Mariano (Fondazione CrA): “500 richieste di contributi all’anno, quasi tutte finanziate: la nostra forza è la presenza capillare a sostegno del territorio”. E guardando a Torino….

di Ettore Grassano

“La soddisfazione più grande non sono soltanto gli oltre 7 milioni di euro erogati sul territorio nel 2023, ma il fatto che abbiamo ricevuto quasi 500 domande, da tutta la provincia di Alessandria, e siamo riusciti ad accoglierle quasi tutte. E poi c’è la qualità del nostro personale: soltanto 10 dipendenti, per una mole di lavoro enorme. Forse, se tutte le strutture funzionassero così, tante cose andrebbero meglio”. E’ un notaio Mariano sorridente (“anche se i motivi di preoccupazione non mancano mai, soprattutto nella nostra città”) ad accoglierci nel suo ufficio di Presidente della Fondazione CrAl, e a ribadire con orgoglio in questa chiacchierata non solo il peso fondamentale della Fondazione stessa a supporto di tutti gli asset strategici dell’economia alessandrina, ma anche il ruolo centralissimo e delicato delle Fondazioni Bancarie a sostegno del ‘sistema Italia’: “Lo ribadì con forza il Presidente Mattarella nel 2018, e tengo sempre le sue parole qui sulla scrivania, per rileggermele nei momenti di sconforto”. Chi pensasse a questo punto alla vicenda Fondazione CRT probabilmente non sbaglierebbe troppo, anche se il Presidente Mariano si tiene ben lontano da valutazioni contingenti: “Spettano ad altri. Mi limito a ribadire che, comunque finisca quella vicenda, la rappresentazione che è stata data del nostro settore non è certamente positiva: ed è un peccato, perché solo lavorando nella massima trasparenza e correttezza le Fonazioni potranno continuare a svolgere, in maniera piena e soddisfacente, la missione per cui sono nate, ormai più di trent’anni fa”.

Giornata Europea delle Fondazioni Bancarie: domenica visite guidate all'Antico Broletto di Palatium Vetus CorriereAl 1

Presidente Mariano, il Bilancio di Missione 2023 della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria parla chiaro: senza di voi intere filiere, dalla ricerca sanitaria al sociale, sarebbero in serio affanno…
Non nascondiamo la nostra soddisfazione. Dopo anni di riorganizzazione, durante i quali in qualche misura abbiamo anche dovuto ‘tirare la cinghia’, oggi riusciamo ad erogare oltre 7 milioni di euro all’anno sul nostro territorio provinciale, che non sono pochi. E chi avrà la pazienza di sfogliare, in cartaceo o in pdf (scaricabile dal nostro sito) il bilancio della Fondazione si accorgerà che, tra i 421 progetti finanziati (a fronte di 499 domande) c’è davvero di tutto: dal volontariato all’arte, dallo sviluppo del territorio alla sanità, fino all’assistenza agli anziani, e alle categorie più deboli. Ci siamo anche interrogati sull’opportunità o meno di continuare a destinare una quota di contributi (non esorbitante, in verità) a micro progetti e iniziative, che potrebbero apparire dispersive. Ma chi parla con i sindaci dei piccoli comuni, chi sa da quanti paesi e piccole comunità sono tenute in vita le nostre valli e i territori cosiddetti marginali, si rende subito conto che non si tratta di dispersione: significa, invece, sostenere tutti, senza lasciare indietro nessuno.

Oltre ai bandi ordinari, e ai progetti propri della Fondazione, un peso sempre più significativo è riservato ai grandi bandi, attraverso i quali offrite appunto supporto alle piccole amministrazioni che intendono avvalersi delle opportunità offerte dal PNRR…
I grandi bandi sono uno strumento di straordinaria efficacia, e apprezzatissimi. Di recente il sindaco di uno dei tanti piccoli comuni del nostro territorio mi ha detto: “se devo trovare volontari per pulire il cimitero, le strade o i fossi, per fortuna problemi non ne ho: siamo una comunità solidale, e ognuno è pronto a fare la sua parte. Ma dove vuoi che vada a trovare un esperto che, gratuitamente, ci supporti nel percorso intricato di un bando europeo?”. Ecco allora l’importanza di offrire un supporto sia formativo che informativo, che consenta alle piccole amministrazioni di accedere ai fondi per ristrutturare chiese o musei, o per recuperare aree naturali.

Quasi cinquecento richieste all’anno di contributi significa una mole di lavoro non da poco: come riuscite a gestirla?
Abbiamo in tutto 10 dipendenti (9 come Fondazione, 1 come Palazzo del Governatore), e si tratta di tutte professionalità eccellenti, e con forte senso di responsabilità: persone che ce la mettono tutto, e che si rendono conto di svolgere un lavoro non privilegiato, ma con forte responsabilità etica. Non dimentichiamo poi che c’è l’altro filone di attività di grande impegno, qui a Palatium Vetus, ovvero l’organizzazione e la gestione di una serie di mostre, eventi, iniziative volte a valorizzare e condividere il patrimonio artistico e culturale della Fondazione. Negli ultimi anni abbiamo moltiplicato le occasioni di visita anche nei week end, con aperture ordinarie e straordinarie, mettendo i nostri spazi a disposizione anche di soggetti esterni, pubblici o privati, ovviamente in linea e in sintonia con le nostre finalità.

Lo abbiamo già detto in passato Presidente Mariano, ma giova ribadirlo: Fondazione CrAl costantemente proiettata in avanti, e al servizio del territorio alessandrino in tutti i suoi settori fondamentali.
Assolutamente sì, e ricordiamoli pure:
sanità/salute e Università/ricerca scientifica, con il ruolo fondamentale svolto dalla Fondazione Solidal: dal campus universitario alla Facoltà di Medicina (sono in arrivo i primi laureati alessandrini, e a regime abbiamo ormai 600 studenti solo per questo corso di laurea), fino all’Azienda Ospedaliero Universitaria, e presto speriamo all’Irccs e al nuovo ospedale.
Logistica, con la Fondazione Slala vero ‘perno’ di sviluppo di tutta l’area del nord ovest, motore di sviluppo e protagonista importante nella realizzazione di progetti come il Terzo Valico e il Retroporto di Alessandria
Turismo, leva straordinaria di crescita per tutta la nostra provincia, in cui cooperiamo con Alexala e Slala. Chi tende al pessimismo e al piagnisteo sbaglia clamorosamente registro: se la provincia di Alessandria saprà andare oltre i piccoli antagonismi locali, guardando lontano, questi asset strategici ne faranno un’area centrale non solo all’interno del Piemonte, ma di tutta l’area nord occidentale del nostro Paese.

Chiudiamo con la domanda che tutti si aspettano Presidente: che succederà a Torino, ossia in Fondazione CRT?
(riflette e sorride, ndr) Sono solo un osservatore esterno, per quanto del settore: cosa succederà lo decideranno altri organismi, ognuno in base alla parte di competenza. Posso dire che la narrazione che della vicenda è stata fatta a livello mediatico in questi mesi non ha fatto bene alla Fondazione direttamente interessata (la terza in tutto il Paese per patrimonializzazione, ndr), e neanche al nostro comparto. Da oltre trent’anni le Fondazioni bancarie giocano un ruolo di primissimo piano nello sviluppo dell’Italia, e naturalmente non sono mai mancati, e non mancano, neanche i detrattori. Proprio per questo occorre che tutti noi che occupiamo, pro tempore, ruoli nel settore avvertiamo forte la nostra responsabilità etica. Efficienza, risparmio, concretezza, capacità di non sprecare risorse: queste devono essere i criteri a cui ogni Fondazione deve ispirarsi. E assoluta, ripeto assoluta, trasparenza.