di Graziella Zaccone Languzzi
1) Chiedere il commissariamento del Comune di Alessandria forse sarebbe il male minore, se l’alternativa è dover affrontare un eventuale secondo dissesto: “Alessandria: il centrodestra chiede di commissariare il Comune”. Le motivazioni della minoranza: “Le nostre preoccupazioni sono assolutamente fondate. Tanto da spingerci verso questo grave atto di rivolgerci al Prefetto. Comunque abbiamo trasmesso la nostra comunicazione anche al Ministero dell’Interno in un’ottica di massima trasparenza e collaborazione istituzionale”. A seguire i soliti botta e risposta tra maggioranza e opposizione: replica dalla giunta, risposte dalla minoranza: qui e qui. La questione è legata alla mancata approvazione del Rendiconto di Bilancio 2023, e ovviamente andrà valutata da chi ne ha competenza specifica. Ma, da cittadina attenta a quel che succede in città, gli elementi per essere preoccupata non mancano: totale mancanza di decoro urbano, sporcizia e degrado ovunque, cimiteri inclusi, e percezione di insicurezza diffusa. Poi c’è la triste vicenda della Centrale del Latte, ma anche non pochi interrogativi relativi al futuro del Gruppo Amag:
“Amag, Locci (Fratelli Italia): “Ipotizzati cento licenziamenti”. Comune di Alessandria e azienda smentiscono”. Intanto appunto la Prefettura ha dato il cartellino giallo al Comune di Alessandria sulla mancata approvazione del Rendiconto di Gestione 2023: “Ultimatum della Prefettura: “20 giorni al Comune di Alessandria per approvare il Rendiconto di Gestione”. Come finirà? Si legge: “Si diffida formalmente codesto comune a provvedere all’approvazione del Rendiconto Finanzario per l’esercizio finanziario 2023 entro e non oltre 20 giorni dalla data di ricezione della presente con l’avvertenza che, in mancanza, si procederà ai sensi dell’articolo 141 del D. Lgs n. 267/2000” . Che significa? Che la conseguenza per la mancata approvazione del bilancio entro tale data sarà pesantissima, con lo scioglimento del consiglio comunale. Quindi non è stata “propaganda elettorale” come dichiarato dall’assessora al bilancio Perrone: la minoranza ha svolto il suo compito che è vigilare, e grazie al suo buon lavoro di controllo, è emersa una situazione di mancato rispetto della tempistica di legge. La domanda che è legittimo porsi allora è: perché il rendiconto non è stato portato in consiglio, discusso per tempo e, nel caso, approvato? Semplice negligenza, o strategia di sopravvivenza della maggioranza? Quel che è certo è che, dopo due anni di assoluto immobilismo della Giunta Abonante, Alessandria affonda. Ve li immaginate altri tre anni cosi?
Voto: 2
2) Pessimo voto a chi non riesce a garantire controllo, ordine e sicurezza ad Alessandria, che pure per fortuna non è ancora ai livelli della Milano di Giuseppe Sala, città ormai definita ufficialmente pericolosa: “Immigrazione: il clandestino che pugnala il poliziotto, come (non) funziona l’accoglienza”. La notizia del 15 maggio mi ha colpita: la Prefettura con le “solite sigle” dell’accoglienza, inizierà un percorso di approfondimento sul tema della “salute mentale” e migranti con vulnerabilità riconducibile a fattori psicologici, sociali e/o sanitari: “Salute mentale dei richiedenti asilo, un percorso promosso dalla Prefettura”. Devono aver finalmente capito che certi soggetti vanno “controllati” per evitare disgrazie come sopra denunciato dall’articolo su Milano. Ma anche ad Alessandria succede di continuo, per fortuna senza conseguenze gravi per ora, e quindi senza denunce.
Ma si può vivere così? Sono una nonna e mi ha impressionato cosa è accaduto una settimana fa in pieno giorno in città, precisamente nel quartiere Pista. Ce lo racconta bene l’intervista di Svegliati Alessandria dal titolo “Violenta aggressione in corso Romita”.
Dal racconto emergono due fattori: 1) l’insicurezza diffusa nel territorio; 2) l’indifferenza dei cittadini.
Per quanto riguarda il primo fattore, l’aggressore si è mosso senza alcuna motivazione e pare anche con la consapevolezza della sua impunità, tanto è vero che tutto ciò si è svolto in pieno giorno lungo una strada trafficata e contornata da palazzi e condomini. Solo il caso ha impedito che la vicenda si trasformasse in una tragedia. L’ energumeno ha sollevato e scagliato le biciclette contro i ragazzi indifesi e ne ha rincorso uno fino alle soglie della casa della nonna. Per il secondo fattore, l’indifferenza dei cittadini si è manifestata proprio nel racconto di “Cristina” che ha riferito della richiesta di aiuto dei ragazzi ad adulti, poco distanti, i quali se ne sono bellamente disinteressati. Il quartiere Euro/Pista, fino a qualche tempo fa, era considerato un quartiere tranquillo e residenziale. Ora, con gli ultimi episodi avvenuti in via Trento, ai Giardini Usuelli, via de Gasperi e Corso Romita, si sta progressivamente trasformando in una zona particolarmente pericolosa e a rischio per cose e persone, come in un qualunque altro quartiere di una città metropolitana. C’è da chiedersi: quanti clandestini con istinti primordiali e pericolosi con vari fogli di via vivono nella nostra città e nel nostro paese? “Fantasmi” prima accolti, poi lasciati al loro destino e sconosciuti alle forze dell’ordine?
Voto: 0 (zero)
3) Ai responsabili dell’ATC Piemonte Sud, e a tutti gli enti istituzionali preposti alla tutela del bene pubblico. Anche qui partiamo da un video di Svegliati Alessandria, girato al Quartiere Cristo, zona Villaggio Fotovoltaico.
“11 maggio 2024 Alessandria – via Longo, via Nenni, via della Palazzina. Un’intera zona di case ATC, nel profondo Cristo è tenuta in ostaggio da una baby gang che imperversa incontrastata lungo i cortili, i porticati, i seminterrati e le scale di questi stabili. Gli inquilini esasperati si sono rivolti a tutti: politici, amministratori, giornalisti, all’ATC senza ottenere risposta. L’esasperazione e la rabbia ormai hanno raggiunto il culmine e gli inquilini sono decisi a farsi valere chiedendo conto a ciascuna delle istituzioni interessate delle loro promesse mancanti. Le richieste sono piuttosto semplici e praticabili: si tratta solo di effettuare interventi (cancellate, ripristino delle serrature mancanti e aumento della vigilanza necessaria) che possono garantire la sicurezza degli abitanti del quartiere intorno alle vie della Palazzina, via Longo e la parte interessata di via Nenni, oltre a salvaguardare un bene pubblico”. Alessandria fu pioniera nell’integrazione del fotovoltaico sugli edifici residenziali con il progetto “Villaggio Fotovoltaico”, che nel 2000 ottenne il premio del Ministero all’Ambiente per la novità rappresentata dall’uso di energie rinnovabili in edilizia. Fu finanziato dalla Commissione Europea e sorse su un’area di 75.000 mq. di cui 47.000 mq. residenziali, 20.000 mq in aree pubbliche con la creazione di ampie zone di parcheggio sotterraneo, ampie aree percorsi verdi tra i vari edifici, impianti sportivi a scala di quartiere, un centro sociale e una serie di servizi essenziali per favorire la socializzazione, un laghetto (che è andato a ramingo). Fu prevista una potenza complessiva degli impianti fotovoltaici di 160 kilowatt, e una superficie di moduli posati di ben 3.000 mq. Il complesso dei caseggiati sfruttava (oggi non si sa) tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia che veniva immessa in rete e copriva il 100% del consumo delle parti comuni dell’intero complesso come l’illuminazione di spazi e percorsi, funzionamento citofonie, ascensori e centrali termiche, e fino al 70% quello dei singoli alloggi. Un vero gioiello oggi ridotto alle condizioni che Svegliati Alessandria denuncia con il filmato e le interviste di residenti. Lo spettacolo a cui si assiste è la vergogna di chi è direttamente responsabile di tale patrimonio e lo ha lasciato non solo degradare, ma non si occupa neppure della sicurezza dei suoi inquilini.
Voto: 2