Una marea di volti noti, rappresentanti delle istituzioni locali e dell’associazionismo, ma soprattutto tanti comuni cittadini hanno preso parte, sabato pomeriggio ad Alessandria, alla manifestazione per dire no, senza se e senza ma, all’insediamento del Deposito Unico Nazionale delle Scorie Radioattive in provincia, e in tutto il Piemonte. Una inadeguatezza, quella del nostro territorio, ribadita da tanti diversi punti di vista, e peraltro già ampiamente documentata.
Nelle scorse settimane si sono tenuti ben 17 incontri pubblici su tutto il territorio provinciale, e alla manifestazione finale di Alessandria hanno partecipato circa 2.000 persone.
Il corteo è partito da Viale dalla Repubblica e ha attraversato le vie del centro di Alessandria per poi terminare in Piazza della Libertà davanti a Palazzo Ghilini. Tra i partecipanti anche Roberto Bettega e Ornella Vanoni.
Nulla peraltro è stato ancora deciso, ma il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul sito istituzionale l’elenco di 51 aree presenti nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI). In questa carta, tra i siti ritenuti più idonei, ce ne sono ben 5 della provincia di Alessandria.
Le cinque aree che sono state individuate sul nostro territorio come potenzialmente idonee a ospitare il Deposito Nazionale di Scorie Nucleari sono: AL-8 tra Alessandria, Castelletto Monferrato e Quargnento; AL-14 tra Fubine e Quargnento; AL-3 tra Alessandria e Oviglio; AL-1 tra Bosco Marengo e Novi Ligure; AL-13 tra Castelnuovo Bormida e Sezzadio.
“La discarica di rifiuti radioattivi – dice una nota del Comitato organizzatore – dovrà contenere al suo interno ben 17.000 metri cubi di scorie nucleari ad alta radioattività provenienti dalle centrali nucleari dismesse, che per perdere la propria pericolosità necessitano di migliaia di anni. Accettare questo deposito significa condannare la nostra terra ad essere la discarica nucleare d’Italia! Significherebbe condannare noi e le generazioni future. Abbiamo già grandi problemi ambientali e necessitiamo di bonifiche.
IL DEPOSITO SARA’ GRANDE COME 207 CAMPI DA CALCIO
Certamente ci vuole un bel coraggio e una bella faccia tosta per proporre ancora veleni nella nostra zona. Da tempo il nostro territorio è utilizzato come discarica: abbiamo già dato e continuiamo a dare con un tasso spaventosamente alto di tumori e patologie che colpiscono la popolazione a causa dei veleni prodotti, abbiamo un territorio devastato e sfruttato da anni di inquinamento dell’Acna di Cengio, dell’Ecolibarna di Serravalle, dell’Eternit di Casale, passando per discariche chimiche e da aziende che seppur necessarie gravano già pesantemente sul nostro ambiente. È ARRIVATO IL MOMENTO DI DIRE BASTA!
La SOGIN S.p.a. (società pubblica responsabile degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) non rispetta neanche i suoi criteri di inidoneità; infatti a seguito dell’approfondito lavoro fatto dalle nostre Istituzioni locali (più di mille pagine di documentazione tecnico-scientifica prodotta), il nostro territorio è inadatto ad ospitare una discarica di rifiuti radioattivi della dimensione di 150 ettari. Questo perché tra i presupposti per realizzare un insediamento di questo tipo senza gravi rischi alla salute degli abitanti delle zone limitrofe al deposito c’è che il terreno non sia alluvionale, soggeLo a fenomeni di acque superficiali e molto altro.
Una dimostrazione di non inidoneità l’abbiamo avuta puntuale con le ultime piogge che hanno subito mandato a bagno le zone scelte per il previsto deposito. Stiamo parlando di un terreno caratterizzato da falde affioranti e profonde che di per sé sono una risorsa idrica importantissima per il territorio. Tutti i tecnici interpellati hanno espresso parere negativo per la realizzazione di questa enorme discarica sul nostro territorio. La nostra posizione si basa esclusivamente su criteri tecnici e non ideologici. La discarica di scorie radioattive non crea energia, non è una questione relativa a nucleare si oppure no, bensì un grande rischio ambientale e sanitario per il nostro territorio. La distanza dai centri abitati è un’altra delle caratteristiche richieste. Anche da questo punto di vista è evidente che i siti scelti non sono idonei per la pericolosa vicinanza con i centri abitati, i paesi, ma anche con centri densamente popolati come la città di Alessandria, Casale, Valenza, Novi Ligure e Acqui Terme.
Un altro aspetto da tenere presente è la conformazione del territorio dal punto di vista idrogeologico.
La richiesta popolare per il territorio oggi è quella della bonifica delle aree contaminate, della realizzazione di un deposito nucleare di scorie radioattive in un luogo idoneo per non ripetere gli errori ambientali del passato, che la nostra provincia subisce e dovrà subire ancora per tantissimi anni”.