Dopo la questione termale, il cui dossier è all’attenzione degli organi di stampa nazionali, Act Consumatori è stata attivata su un tema che tocca le tasche di tutti gli Acquesi. L’ultimo Consiglio comunale di Acqui Terme ha infatti portato a galla due situazioni particolarmente preoccupanti.
«Nel rendiconto di gestione 2023 – spiega il presidente di Act Massimo Antonucci – l’attuale amministrazione ha riportavo voci allarmanti che riguardano la gestione dell’Avim ed i rapporti con Amag. Il primo caso, cioè il fallimento della società di cartolarizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, grava sulla testa degli Acquesi per quasi 4 milioni di euro. Tale è la cifra che il curatore nominato dal Tribunale avrebbe chiesto al Comune. Una società in perdita sin dal principio, un buco nero dove sono finiti per anni i soldi dei cittadini e che invece di essere arginato, è stato procrastinato, sottovalutato, spostando sulle future generazioni un debito sempre crescente. Act Consumatori andrà a fondo di questa vicenda e contesterà nelle sedi opportune le responsabilità personali di chi avrebbe potuto impedire questo scempio ed invece ha fatto finta di niente (se non aggravato la situazione)».
Altro tasto dolente, la vicenda Amag: «La società di servizi risulta debitrice nei confronti del Comune di Acqui per ben un milione di euro – continua Antonucci – Soldi che Palazzo Levi propone di compensare (secondo una prassi consolidata) invece di riscuotere unitamente agli interessi. Dalle parole dette in Consiglio, pare che la procedura di rientro in 36 rate non sia stata accettata dalla società debitrice perché comprensiva degli interessi legali. Assurdo! Non mi sembra che Amag utilizzi questo approccio “elastico” e comprensivo quando a pagare le sue bollette sono chiamati i privati cittadini! In queste circostanze la società recapita esose intimazioni di pagamento, anche relative ad annualità molto lontane nel tempo, sempre comprensive degli interessi legali. A noi non piace chi applica “due pesi e due misure”, per questo andremo a fondo della vicenda e valuteremo come tutelare al meglio i diritti dei cittadini acquesi perché, vorrei rammentarlo, nei bilanci degli enti pubblici non ci sono semplici numeri, ma i soldi dei contribuenti».