“Sul tema delle energie rinnovabili le imprese agricole da sempre sono orientate a dare un importante contributo alla sostenibilità ma nel pieno rispetto del paesaggio. Una giusta transizione ecologica, con la sfida di produrre di più, recuperando anche le aree interne e montane perché i terreni coltivati fanno parte di quei paesaggi che costituiscono un elemento di attrazione per il turismo che, con l’enogastronomia, è la voce più importante del Pil. I territori non vanno snaturati soprattutto in un paese come l’Italia che è nei primi posti nell’Unione europea per consumo di suolo. L’obiettivo è incentivare la produzione agricola e dare certezze alle filiere”.
Così il presidente Coldiretti Mauro Bianco a commento del ‘non parere positivo’ espresso dagli assessori all’Ambiente e Energia, Matteo Marnati e agli Enti Locali, Enrico Bussalino nell’ambito della valutazione di impatto ambientale (VIA) sul progetto del nuovo parco eolico “Monte Giarolo”, che interessa le valli Borbera, Curone e Staffora.
“Dobbiamo garantire gli agricoltori e i consumatori facendo ben comprendere che il cibo è salute e va tutelato. I nostri agricoltori hanno una coscienza ecologica che però non può prescindere dalla terra da cui parte tutto – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. A questa situazione non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili”.
In Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9% del totale) sono situati in aree a rischio idrogeologico per frane e alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una evidente tendenza alla tropicalizzazione: Coldiretti sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio.