Le dichiarazioni del Ministro Musumeci fatte qualche giorno fa ci portano a fare alcune riflessioni e osservazioni sul tema attuale dell’Assicurazione obbligatoria contro le calamità.
Prima di tutto occorre chiarire che in ambito assicurativo esiste una differenza significativa tra eventi naturali ed eventi catastrofali, anche se talvolta questi termini possono sovrapporsi a seconda del contesto.
Gli eventi naturali sono eventi che si verificano a causa di fenomeni naturali come grandinate, uragani, tempeste, tornado, fenomeni elettrici, bombe d’acqua e simili, sono dunque considerati parte del ciclo naturale del pianeta. Gli eventi catastrofali sono eventi naturali estremi e inaspettati che possono causare danni estesi e gravi alle persone, alle proprietà o all’ambiente.
Parliamo di calamità quali terremoti e alluvioni, che spesso richiedono risorse significative per il ripristino e il recupero dei danni generati. Le differenze tra i vari termini sono sottili così come tra i termini alluvione, allagamento, inondazione, ruscellamento ecc. Come spiegano i tecnici assicurativi e in estrema sintesi, la principale differenza tra eventi naturali ed eventi catastrofali risiede nella portata e nell’entità dei danni generati, che possono essere sia diretti che indiretti. Le coperture assicurative progettate appositamente per affrontare questi scenari variano a seconda delle garanzie incluse, delle franchigie e, di conseguenza, hanno costi differenti.
Così come è facilmente prevedibile che il premio, il costo della polizza assicurativa varierà e di molto a seconda delle zone reputate a rischio basso, medio o elevato, la prima domanda che sorge spontanea è: “Quali saranno i costi della polizza per le case e le imprese romagnole colpite da 3 alluvioni in 16 mesi ??? Oppure “Quali saranno le differenze di costo per una polizza assicurativa a Casale Monferrato tra un condominio, una casa ubicata ad Oltreponte, Popolo, Terranova rispetto ad una del Valentino o di salita Sant’Anna???”
Deve essere chiaro che i costi assicurativi non saranno divisi e spalmati in modo uniforme, ma pagherà sempre di più chi ha già subito danni e penalizzazioni urbanistiche. Fatta questa premessa occorre chiarire che l’obbligatorietà assicurativa per danni catastrofali sarà in vigore (salvo eventuali rinvii non previsti al momento) dal 1 gennaio 2025 solo per le imprese e non al momento per le abitazioni private. Negli ultimi giorni stiamo leggendo molti pareri contrari da parte di associazioni industriali e artigianali a questo obbligo anche perché viene paventata una desertificazione di certe aree produttive (e conseguente perdita di posti di lavoro locali) con il trasferimento di attività produttive verso luoghi che si pensa più sicuri, vogliamo che la desertificazione di queste aree avvenga anche per le abitazioni private? Dove sono i soldi per migliaia di delocalizzazioni?
Negli anni passati come Comitato C.AL.CA. abbiamo combattuto questa ipotesi di obbligatorietà assicurativa per il semplice motivo che se ciò avvenisse lo Stato non si sentirebbe più responsabile per la messa in sicurezza dei territori , già oggi si investe poco o nulla per la prevenzione e la difesa idrogeologica figuriamoci cosa potrà avvenire domani con una obbligatorietà assicurativa!
Anche il Sindaco Mascarino, l’Onorevole Dameri, Confedilizia Nazionale, l’On. Ermete Realacci (Presidente allora della Commissione Ambiente), l’Antitrust ecc. negli anni passati avevano condiviso la nostra opinione. Se lo Stato investisse in opere di prevenzione ogni anno un decimo dei soldi destinati poi alle ricostruzioni dopo le catastrofi non ci sarebbe bisogno di nessuna assicurazione obbligatoria. Viene a volte il ragionevole dubbio che si agisca sempre senza usare il buon senso o secondo certe convenienze. Siamo ovviamente disponibili a cambiare la nostra opinione in merito se qualcuno userà argomenti convincenti.
Massimo De Bernardi – Portavoce e Vicepresidente C.AL.CA. – Comitato Alluvionati del Casalese