di Graziella Zaccone Languzzi
1) Dopo le erbacce, i cassonetti. L’amministrazione Abonante sarà ricordata (soltanto: a meno di altri gravi futuri disastri. Facciamo debiti scongiuri) per la sua straordinaria capacità di ‘scaricare’ sui cittadini compiti e attività che dovrebbero essere svolte dal comune, o dalle sue partecipate. Ricordate la mozione Bianchini (lista Barosini) che impose ai proprietari degli immobili prospicenti alla pubblica via, privati e pubblici, l’obbligo di togliere le erbacce lungo il perimetro tra gli edifici e marciapiedi o vie a raso pena multe? Naturalmente diversi privati lo hanno sempre fatto, volontariamente e per amore del decoro. Nei sobborghi, addirittura, ognuno taglia da sempre l’erba nei fossi comunali dinanzi a casa, perché se aspettassero il comune vivrebbero nella giungla. Faccio poi notare che l’imposizione Bianchini/Barosini/Abonante i primi a ignorarla sono stati gli enti e le istituzioni, come testimoniato da diversi filmati di Svegliati Alessandria. Ma il distintivo sul petto dei prodi amministratori c’è. Ora però arriva (ma siamo sicuri che stavolta riusciranno ad attuarlo?) un progetto ‘scaricosti’ un po’ più ambizioso, e oneroso. Parliamo di raccolta rifiuti nei condomini. Ecco la notizia: “Amag Ambiente: Toccherà ai condòmini mettere i cassonetti in strada”. Nei quartieri Centro e parte del Cristo, dove già esiste il ‘porta a porta’, dal 1 ottobre, toccherà ai residenti dei condomini movimentare in strada i bidoni dei rifiuti. Amministratori e residenti sono ovviamente sul piede di guerra, per l’onere dell’operazione, e per le problematiche organizzative. A quanto dichiarato, grazie a questa nuova genialata Amag Ambiente risparmierà oltre mezzo milione di euro l’anno, visto che han fatto i conti e hanno realizzato che sul bilancio dello scorso anno le “prestazioni assimilate a lavoro dipendente” per il trasferimento dei cassonetti pesavano per 476 mila euro, e, attenzione, “con un’impennata di oltre 400 mila euro rispetto al 2022”. Faccio notare che il dato relativo alla crescita dei costi coincide con l’arrivo del management targato centro sinistra: a buon intenditor….Peraltro ci vogliono far credere che le cifre risparmiate (o meglio: sborsate dai cittadini come sovrapprezzo sulla Tari) saranno reinvestite nella pulizia della città! Pare uno scherzo ma è ufficiale, perché dal Cristo, dove vige il famigerato porta a porta spinto, mi è stato inviata la foto di un avviso a firma del sindaco Abonante e dell’assessore Laguzzi in cui preannunciano che dal 1° ottobre non sarà più Amag Ambiente a movimentare i cassonetti, ma i condomini. Una extra Tari, appunto. Ovviamente però un condominio non è la villetta singola, dove la famiglia si organizza e, in qualche modo, provvede da sé. Nei palazzi si dovrà per forza ricorrere a prestazioni professionali esterne. Ed ecco che
l’amministratore di Amag Ambiente, Paolo Borbon, fa queste proposte: se nel condominio nessuno si propone per tale servizio, sarà possibile utilizzare una ditta esterna, e comunque (bontà sua) Amag assicurerà collaborazione per affrontare eventuali problematiche, e per individuare le soluzioni migliori dal punto di vista tecnico ed economico. Ad esempio mettendo in contatto gli amministratori con le cooperative che già si occupano del servizio. Capito la furbata? Amag si libera di 500 mila euro di costo, e ‘offre’ i servizi delle stesse cooperative ai privati, che se li pagherebbero di tasca loro. Ma tu pensa che furbata!
Auspico che gli amministratori di condominio non si facciano infinocchiare, ma gli elementi del puzzle mi sembrano già tutti al loro posto, ben incastrati! Altra questione che gli amministratori di condominio dovrebbero considerare è la responsabilità della presa in consegna sulla custodia dei contenitori all’interno delle proprietà private. In caso di danno cagionato alle cose o persone, il condominio sarebbe esposto al rischio di dover risarcire sotto il profilo civilistico i danni eventualmente cagionati a terzi dai cassonetti internalizzati in comodato uso. Un esempio è quando i cassonetti sono esposti all’esterno del condominio, sui marciapiedi o a bordo strada, sempre che le auto parcheggiate lo permettano: in caso di danni a persone o auto parcheggiate chi risponde? Ci mancherebbe che il privato si debba accollare anche questo rischio, ma alla fine sarà così. Ossia arriverà anche la proposta di sottoscrizione di una bella polizza assicurativa, e i costi per i cittadini lieviteranno ulteriormente. Ho l’impressione che per Amag Ambiente e per chi ha preso tale brillante decisione si preannunci un autunno “rovente”.
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2) Ancora Amag Ambiente: 14 agosto su Radio Gold: “Mancata pulizia dei cassonetti nei condomini, Amag Ambiente: A breve sarà riparata la strumentazione”. Una residente di via Ghilini si è rivolta al giornale stanca di aprire contenitori sporchi e maleodoranti, convinta che il lavaggio dei cassonetti dell’immondizia allocati all’interno dei condomini fosse prassi periodica per igiene e pulizia, ma a quanto pare si sbagliava. Amag Ambiente, contattata dalla malcapitata, ha risposto così: “La prima gentile risposta è stata “stia tranquilla”. Alla seconda telefonata e sempre gentilmente mi hanno risposto “la macchina per il lavaggio dei cassonetti è guasta”. Alla mia proposta di sostituire i cassonetti mi è stato risposto che “è più semplice dirlo che farlo”. Sinceri, se non altro. Radio Gold ha voluto conoscere l’altra “campana” interpellando il presidente di Amag Ambiente Paolo Borbon che ha fornito questa risposta: “Purtroppo da un paio di settimane la strumentazione che consente il lavaggio non è funzionante. Dopo Ferragosto sarà ripristinata e i lavaggi riprenderanno. Abbiamo a disposizione solo una macchina e, purtroppo, una parte si è rotta. Appena è successo ci siamo subito attivati”. Domanda: abbiamo solo una strumentazione per lavare i cassonetti della città? Da quanto tempo è rotta? A questo punto devo dedurre che i cassonetti in questa città non vengono lavati e igienizzati da tempo ed è una vergogna! Faccio notare che i cassonetti internalizzati col porta a porta non devono essere lavati dai condomini: per legge quel liquame di lavaggio non va in fogna perché è un rifiuto speciale, ma va trattato da una azienda specializzata, e dovrebbe farlo Amag Ambiente. Sempre peggio.
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3) Alessandria città di pezzenti. Mi è stato fatto notare che nel mese di agosto, come tutti gli anni, in gran parte delle città della provincia le amministrazioni comunali, in accordo con le partecipate che si occupano dei parcheggi, sospendono la sosta a pagamento in tutti gli stalli blu, a raso e in tutte le piazze e strade. Succede a Casale Monferrato, Valenza, Tortona, ma da quest’anno non nel capoluogo di provincia. Una città in cui i tributi locali (da addizionale Irpef a Tari, a tutto il resto) sono da località di lusso, e i servizi da terzo mondo, o almeno da profondo sud. Fino a comiche come questa: “Alessandria, “intrappolati in piazza della Libertà. Non si alzano le sbarre, 30 auto non possono uscire. Intervengono i pompieri”. Si legge: “Una vigilia di Ferragosto movimentata (benché fossero fermi…) per una trentina di alessandrini che avrebbero voluto uscire dal principale parcheggio cittadino. I problemi sono cominciati poco dopo le 21 e sono finiti poco fa, grazie all’intervento dei vigili del fuoco. “Dapprima (racconta un testimone) è stato chiamato l’addetto reperibile, che non ha potuto fare nulla. Idem chi è intervenuto per conto di Amag Mobilità, che gestisce il parcheggio. Chi è entrato con ‘Easypark‘, ovvero il sistema elettronico di pagamento, risulta ancora dentro il parcheggio perché non è stata vidimata l’uscita. Auguriamoci solo di non dover pagare cifre astronomiche”. L’articolo si conclude con questa frase: “L’Amag, comunque, ha annotato i numeri di targa. Se tutto andrà secondo logica, il problema non dovrebbe sussistere”. Si spera direi io, e lo auguro agli sfortunati che hanno scelto di utilizzare un parcheggio che costa quanto quelli del mare.
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