Giovedì 20 giugno, alle ore 17.30, presso Biblioteca Civica “Francesca Calvo“ di Alessandria, in piazza Vittorio Veneto 1, si terrà la presentazione del romanzo “Il buon auspicio” scritto da Lorenza Ronzano.
Un libro monumentale che porta in analisi il lettore, alternando annotazioni diaristiche e materiali multiformi: i resoconti della sua vita psichica e le trascrizioni della sua attività onirica; la “sbobinatura” dei racconti dei pazienti e la narrazione delle sue avventure.
Interverranno lo scrittore, saggista e drammaturgo Antonio Moresco, Alice Borgna, professoressa di Lingua e Letteratura Latina all’Università del Piemonte Orientale, Gabriele Barberis, docente e consulente informatico, Alessandro De Vito e Fabio Mendolicchio per Miraggi Editore, in collaborazione con Libreria Ubik.
In collegamento da remoto interverrà Anne Greeott, docente all’Università di Arkansas.
Gli ospiti alterneranno riflessioni e letture, per dare voce a tutta la potenza e la fragilità di un’autrice che ha avuto il coraggio di immergersi negli abissi della condizione umana, riemergendone con una visione tanto lucida quanto spietata, ma totalmente disarmata e disarmante.
LORENZA RONZANO (1977 – 2021)
Nata ad Alessandria nel 1977 e scomparsa prematuramente nel 2021, insegnava letteratura in diverse scuole pubbliche e private. Era consulente filosofico del reparto psichiatrico dell’ospedale di Alessandria e della Procura di Milano. Nel 2014 esordisce con il romanzo Zolfo (Italic, selezione Campiello opera prima 2014,finalista Premio Alvaro 2015); un suo breve saggio è apparso nel volume Basaglia e le metamorfosi della psichiatria (Eleuthera, 2018); del 2019 è il saggio La variabile umana (Eleuthera). Alcuni suoi estratti sono apparsi su «Wall Street International», «Il primo amore», «Minima&Moralia».
IL BUON AUSPICIO
Il buon auspicio presenta in prima persona e in presa diretta le vicissitudini di Lorenza, che lavora come consulente filosofico nel reparto psichiatrico dell’ospedale della sua città. Lorenza è l’autrice, è la protagonista, ed è Lorenzo, amico, desiderio e doppio. E racconta, con parole sue: «in presa diretta, come in una stenografia del reale», e in più di 500 pagine, pezzi della sua vita, con tanto di nomi dei protagonisti, semplici conoscenti, amici, personaggi noti (gustoso e poetico il racconto di un week end con Houellebeqc), senza filtri, in un modo così diretto da risultare urtante, inappropriato, e per questo affascinante.
Lorenza Ronzano sembra applicare lo stesso metodo a ogni cosa: cercare di forzare la superficie del mondo visibile, del consueto, dei rapporti interpersonali, con un racconto apparentemente piano, con uno stile fatto di «gergo quotidiano. Talvolta più sorvegliato, nella maggior parte dei casi immediato, concreto, persino grezzo», e lo fa indifferentemente che si tratti di raccontare sogni, visite al padre in casa di cura, serate più o meno mondane nella sua città, Alessandria. Impigliato e in balia del flusso del racconto, il lettore deve subirne i colpi emotivi per essere ricompensato – come accade nella vita – dall’intenso premio di vedere smuovere leve dello spirito che non sapeva di avere (più).