soprattutto come richiesto dalla sensibilità della gran parte della popolazione.
Presidente Benzi, una battura finale sulla reazione un po’ scomposta di qualcuno nel centro sinistra al momento della sua vittoria vogliamo farla?
(sorride, ndr) Ma no….è vero che bisogna saper perdere, come dice quella vecchia canzone, ma occorre anche saper vincere senza infierire. E’ stata una vittoria al fotofinish, e più d’uno tra i ‘grandi elettori’ non ha votato secondo le attese: e non solo a sinistra, sia chiaro. Più che con una battuta, chiuderei con un auspicio: che al prossimo giro, tra quattro anni, consiglio provinciale e Presidente possano tornare ad essere eletti dai cittadini.