Sciaudone (FdI): “Quel drappo lacerato sui bastioni della Cittadella emblema di vent’anni di abbandono: speriamo cambi qualcosa”. E poi le piste ciclabili, e il ‘caso’ ponte Meier

di Ettore Grassano

Nell’archivio di CorriereAl articoli in cui Maurizio Sciaudone, oggi consigliere comunale e consigliere provinciale di Fratelli d’Italia, affronta la questione Cittadella di Alessandria ne trovare una ventina. Questo, ad esempio, di ben 10 anni fa, in cui il maresciallo ricorda i suoi quasi trent’anni (dal 1979 all’anno della chiusura, il 2007) di attività professionale all’interno della struttura, compresi momenti davvero critici, come l’alluvione del 1994. Una vera e propria ‘città nella città’, con i suoi complessivi 70 ettari, di cui 114 mila metri quadrati coperti, che da quasi vent’anni a questa parte è stata lasciata letteralmente ‘alla malora’, triste emblema di come lo Stato italiano (la Cittadella è proprietà del Demanio, e in attuale custodia al comune di Alessandria, cui spetta curare l’apertura e la chiusura della struttura) spesso valorizza il proprio patrimonio. Commenta amaro Sciaudone “La Cittadella è un simbolo del nostro Risorgimento, qui per primo sventolò il tricolore, come ricordato anche dal Presidente Mattarella. Ebbene, guardate come è ridotta a brandelli la bandiera che sventola sulla Fortezza, e comprenderete forse la mia amarezza”.

Ma la Sovrintendenza ha annunciato l’imminente partenza dei lavori di messa in sicurezza, e anche di recupero della struttura: sarà la volta buona?

Con il consigliere Sciaudone non mancano i cenni ad altri esempi di degrado alessandrino: dalle piste ciclabili alla vicenda del collaudo tecnico amministrativo, mai avvenuto, del ponte Meier.

Consigliere Sciaudone, per la Cittadella la Sovrintendenza ha recentemente annunciato la partenza dei lavori, e lasciato intuire quali potrebbero essere alcuni utilizzi futuri. Sarà la volta buona?
Me lo auguro davvero. E’ dal 2007 che rilascio interviste sul tema, e produco ordini del giorno e interpellanze. Due anche piuttosto recenti, con cui chiedo al Comune chi paga le utenze della Fortezza, e quanto è stato incassato dagli eventi di soggetti esterni nel 2022 e 2023. Risposta? Paga tutto il comune, e chi utilizza la Cittadella per event propri utilizza gratis anche acqua, luce e altri servizi. Non solo: quando ho chiesto all’attuale amministrazione quale sia l’incasso per la Tari, ho percepito il vuoto. Probabilmente nessuno ci ha neppure mai pensato: ossia, anche su questo fronte, pagano gli alessandrini.

Praticamente Bengodi: peccato che tetti e bastioni stiano crollando…..
La Sovrintendenza ha annunciato l’avvio dei lavori, con l’utilizzo dei famosi 25 milioni di euro annunciati in pompa magna dal Ministro Franceschini nel 2016 (non è un refuso, proprio 9 anni fa, ndr). I tempi si commentano da soli, i risultati li vedremo. Non ho idea se, al momento, abbiano almeno definito un cronoprogramma: me lo auguro, ovviamente. Intanto, però, permane la situazione di degrado. Ve lo ricordate il reportage del giornalista Stella sulla Cittadella, pubblicato sul Corriere nel giugno 2021?Ebbene, tre anni dopo quei rifiuti sono ancora là: ma vi pare possibile?

Ma lei che futuro si immagina per la Fortezza?
Sono quasi vent’anni che sento annunciare progetti mirabolanti: dall’Università a strutture ricettive, da musei naturali a sede di grandi concerti internazionali. Un continuo delirio, mentre la Cittadella andava in pezzi. Il primo passo è certamente mettere in sicurezza non solo i tetti, ma anche i bastioni, e recuperare gli edifici che sono pericolanti. Poi mi auguro che una porzione della Cittadella sia dedicata alla sua storia militare: mi pare davvero il minimo. Per il resto, si possono fare tante cose: da un’area convegni, ad una sede per i matrimoni civili, a spazi per le associazioni. E naturalmente un percorso, sicuro e illuminato, per chi vuole fare footing o andare in bici. Anche concerti e teatro, certamente: ma senza snaturare la struttura. Impariamo da altre città che hanno le mura, Lucca ad esempio. Utilizziamo anche gli ampi spazi al di sotto dei bastioni. Ma intanto attendiamo che siano svolti i lavori, sotto l’egida della Sovrintendenza.

Alessandria verso il voto senza identità CorriereAl 2

E Alessandria, consigliere Sciaudone? Dai banchi dell’opposizione del consiglio comunale, ma anche da cittadino che vive la città, che sensazione ha?
Brutta. Una città che da due anni è completamente ferma. Il centro sinistra ha gettato a mare progetti già avviati (per fortuna non ha potuto fermarne altri già finanziati, come il nuovo ospedale e il campus universitario), e ha dato spazio e risorse solo a centri sociali transfemministi. Poi ci sono le piste ciclabili, anche quelle già finanziate, ma realizzate senza alcun criterio, come gli alessandrini ben sanno. Non sarebbe stato sensato farne meno, e meglio? Come sarà effettuata la manutenzione delle stesse, non appena tra un anno cominceranno ad essere necessari interventi? Ho l’impressione che nessuno ci abbia pensato. Ora si insedierà la nuova giunta, annunciata domenica pomeriggio: vedremo se ci saranno novità rilevanti, ma ne dubito fortemente.

Problemi di manutenzione vengono segnalati anche per il Ponte Meier: e lì si parla da tempo, a mezza voce, di questo fantomatico collaudo tecnico amministrativo mai espletato. Cosa sa al riguardo?
Ho letto la vostra ricostruzione della vicenda, e pur avendo in Provincia altre deleghe ricordo bene che Palazzo Ghilini, a suo tempo, contribuì con un milione di euro per il ponte, di cui 400 mila per il collaudo amministrativo. Poichè il collaudo non c’è mai stato, ad inizio consiliatura ho chiesto all’attuale assessore al Bilancio del comune di Alessandria se la restituzione della somma sia stata messa a bilancio. La risposta è stata evasiva, diciamo così. So poi che c’è un contenzioso con Itinera, e naturalmente come cittadino mi pongo il problema della manutenzione del Meier: chi la sta facendo? Ci sono le risorse per farla? Non ha senso realizzare un’infrastruttura apprezzabile, e poi abbandonarla al suo destino.

C’è un’altra questione seria sul tappeto, ed è il futuro del Gruppo Amag: cosa succederà?
Anche lì, due anni di assoluto nulla hanno portato a rottamare innovativi progetti targati centro destra, come la smart city e le comunità energetiche, e il sospetto che si vada verso una cessione del gruppo, o di sue parti, è molto forte. Con due serie criticità: da un lato la salvaguardia dei posti di lavoro, dall’altra i costi dei servizi erogati. Abbiamo letto tutti, di recente, di significativi aumenti della Tari a Torino e ad Asti, da parte del soggetto, privato e quotato in Borsa, che gestisce raccolta e smaltimento dei rifiuti. Occorre fare attenzione, e in consiglio comunale chiederemo al sindaco Abonante massima trasparenza.