Alessandria tra Beirut e Scampia: marciapiedi rotti, rifiuti abbandonati ovunque. Ma AMAG è green! Le elezioni della Provincia, e il ponte di Bassignana [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) La Provincia di Alessandria sarà ancora amministrata dal centrodestra. La domanda è: a parte la sottoscritta, le redazioni dei giornali locali e quella “manciata di addetti ai lavori”, qualche cittadino si è accorto che domenica 29 settembre si sono svolte le elezioni provinciali? Temo di no, e sono una dei pochi a ritenere importante il ruolo delle Province, che se ben amministrate da politici capaci sono l’organo sul territorio più vicino al cittadino, e un tramite con la Regione e il Governo nazionale. Tanto per non smentirci, ad Alessandria sono state elezioni movimentate, come ci racconta lo Spiffero: “Provincia, FdI e Pd in campo largo. Alessandria a destra con aiuto dem”. Il favorito, numeri alla mano, pareva essere il candidato di centrosinistra, ossia il sindaco di Pozzolo Formigaro Domenico Miloscio. Ma poi è successo qualcosa di imprevisto, e del resto si sa che non tutte le ciambelle riescono con il buco. In sostanza, il campo fin troppo largo che va dai grillini ai centristi di Azione ha ‘sbarellato’, pare soprattutto a causa del voto ‘non conforme’ di qualche consigliere comunale di Palazzo Rosso. Risultato: vittoria ‘sul filo di lana’ per il centro destra, e Luigi Benzi, sindaco di Quargnento, è il nuovo Presidente della Provincia di Alessandria. Ma, dopo la stretta di mano tra i contendenti e le congratulazioni di rito, ecco l’imprevisto: il candidato Miloscio chiede il riconteggio. Tutto ben raccontato qui: “Elezioni provinciali con comiche finali: bisogna saper perdere, compagni….[Controvento]”. Comprensibilmente abbacchiato per la sconfitta imprevista, il candidato del centrosinistra critica le elezioni ‘di secondo livello’, e auspica si torni al suffragio universale anche per l’elezione del presidente della Provincia. Gli elettori, in sostanza, alla fine sono meno traditori degli alleati. Del resto questo orribile ‘pastrocchio’ delle Province di oggi lo dobbiamo proprio al centrosinistra, grazie alla famigerata riforma Del Rio, Governo Renzi, legge di bilancio n.190/2014. Chissà se ci sarà, prima o poi, un’inversione di tendenza: ce lo auguriamo. Intanto però il riconteggio voluto dal centro sinistra c’è stato, più e più volte, e ha riconfermato la vittoria al fotofinish del centro destra. Sarà interessante capire se ci saranno ripercussioni politiche a Palazzo Rosso, e comunque verificare che ne sarà, non solo a casa nostra, di un ‘campo largo’ che mette insieme le mele con le pere, ed è destinato ad essere una macedonia acida e indigesta.
Voto: 2

2) I sindacati denunciano con forza, in Amag Ambiente, una situazione allo sfacelo. “Topi nei mezzi, macchine obsolete e futuro preoccupante”. Sindacati incalzano l’azienda”. I rappresentanti sindacali, durante lo sciopero di lunedì scorso, hanno spiegato di aver tentato tutte le vie per un dialogo, ‘sbattendo la faccia’ in due incontri a vuoto con la proprietà. Dichiarano: “Due appuntamenti in Prefettura e due con l’azienda, senza mai ottenere nulla, anche l’appuntamento richiesto all’Amministrazione comunale, in cui speravamo di vedere il sindaco e con il quale avevamo urgenza di discutere, ha visto la partecipazione del solo assessore Giorgio Laguzzi”. Sempre nell’articolo si legge del tentativo aziendale di bypassare le rappresentanze sindacali, convocando direttamente i lavoratori. Risultato: solo tre operativi e due amministrativi hanno risposto all’appello. Ma pensate se una cosa simile (effettivamente poco corretta e scarsamente dignitosa) avesse provato a farla un’amministrazione di centro destra! Sarebbero tutti a sbraitare di fascismo, e di diritti dei lavoratori cancellati. I dipendenti di Amag Ambiente, intanto, lamentano di dover lavorare con macchine obsolete, alcune anche poco funzionanti, e a volte trovano roditori degli abitacoli. Sono consapevoli che la città è sporca, e vorrebbero poter lavorare in condizioni diverse. Alessandria e i suoi sobborghi, basta girare un po’ per verificarlo, da due anni a questa parte sembrano una vita di mezzo tra Beirut (marciapiedi, in particolare, in condizioni indecenti) e Scampìa, con rumenta abbandonata ovunque, nella totale rassegnazione di noi cittadini.

I dipendenti più anziani, ex Amiu, ben ricordano le vicende legate al porta a porta, e la malagestione che portò al fallimento del 2014: e temono che l’amministrazione Abonante, che non pare avere una bussola sui rifiuti e neanche sul resto, finisca con l’incartarsi nello stesso modo. Ma da quale pianeta arrivano i manager che, dal settembre 2022 ad oggi, il sindaco Abonante ha individuato per gestire il Gruppo Amag? Anche sul fronte investimenti acquedotti circolano notizie inquietanti, che fanno temere il peggio. Insomma, una situazione super critica, in cui servirebbero lucidità e trasparenza. Invece ci sembra che la strada scelta dall’attuale amministrazione sia quella della mistificazione: panem et circenses, dicevano i latini. Ossia, nello specifico, per non parlare di rifiuti e acquedotti al collasso, via con un bel Festival Green, che fa sempre fine e non impegna. “Festival Ambiente & Sostenibilità: Alessandria protagonista di una “nove giorni” per la promozione della green economy e degli stili di vita responsabili”. Un bluff simile quanto può durare? Davvero pensano che gli alessandrini non abbiano occhi per vedere il degrado quotidiano, e strumenti per riflettere?
Voto: 2

3) “La chiusura del ponte di Bassignana è una extra tassa e alcuni cittadini ora vogliono trasferirsi”. La notizia della chiusura di un anno (se tutto va per il meglio) del ponte sul Tanaro di Bassignana ha creato la giusta rabbia per i disagi causati a decine di migliaia di persone, in un’area già colpita da mesi di cantieri su la Colla e verso Valle San Bartolomeo.
Una situazione assurda, ampiamente prevedibile eppure gestita come fosse un’emergenza imprevista. Inadeguate anche le soluzioni prospettate: “La speranza è di ottenere un servizio di trasporto pubblico che vada incontro al disagio creato dalla chiusura del ponte, ma sembra essere l’unica possibilità di allentare la pressione sui cittadini visto che anche l’ipotesi di un ponte su barche non appare praticabile. Farlo costruire e mantenerlo richiederebbe un esborso economico di circa 45-50mila euro al mese, cifra che nessuno, a livello locale, può permettersi”. Ma come ponte di barche? Mica siamo ai tempi di Peppone e Don Camillo, signori cari. Avete mai sentito parlare di ponte Bailey, che ci può fornire l’Esercito? Un ponte Bailey dell’Esercito per consentire di riparare il ponte di Bassignana e risolvere i disagi della popolazione. Senza creare tante problematiche, tale ponte verrebbe affiancato al ponte oggi chiuso. Dopo aver preparato le spalle di appoggio, occorrono solo due brevi raccordi di entrata e uscita della strada provinciale. Un ponte Baily ha il vantaggio di poter essere montato in pochissimo tempo, in Trentino ne fu approntato uno in sole 48 ore, smontato quando ha completato il suo servizio. Abbiamo il ministro della Difesa piemontese, Guido Crosetto (FdI): attivatelo, senza perdere tempo a scaricare responsabilità su questo o quel Presidente della Provincia. Lo ripeto all’infinito: la riforma Del Rio dieci anni fa lasciò quell’Ente nel limbo, senza risorse. Quindi ora tocca al Governo centrale attivarsi e provvedere. A Piacenza l’Esercito ha il Genio Pontieri che interviene a sostegno della popolazione civile ripristinando la viabilità compromessa da eventi climatici e non solo, sul web ho trovato decine di interventi di questo tipo dove l’Esercito è stato chiamato per varie necessità, un esempio: “Inaugurato a Palermo un ponte provvisorio montato dal Genio Militare”. Sento già le critiche, come ad esempio “la fa facile a parole”: ma tutto si può fare, basta volere ed impegnarsi: è questo il compito della politica a tutti i livelli, diversamente che vi abbiamo eletti a fare se vi arrendete per inerzia ad ogni problema? Ponte su barche: cosa tocca ancora sentire!
Voto: 2