di Ettore Grassano
“I Distretti Urbani del Commercio sono, non solo per la nostra provincia ma per l’intero Piemonte, una straordinaria leva di modernizzazione, oltre che un investimento complessivo di 32 milioni di euro a sostegno dello sviluppo del nostro settore, e dell’intera economia regionale. Credo che negli ultimi vent’anni, forse trenta, nulla di paragonabile sia stato fatto per il comparto”. Manuela Ulandi, segretario provinciale di Confesercenti, allo studio delle dinamiche del commercio ha dedicato l’intero percorso professionale, a partire da tesi di laurea e master di specializzazione. E ancora oggi si appassiona ad immaginare l’evoluzione di un settore che sta davvero vivendo una trasformazione epocale: “ma è sbagliato parlare di crisi, è tutt’altro quello che sta succedendo, dopo il covid: c’è invece la consapevolezza, finalmente, di quanto l’economia di prossimità sia centrale per la riqualificazione dei nostri centri urbani: non è più questione soltanto di vendere beni e servizi, insomma, ma di giocare un ruolo da protagonisti, come cittadini prima ancora che come esercenti o imprenditori. Certo, occorre che questa visione sia condivisa, e che l’operazione straordinaria dei Distretti Urbani del Commercio, fortemente voluta in Regione dall’alessandrina Vittoria Poggio, sia ora calata dentro una progettualità complessiva, e più ampia”.
Insomma, in questa intervista ‘si vola alto’, e proviamo con Manuela Ulandi ad immaginare come Alessandria, o Casale, o Acqui, possano davvero trovare nell’economia ‘di prossimità’ uno strumento non solo di crescita economica, ma di sicurezza, di coesione sociale, di cultura del territorio. “Ma è indispensabile che la politica, da Bruxelles ai singoli comuni coinvolti, lo comprenda e sappia fare la sua parte”. E qui, forse, cominciano i problemi…….
Dottoressa Ulandi, nel corso del 2023 abbiamo raccontato i diversi step operativi del ‘processo’ Distretti Urbani del Commercio. E ora?
Partiamo da una considerazione, generale e positiva. Dopo tanti anni a discutere della crisi del commercio, dal covid in poi c’è stata la svolta: tutti, non solo gli esercenti, hanno oggi compreso la centralità dell’economia di prossimità (chiamiamola così, non più semplicemente commercio, perché è in effetti altro, e di più) come strumento per dare vita e slancio ai nostri centri urbani. E’ un cambiamento epocale. In questa cornice generale, onore e merito alla Regione Piemonte, con il suo assessore alessandrino al Commercio Vittoria Poggio, per aver istituito (con i fatti e le risorse, non a parole) i Distretti, che rappresentano per tutta la nostra Regione un’opportunità senza precedenti. Non solo per il poderoso investimento di 23 milioni di euro, a cui si aggiungono ora gli altri 9 recentemente annunciati dall’assessore, ma perché finalmente questo strumento consente di progettare il futuro dei nostri centri urbani. Come del resto in Veneto e in Lombardia stanno facendo da diversi anni. Finalmente anche il Piemonte è partito: siamo una locomotiva lanciata in corsa, e guai a chi immaginasse di tirare il freno a mano. E’ invece il momento di correre.
Per arrivare dove?
Nei prossimi 3-5 anni occorre ridisegnare completamente i nostri centri urbani. E qui naturalmente serve una visione complessiva, strategica da parte di tutti gli attori in gioco, con il coordinamento degli enti locali, a partire dai comuni. Ottimo insomma che i titolari di attività commerciali approfittino dei significativi contributi, in buona parte a fondo perduto, per ‘rifare il look’ ai propri punti vendita. Eccellente anche che si investa in formazione, sia in presenza che on line, compresa la consulenza personalizzata che, da noi in Confesercenti, sta prendendo sempre più piede. Ma occorre andare oltre: lo straordinario strumenti dei Distretti deve essere calato all’interno di una visione, nuova e complessiva, di centro urbano: finché staremo qui a parlare di ztl, di parcheggi, di viabilità, di telecamere per il controllo e la sicurezza, come se fossero elementi tra loro disgiunti, e non come le pagine di un unico libro, non andremo da nessuna parte. Solo un approccio integrato, adeguatamente coordinato da cabine di regia territoriali, può consentire una vera svolta epocale, che è fondamentale.
Viene spontaneo guardare all’esempio concreto che abbiamo sottomano, ossia Alessandria intesa come capoluogo. Qual’è la progettualità 2024 in termini di eventi e iniziative sul territorio, e quale il rapporto di collaborazione delle associazioni di categoria con l’amministrazione comunale?
(riflette, ndr) Prima di tutto diciamo che la provincia di Alessandria non è solo il capoluogo, e che ci sono diversi centri zona, beneficiari peraltro dei finanziamenti dei Distretti del Commercio, che stanno lavorando benissimo. Ad Alessandria possiamo dire che, come Confesercenti, abbiamo manifestato all’amministrazione comunale l’intenzione di riproporre gli eventi di Gagliaudo e San Baudolino, e abbiamo preso atto che entrambi sono stati inseriti nella pianificazione annuale degli eventi, distribuita anche a noi dall’ufficio stampa dell’ente. Sappiamo poi, sempre a mezzo stampa, che nei mesi scorsi si è partiti con la ricerca di partner economici/sponsor, e si parlò anche di crowfunding: ma non abbiamo altri aggiornamenti…
Sarà forse anche che da Natale si attende un rimpasto di giunta che potrebbe coinvolgere, si dice, anche l’assessore al Commercio….
Ci spiacerebbe per l’assessore Berrone, con cui il rapporto personale è ottimo, e che ben conosce il nostro comparto. Nel caso, confidiamo che della delega al Commercio non ci si dimentichi. Più in generale, la situazione locale è quella che vi ho sintetizzato nella risposta precedente.
Ultima importante riflessione, Dottoressa Ulandi: che valutazione date, come Confesercenti, del forte vitalismo ‘dal basso’, e del proliferare di associazioni di commercianti rionali e di quartiere? Implicita pare esserci anche una contestazione alle organizzazioni storiche, un po’ come sta succedendo in agricoltura…….
Distinguiamo con attenzione. Il proliferare di associazioni che hanno come obiettivo quello di far ‘vivere’ sempre più il loro quartiere (primo esempio alessandrino è stato quello del Cristo, ora vediamo moltiplicarsi le iniziative, dall’Europista a via San Lorenzo, a Spinetta: proprio sabato c’è stata l’inaugurazione della Festa di Primavera ai quartieri Pista ed Europa, con grande partecipazione e un bel clima di festa) è estremamente positivo, mostra quanto vitalismo, quanto slancio verso il futuro ci sia nella categoria degli esercenti. Noi, come Confesercenti, abbiamo messo da subito a disposizione i nostri uffici e le nostre competenze a tutte queste realtà, davvero convinti che l’unione fa la forza. Sicuramente diciamo però attenzione: la frammentazione eccessiva, l’ognun per sé, non porta da nessuna parte, e sarebbe l’esatta negazione di tutto quanto ci siamo detti fino ad ora: la crescita di una vera, nuova economia di prossimità, che sia utile a tutta la nostra comunità, deve avere un percorso esattamente contrario, ossia dall’Unione Europea alle Regioni, e a scendere associazioni di categoria dotate delle competenze necessarie, comuni, enti locali. I Distretti Urbani del Commercio ne sono esempio lampante: se c’è una visione prospettica, e ci sono le risorse per realizzarla, si progredisce. In caso contrario si gira a vuoto. Ma, ripeto, ben venga la vitalità della base, tutte le forze autentiche e propositive a sostegno dello sviluppo e della promozione del territorio sono utilissime, anzi necessarie.