“Dopo quasi due anni, bugie e malafede di sinistra e grillini sulla vicenda acqua vengono a galla, sancite da una sentenza del tribunale che dà ragione all’ex Presidente Arrobbio: Amag non deve nulla ad Acos. In merito alla presunta perequazione sugli investimenti idrici il Pd ha cercato in tutti i modi di mettere Alessandria e Novi una contro l’altra, quando le due città erano a guida Lega, con la solita stanca cantilena di Alessandria che “ruba” i soldi a Novi. Noi abbiamo sempre creduto che le città della provincia dovessero collaborare nell’interesse del nostro territorio, uscendo dalla logica campanilistica utile in campagna elettorale, ma che ha drammaticamente indebolito la nostra provincia rispetto alle grandi sfide negli anni passati. A nostro avviso quindi si dovrebbe lavorare nella prospettiva di una Multiutility unica per la nostra provincia, a controllo pubblico, unico modo per far fronte ai grandi player del mercato, garantendo le fasce più deboli della popolazione. Il Partito Democratico invece, dall’acqua alla smart city, sembra avere idee confuse, o forse molto chiare: scongiurare la collaborazione fra le società pubbliche di servizi, che da sole alla lunga non potranno stare sul mercato. In attesa magari che qualche player privato possa acquisirle? Ovviamente la collaborazione fra pubblico e privato può essere un valore e migliorare i servizi, ma solo dove il controllo della gestione ed erogazione dei servizi resti pubblico: sull’acqua ad esempio non accetteremo mai la logica “o paghi, o ti chiudo i rubinetti”. Pd e 5 Stelle come la pensano? La Lega anche a Casale Vercelli e Biella, dove attualmente è stato nominato un commissario alla guida dell’Egato2, è stata chiara, e i suoi amministratori hanno votato per l’affidamento in house del servizio idrico, mentre purtroppo i nostri alleati di Fratelli d’Italia hanno preferito schierarsi per la privatizzazione. Grave errore.
Per quanto riguarda il Gruppo Amag, la situazione è sotto gli occhi di tutti: il progetto smart city, che poteva essere il vero fiore all’occhiello della multiutility, è stato abbandonato nel peggiore dei modi, con il rischio peraltro di dover pagare risarcimenti milionari, mentre anche le comunità energetiche sono ‘al palo’. L’amministrazione Cuttica è riuscita a cedere Alegas al momento giusto, valorizzandola al meglio proprio prima del tracollo di tanti player del settore, e conservando il vero asset strategico, che sono le reti del gas. Ora il Partito Democratico cosa intende fare? Vendere Amag ai privati o lavorare per una multiutility pubblica di tutta la provincia di Alessandria? Se manca una visione sulle grandi strategie, anche sull’ordinaria amministrazione mi pare ci sia più di un problema. Al netto del divertente sostegno dell’amministrazione comunale alla nostra povera città nella prestigiosa competizione della “coppa del degrado” sui social, la situazione del decoro urbano è drammaticamente sotto gli occhi di tutti. Tre anni di risanamento e di progetti del Presidente Arrobbio sono stati gettati alle ortiche per pura avversione ideologica verso “chi c’era prima”: non è così che si fa il bene di un’azienda, e di un territorio”
E’ toccato all’on. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e segretario regionale del Carroccio, trarre le conclusioni politiche dell’ affollata assemblea/dibattito organizzata giovedì sera dalla Lega di Alessandria e di Novi Ligure alla ex Tagliera del Pelo, prima tappa di un percorso di informazione/confronto con la cittadinanza che vedrà certamente altre puntate, per evitare che scelte sul futuro di asset strategici come acqua e rifiuti, e sul futuro delle multiutility del territorio, siano prese da centro sinistra e 5 Stelle ‘in camera caritatis’, e contro l’interesse della comunità.
La serata sull’acqua ha preso avvio con l’intervento del prof. Gianfranco Cuttica di Revigliasco, sindaco di Alessandria dal 2017 al 2022, e attuale consigliere comunale. “All’inizio del mio mandato le condizioni del Gruppo Amag erano decisamente critiche, ma non ci avete mai sentito lamentarci. Abbiamo puntato su un management di qualità, a cui abbiamo affidato il compito, ciclopico, di risanamento dei conti ma anche di innovazione di processi e progetti. Abbiamo riacquistato credibilità con il sistema bancario, e sono stati anche pagati tutti i debiti con i fornitori che qualcun altro aveva lasciato a bocca asciutta: l’attenzione al sociale e alla comunità si rivela anche da queste azioni. In parallelo sono stati avviati investimenti importanti sulle infrastrutture dell’acqua e del gas, e abbiamo messo in campo progetti all’avanguardia come la smart city e le comunità energetiche. Lascio ad altri il compito di raccontare come mai, dall’estate del 2022 ad oggi, tutti i progetti sono stati rottamati, e quali sono oggi le condizioni, decisamente critiche, in chi versa il Gruppo. Ciò che è importante è che i cittadini comprendano che non è vero che le aziende pubbliche devono andare male per forza: tutto dipende da come le gestisci, e da quali sono i tuoi obiettivi. Noi abbiamo lavorato per rilanciare il Gruppo Amag, e per rendere le sue aziende competitive, ma con governance completamente pubblica. Altri sembrano farsi sedurre dalle sirene del mercato, della Borsa, del business: almeno abbiano la coerenza di dichiararlo”.
Paolo Arrobbio, Presidente del Gruppo Amag dal 2019 al 2022, è partito da un chiarimento sulla vicenda acqua, per poi estendere la riflessione al tema smart city e situazione della Multiutility: “Sull’acqua, come sapete, c’è una sentenza del Tribunale di Alessandria che parla chiarissimo: nulla è dovuto da Amag Reti Idriche e da Comuni Riuniti Belforte a Gestione Acqua, in nome di una supposta perequazione. Al contrario di altri le sentenze sono abituato a leggerle, e a rispettarle. Non a stravolgerne il senso. Poi c’è la rinuncia del Comune di Alessandria alla realizzazione della smart city, che non è solo una grande occasione perduta per modernizzare la città, ma per come è maturata rischia anche di essere un salasso estremamente oneroso. Alla scadenza del mio mandato, nel settembre del 2022, ho presentato una relazione puntuale sullo stato dell’arte del Gruppo Amag, con numeri di bilancio aggiornati, e scadenze dei vari progetti da completare. La relazione è stata presentata all’Assemblea degli azionisti, e inviata tramite Pec ai sindaci dei comuni soci, al collegio sindacale, ai sindacati. Lì ci sono tutti i numeri chiave: 29 milioni di euro di liquidità nelle casse del Gruppo, oltre a 17 milioni di euro di fondi PNRR che ci siamo conquistati, e soli 6,6 milioni di debiti verso fornitori. Questo era lo stato di salute del Gruppo Amag alla scadenza del mio mandato. Poi, nell’autunno del 2022, è cominciato un percorso di incertezza gestionale e amministrativa. In sintesi: le comunità energetiche, nonostante si fosse stipulato uno specifico accordo con l’amministrazione provinciale, sono rimaste al palo, mentre le due grandi questioni, acqua e smart city (con l’annessa questione del ciclo dei rifiuti) hanno vissuto una serie di passaggi delicatissimi che ben sappiamo”.
Tocca a Mattia Roggero, capogruppo della Lega a Palazzo Rosso, e a Cinzia Lumiera, presidente della Commissione Bilancio, illustrare la mozione sull’acqua, e tracciare ‘la rotta’ sul futuro del Gruppo Amag, e del comune di Alessandria: “la proprietà degli acquedotti e l’erogazione del servizio devono essere in mani completamente pubbliche, per evitare che fondi di investimento o player quotati in Borsa trasformino il diritto sacrosanto ad un bene primario in un business. Recentemente il Partito Democratico su questo tema ci ha accusati di demagogia, auspicando “il superamento di gestioni comunali o consortili”, ma anche “preservando simultaneamente una governance pubblica che sia garanzia di trasparenza e responsabilità”. Ci piacerebbe, per rispetto di tutti i cittadini, che il Partito Democratico fosse più chiaro su questo punto: per superamento delle gestioni consortili intendono forse dire che gli acquedotti devono essere ceduti a soggetti privati, magari quotati in Borsa? E cosa significa allora governance pubblica? Si sta pensando a partnership pubblico private, in cui il pubblico fa gli investimenti, e il privato i profitti, aumentando il costo dell’acqua in base a logiche di mercato? Sul Gruppo Amag si addensano purtroppo nubi nere: la questione smart city è stata gestita nel peggiore dei modi. Prima, a febbraio 2023, si è di fatto approvata l’aggiudicazione della stessa, poi la si è revocata, generando inevitabilmente un’ingente richiesta danni. Sul fronte raccolta rifiuti (che erano, ricordiamolo, un pilastro essenziale della smart city) centro sinistra e Grillini hanno combinato un ulteriore ‘pasticcio’, che costringe ora ad una gara per l’assegnazione del servizio di raccolta, che rischia di appaltare un servizio pubblico essenziale ai privati, con tutto ciò che ne conseguirà, in termini di costi sulle spalle dei cittadini, ma anche di occupazione a rischio in Amag Ambiente. Il Pd vuole un servizio di raccolta basato su un costoso porta a porta, e lavoratori precari in mano alle cooperative? Per la Lega l’intero ciclo dei rifiuti deve rimanere in mano pubblica: si valuti con attenzione un percorso di unificazione tra Amag Ambiente e Aral”.
Giacomo Perocchio, capogruppo della Lega a Novi Ligure, da anni segnala, nella sua città, i rischi connessi alla querelle sull’acqua tra Gestione Ambiente e Amag Reti Idriche: “Spiace dove dire ‘noi l’avevamo detto: è andata purtroppo come temevamo andasse’, ma è davvero così. Purtroppo centro sinistra novese e management del Gruppo Acos hanno puntato tutte le loro fiches su una campagna identitaria, Novi contro Alessandria, e hanno perso. Al nostro territorio serve un’unica, forte società di gestione dell’acqua, a controllo completamente pubblico, per evitare gli evidenti rischi connessi alla privatizzazione dell’acqua: vogliamo che la stessa oscilli in base agli andamenti del mercato, esattamente come il gas o o la benzina? La Lega pensa alle esigenze dei più deboli: sarebbero loro a pagare in questo caso un conto salatissimo. L’acqua è di tutti, e tutti ne hanno diritto: deve restare a controllo completamente pubblico, come deciso dagli italiani con il referendum del 2011. Se il Partito Democratico la pensa diversamente, come mi pare evidente, abbiamo almeno la coerenza di dichiararlo ai cittadini”. Poi da Perocchio arriva una riflessione tutta interna al centrodestra: “A Novi Ligure anche sulla questione acqua, come purtroppo su altre questioni inerenti la gestione del comune, assistiamo nei fatti all’incoerente alleanza tra Pd e Fratelli d’Italia, il cui rappresentante in consiglio comunale sulle decisioni strategiche è costantemente allineato al sindaco Muliere e alla sua giunta. Se l’intenzione è proseguire su questa strada, forse sarebbe più corretto se a Novi Ligure Fratelli d’Italia passasse direttamente tra i banchi dell’attuale maggioranza”.