NAME Piemonte: presentati i risultati

Obiettivo validare l’efficacia della Medicina Narrativa e valutarne l’impatto nella pratica clinica

Quali benefici può avere la Medicina Narrativa nella pratica clinica? La risposta a questa domanda è stata data venerdì 12 luglio in una conferenza stampa online che ha visto presentare i risultati del progetto regionale NAME.

Un progetto di formazione e ricerca che aveva come obiettivo proprio quello di validare l’efficacia della Medicina Narrativa e a valutarne l’impatto nella pratica clinica, nell’ottica di una sempre maggiore attenzione alla relazione tra operatore di cura e persona assistita. NAME Piemonte è stato sviluppato dal DAIRI R (diretto da Antonio Maconi), dal Centro Studi per le Medical Humanities (Mariateresa Dacquino) e dalla Società Italiana di Medicina Narrativa – Simen (Stefania Polvani e Giovanni Melani), in collaborazione con l’Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa (gruppo di studio Giuseppe Turchetti e Ilaria Palla) e il coordinamento operativo di Apertamente (Giulio Bigagli).

Si tratta di uno dei primi progetti italiani che misura specifici indicatori di medicina narrativa, articolato su 6 laboratori in 4 città, per un totale di 96 ore di formazione che hanno coinvolto 119 professionisti, 12 docenti e facilitatori. La progettualità, avviata a febbraio con focus group e la costituzione di una cabina di regia composta da professionisti del sistema sanitario regionale con l’obiettivo di supervisionare e migliorare il percorso, è terminata lo scorso mese di maggio. NAME è un progetto pilota che è stato calato in realtà aziendali con specificità diverse e in aule in cui i professionisti avevano background e profili professionali differenti, ognuno portatore di esperienze lavorative diverse.

Stefania Polvani, già presidente di Simen, ricorda le fasi del progetto: “Nella fase iniziale del progetto è stata realizzata un’analisi dei bisogni dei professionisti sanitari tramite la realizzazione di un Focus Group che, con la supervisione di una Cabina di Regia che si è occupata della validazione e del monitoraggio del progetto, ha raccolto e approfondito i bisogni di professionisti, pazienti, caregiver e Associazioni di pazienti rispetto alla Medicina Narrativa, in particolare nell’ambito delle malattie rare e croniche. Dal Focus Group con i professionisti e dagli incontri del gruppo di progetto, sono derivati i tre indicatori su cui lavorare: ridurre il conflitto, migliorare l’aderenza al trattamento e integrare la Medicina Narrativa nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA).

La seconda fase si è concretizzata con lo svolgimento di azioni formative in forma laboratoriale, da maggio 2023 a marzo 2024, con la partecipazione di ben 119 professionisti. Infine, nella terza fase si sono analizzati gli indicatori utilizzati per misurare l’impatto della Medicina Narrativa nella formazione e nella pratica clinica”.

Gli indicatori sono stati misurati attraverso questionari e per ogni indicatore sono stati realizzati questionari costruiti ad hoc: l’obiettivo del questionario relativo ai conflitti in ambito lavorativo consisteva nell’indagare i possibili conflitti che il professionista ha vissuto e/o vive e quali soluzioni sono state adottate per risolverli, mentre il questionario sull’aderenza al trattamento era teso a indagare la percezione dei professionisti rispetto all’aderenza al trattamento dei pazienti. Entrambi i questionari, somministrati in modo anonimo, sono stati sottoposti ai professionisti all’inizio (T0), a metà (T1) e al termine del percorso formativo (T2). I risultati hanno fatto emergere una diminuzione nelle quattro edizioni e una percentuale maggiore di conflitti risolti al termine del percorso (con una percentuale pari al +8.5%). L’analisi semantica relativa ai conflitti ne ha evidenziato la natura: ne emergono molti relativi sia agli aspetti relazionali e comunicativi, nonché legati ad aspetti organizzativi e di gestione del paziente (sia tra colleghi che tra professionisti e pazienti/familiari).

In riferimento all’aderenza, i questionari registrano un aumento del valore tra l’avvio (T0) e il termine del progetto (T1) relativamente alla comunicazione medico-paziente quale aspetto incidente sull’aderenza del paziente al trattamento, unitamente alla scarsa consapevolezza della malattia. Rispetto alle azioni utili per incrementare l’aderenza, emerge un aumento dei valori tra T0 e T1 per le voci relative all’educazione terapeutica, il coinvolgimento e sensibilizzazione dei caregiver e il counseling. Un’altra azione utile per la quale si è osservato un aumento notevole (+6.04%) è il controllo delle prescrizioni tramite propri gestionali e/o attraverso personale dedicato e reminder.

Per quanto concerne gli strumenti di lavoro – in particolare diari narrativi e PDTA – gli elaborati dei partecipanti rappresentano un’ottima base per esser portati nella pratica di cura, costituendo la prima applicazione, a livello nazionale, di percorsi integrati con la Medicina Narrativa, che devono però vedere il coinvolgimento di attori fondamentali come i pazienti e le Associazioni dei pazienti.

L’analisi degli indicatori del progetto consente pertanto di evidenziare che la Medicina Narrativa può fornire un contributo importante in termini di comunicazione medico-paziente, presa in carico del paziente, coinvolgimento del familiare e tempo dedicato dal medico per la spiegazione della terapia come tempo di cura.

Franco Ripa, Direttore del Settore Programmazione dei servizi sanitari e socio-sanitari della Regione Piemonte ha sottolineato di essere particolarmente lieto di questa progettualità che si pone nella logica di rigenerazione del sistema sanitario regionale: “NAME ha visto il coinvolgimento di tutte le aziende sanitarie piemontesi, suddivise in quattro quadranti (Alessandria, Cuneo, Novara e Torino), in un percorso di connessione tra formazione e ricerca. Un progetto costruito insieme ai professionisti, al termine del quale è emerso un giudizio complessivo positivo sia per quanto concerne la formazione, sia per il valore generato per il sistema. I professionisti possono mettere in pratica nelle proprie realtà aziendali pratiche a partire dai lavori che sono stati svolti per l’indicatore relativo all’integrazione degli strumenti di Medicina Narrativa nei percorsi di cura. L’idea è quella di presentare in autunno questi ottimi lavori, anche nella prospettiva di proseguire con una seconda fase, per rendere sempre più concreta l’applicazione di questi strumenti”.