Trent’anni fa l’alluvione ad Alessandria: e oggi? La sicurezza idrogeologica della città è ancora lontana….[Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) Ci avviciniamo al trentennale dell’alluvione che ha colpito Alessandria nel novembre 1994, e speriamo che quel che è successo nei giorni scorsi in Emilia Romagna possa servire da monito. Mi riferisco alla messa in sicurezza idrogeologica della città, naturalmente: ricordando il PAI 2022. Nei giorni scorsi i Comitati Oltre il Fango di Alessandria e C.AL.CA. di Casale Monferrato hanno inviato una lettera alla Regione Piemonte indirizzata al Dipartimento Difesa del Suolo, a Marco Gabusi (Assessore Difesa del Suolo e Protezione Civile) e a Gabriella Giunta (Responsabile Difesa del Suolo) per ricordare che è in atto il “Fondo Progettazione interventi di prevenzione del rischio idrogeologico (Decreto del 28/03/2024 n.77) e Programmazione delle risorse MASE 2024 per la mitigazione del rischio idrogeologico”. Qui il testo del Decreto. Ecco il contenuto della lettera: “Poiché il Fondo Progettazione in oggetto è diventato operativo a fine giugno e visto che le Regioni avevano 60 giorni di tempo dall’entrata in vigore del suddetto Decreto per preparare e inviare un elenco delle progettazioni inserendole in una sezione separata dal repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo, con la presente vi chiediamo cortesemente di inviarci questo documento contenente le progettazioni per gli interventi di prevenzione del rischio idrogeologico che voi avete previsto per la Regione Piemonte. Con la presente siamo inoltre a richiedervi di poter visionare il progetto definitivo su Alessandria per: “Adeguamento sistema difensivo sulle 2 sponde Fiume Tanaro a monte della briglia ex ponte Cittadella (codice ReNDIS Q1IR130/G3) finanziato dal MASE 2024 per € 21.400.000”. Siamo anche cortesemente a richiedervi perché questo progetto nella tabella dei lavori non risulti prioritario e perciò quando prevedete che partano i relativi lavori per la messa in sicurezza di Alessandria”. Nel documento del Governo c’è uno ‘specchietto’ che indica le ripartizioni fra le Regioni, e per il Piemonte la cifra è di euro 1.140.150. Ogni tanto si leggono “annunciazioni” da parte di politici sulla sicurezza idrogeologica per la città, ma ogni volta sempre seguite dalla frase: “i progetti ci sono ora aspettiamo i fondi”. Nel mio lungo percorso su questo argomento ho la possibilità di tornare con esempi del passato per riportare situazioni per i tanti che non conoscono o per i pochi che vorrebbero l’oblio. Il passato insegna e mette in guardia a non ripetere gli stessi errori, e parlo di fondi per la mitigazione del rischio nella Regione Piemonte, quindi fondi anche per Alessandria.
Nell’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa del 06/11/2005, sui fondi alluvionali la governatrice Mercedes Bresso faceva questa dichiarazione gravissima: “….ci sono 581 milioni di euro di fondi dell’alluvione, fondi vincolati con destinazione obbligatoria che abbiamo scoperto non avere copertura, progetti legati ad accordi di programma o protocollo di intesa su fondi alluvionali opere pubbliche. Interventi che molte Amministrazioni hanno messo in programma e che adesso rischiano di essere rinviati perché la Regione ha già speso quelle risorse. Insomma sono delibere senza copertura di spesa e se la Regione fosse costretta a tirare fuori subito quei fondi ci troveremo di fronte ad una situazione che oggettivamente sfiora il dissesto …” Domanda: su che capitolo sono stati dirottati 581 milioni di euro? Il 21/02/2007, due anni dopo, sempre su La Stampa a pag.77 l’On. Franco Stradella dichiarava che “ …Vanno persi 644 mila euro per lavori post-alluvione (oltre un miliardo e 240 milioni del vecchio conio)”. La Regione aveva perso tale cifra che avrebbe potuto destinare ad interventi post alluvione. Il motivo? I dirigenti regionali non avevano letto il supplemento della Gazzetta Ufficiale, o lo avevano ignorato, quindi tale somma non essendo stata richiesta dall’Ente destinatario come “beneficiario inadempiente” erano tornate nella disponibilità dello Stato. Come risposta il dirigente responsabile dichiarò che sarebbero stati più attenti per il futuro. Che dire? Si spera che questa volta siano attenti a questo “treno” per non farci fare la fine dell’Emilia Romagna.
Voto: 7

2) A proposito del Fondo Operativo di Progettazione per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico entrato in vigore il 26 giugno scorso, su Il Piccolo cartaceo del 6 settembre il neo consigliere regionale Davide Buzzi Langhi (FI) comunica la buona novella dopo aver incontrato il direttore alessandrino di AIPO, Ing. Luca Franzi: “Aipo presto eliminerà la briglia sotto il Meier e alzerà tutti gli argini”. Per briglia si intende quel salto che noi alessandrini chiamiamo “soglia”. Da fonti attendibili però mi risulta che la briglia non sarà eliminata ma abbassata: anche se non andrebbe toccata a mio parere. Se è lì da sempre chiediamoci come mai.
Ma il consigliere Buzzi Langhi parla di navigabilità del fiume, e di tornare a vedere i canottieri o barchini come una volta. Vedremo, personalmente ho parecchi dubbi. Alla domanda su quali siano i cantieri AIPO che dovrebbero partire, Buzzi Langhi risponde che ci sono a disposizione 60 milioni di euro di investimenti programmati da parte della Regione, quindi si legge un elenco di interventi di cui uno importante che è quello di un certo numero di scivoli per poter permette ai vigili del Fuoco di scendere in acqua per interventi di salvataggio. Qui sarebbe utile avere la consulenza dei Vigili del Fuoco per posizionarli correttamente in funzione della parte di corrente dell’acqua più favorevole. Ho tracciato una linea di massima sulle intenzioni di Regione e AIPO: … rimane la domanda su quando inizieranno. L’AIPO lamenta sempre in questa Regione che i progetti ci sono ma mancano i fondi, ma se è vero che ci sono a disposizione 60 milioni per Alessandria aspetteranno mica che finiscano in altri rivoli come in passato? Sarebbe utile che fossero asportatati i cantieri lasciati nell’alveo dell’abbattimento del ponte Cittadella e a seguire il cantiere della costruzione del Meier spalmati ai lati degli argini sx e dx, operazione che sarebbe dovuta essere fatta a chiusura lavori. Forse ha fatto comodo così, meno lavoro e zero costi, chiedo come mai gli uffici tecnici del Comune del tempo hanno ‘lasciato correre’, Non bisogna essere esperti (come dice qualcuno) per capire che è necessario ridare in alveo la sezione in origine studiata e dettata dal vecchio PAI 45: eliminando tali sedimenti si aumenta la portata del fiume e in aggiunta occorre pulire il fiume, altrimenti altro che navigabilità, soprattutto nella stagione estiva. Buzzi Langhi parla di innalzamento degli argini: a che altezza li vogliono portare? La base di quelli esistenti regge tale peso? Ricordo che nei filmati di Svegliati Alessandria gli argini della passeggiata Sisto presentano crepe, e si vedono le armature di ferro arrugginite: ne terranno conto? Infine: tornando sul lamento che per la sicurezza idrogeologica mancano i fondi, la Regione Piemonte si spera abbia ‘preso al balzo’ la possibilità del Fondo Progettazione per la mitigazione. Consiglio al consigliere Buzzi Langhi e ai suoi colleghi alessandrini di ‘buttarci un occhio’ e di controllare se la Regione si è attivata in merito con progetti utili per Alessandria.
Voto: 6

3) Vicenda Sogegross e Sicurezza Idrogeologica. Parto da qui: “Vicenda Sogegross: il Tribunale amministrativo dà ragione al Comune”. A seguire e in merito alla vicenda il consigliere regionale Buzzi Langhi pone questa domanda al sindaco di Alessandria: “È’ possibile che ad Alessandria l’Amministrazione di sinistra ce la metta tutta a mandar via le aziende che si vogliono insediare qui? Investimenti e posti di lavoro non piacciono al Pd? Dopo Pam, anche Sogegross cacciata da Alessandria. Ma il sindaco come pensa di far crescere la città? A questo punto proprio non lo capisco…”. Su questa critica si sono aperte le cataratte del cielo, di solito i compagni reagiscono subito ma si vede che erano indaffarati diversamente, e la replica, il giorno successivo, è affidata al vice sindaco/vero sindaco Barosini, che sottolinea la necessità di non strumentalizzare la questione della sicurezza a fini politici, chiedendo che si continui a lavorare con celerità, in collaborazione con gli altri enti preposti e coinvolgendo i soggetti necessari. Barosini aggiunge che “Non vi è alcun dubbio che lo sviluppo produttivo sia fondamentale per questa Giunta. Tuttavia, questo deve avvenire in piena sicurezza e scegliendo i siti ritenuti idonei sotto tutti i profili”. Arriva poi una nota dalla maggioranza di centrosinistra che supporta il sindaco Giorgio Abonante, dove dichiarano di non permettere lo sfruttamento selvaggio della città e delle aree a ridosso dei fiumi per ricoprire le aree residenziali di capannoni. Se sarà così, sono ti ad opporsi con tutte le loro forze, e aggiungono che considerano lo sviluppo industriale importante purché stia nei luoghi idonei. Riprendo una dichiarazione del sindaco Abonante: “Sapevamo di agire per tutelare la sicurezza dei cittadini, nostro principale interesse. E questa sentenza conferma che stavamo facendo bene. Intanto, e anche questo è un grande successo, con la delibera del Consiglio abbiamo reso nuovamente disponibili aree in cui è possibile costruire“. Sig. Sindaco, cosa c’entra “la sicurezza dei cittadini” con la vicenda Sogegross? Rispondo io, niente! Proprio niente. La sicurezza dei cittadini è l’impegno di un’amministrazione comunale responsabile della sicurezza della città in ambito idrogeologico a spingere AIPO e Regione a procurarsi fondi ed iniziare opere di messa in sicurezza dettate dal PAI 2022. E subito, perché se il sindaco Abonante aspetta l’automatismo degli interventi “campa cavallo” e se consapevoli che potrebbe succedere, in caso di alluvione oggi i sindaci sono chiamati a risponderne. Infine altra domanda: vorrei conoscere (ed è un mio diritto), quali sono esattamente i quartieri e i sobborghi/frazione a rischio e quelli indenni citati nel nuovo Piano Regolatore e quali sono le aree che avete reso disponibili per poter costruire? E’ tempo che queste informazioni vengano rese dettagliate agli organi di informazione e alla cittadinanza. A proposito di un’area ritenuta disponibile come la zona 8 di Spinetta Marengo dove è stato inaugurato lo stabilimento Amazon, area non esondabile ma servita da un solo e vetusto ponte: che sta facendo l’amministrazione Abonante per accelerare il progetto e la costruzione del nuovo ponte sulla Bormida?
Voto: 2