di Dario B. Caruso
Nella storia recente della città di Savona c’è un nome di battesimo che risuona dolce.
Appartiene a due donne che hanno segnato con la propria maestria il mondo dell’arte.
Renata è quel nome.
Renata Cuneo nasce e muore a Savona (1903 – 1995).
Si dedica alla scultura e viene definita “una delle personalità più influenti dell’arte italiana del XX secolo”.
Le sue opere fanno parte di collezioni d’arte contemporanea in tutto il mondo.
Per i visitatori, e per ciascuno di noi residenti, è impossibile non soffermarsi di fronte alla sua Fontana del Pesce in piazza Marconi.
Una scultura di grande suggestione, oggi soffocata dal traffico e da un parcheggio a pagamento.
Mi piace pensare che un giorno questa fontana potrà essere traslata in piazza Diaz, di fronte al teatro Chiabrera.
Poche ore fa proprio al Chiabrera si sono celebrati i novant’anni di Renata Scotto, nata e morta a Savona (1934 – 2023).
È stata una celebrazione postuma ma doverosa.
La Scotto, soprano e regista teatrale di fama mondiale, ha ricevuto gli onori dei suoi concittadini in una lunga serata musicale in cui alcune delle voci più belle scelte tra i suoi discepoli hanno eseguito le arie d’opera a lei più care, accompagnate dall’Opera Giocosa che fra qualche mese sarà Opera Giocosa “Renata Scotto”.
Renata significa risorta, nata nuovamente.
Un nome di buon auspicio che ci fa attendere una nuova musa.
E chissà che una Renata non sia già al lavoro per regalarci nuove emozioni.