di Dario B. Caruso
Ho messo la mia musica in un angolo.
Lo faccio ogni anno in questo periodo.
L’ho fatto anche al termine di quest’anno scolastico, intenso e faticoso ma come sempre ricco di soddisfazioni.
I ragazzi sanno risvegliare dentro di me il senso di prospettiva, quello che i grandi non mi suscitano; forse perché lo hanno perduto o forse perché non l’hanno mai avuto.
Insomma, mi metto all’angolo con la mia musica e i miei strumenti e vedo il futuro.
Fa sorridere, lo so.
Normalmente all’angolo troviamo il pugile suonato che sta per andare a tappeto, i rimasugli di polvere avanzata dalle pulizie dozzinali e frettolose, il bambino escluso dai compagni di gioco.
Io mi apposto così, accovacciato.
E osservo.
È una prospettiva privilegiata in realtà.
Si pensa che dall’alto le cose siano più chiare ma sappiamo non esser vero: i droni, per esempio, uccidono indiscriminatamente.
Da dentro hai la reale percezione delle dinamiche? No poiché sei in balia delle dinamiche stesse.
Dall’angolo, il vero segreto.
Sei padrone del vertice di un angolo e hai la visuale completa, dalla parete sinistra alla parete destra e di fronte a te fino all’angolo opposto, con un unico occhiale e senza fare male a nessuno.
Perché l’insegnamento che impari col tempo è che da quella posizione nessuno potrà mai colpire alla schiena.
Dunque meglio in un angolo.