di Dario B. Caruso
Ci sono parole che evocano una buona intenzione ma nascondono un’idea antitetica.
Il lettore e l’ascoltatore superficiali percepiscono ciò che vuole essere comunicato e non hanno possibilità di comprendere la vera verità; proprio perché la superficie mostra solamente la forma e tralascia il contenuto.
Ecco perché spesso le parole sono utilizzate per confondere.
È il caso della parola accorpamento utilizzata qualora un’azienda di grandi dimensioni venga riunita con una o più aziende di dimensioni inferiori.
In questi frangenti non mancano certo ragioni plausibili, prevalentemente ragioni di carattere economico e logistico.
Economico poiché nel computo globale le figure dirigenziali e di profilo specializzato diminuiscono creando risparmio.
Logistico poiché si vanno a chiudere gli edifici più periferici agglomerando la forza lavoro in edifici centrali e creando ulteriore risparmio.
Gli accorpamenti possono presentare di per sé una ragion d’essere qualora riguardino attività industriali, manifatturiere, artigianali, commerciali all’ingrosso.
Non si possono fare le medesime considerazioni in altri settori.
Per esempio nel comparto Scuola.
L’educazione e la didattica, modificatesi profondamente negli ultimi decenni, si fondano comunque sui princìpi sanciti dalla Carta Costituzionale.
È fin troppo evidente che gli accorpamenti di più Scuole non dovrebbero tenere in conto i lati economico e logistico.
Non economico poiché investire in personale educativo è da sempre fondamentale e ormai emergenziale, visto il malessere sociale che si va amplificando.
Non logistico poiché decentrare edifici scolastici significherebbe garantire la frequenza e la gratuità per studenti e famiglie (art. 34 della Costituzione Italiana).
Eppure.
Eppure il cosiddetto dimensionamento – parola ambigua come accorpamento – continua da anni ad incalzare e subirà una forte accelerazione nel prossimo triennio.
E poi esiste il comparto Sanità.
Anche in questo caso continua ad essere disattesa in maniera crescente la Costituzione Italiana che all’art. 32 così enuncia: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” e poco dopo “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Relativamente agli aspetti logistico ed economico si sono già fatti sfracelli.
Lo dimostrano i disagi che tutti affrontiamo per le liste d’attesa e in Liguria anche per le urgenze e gli accessi al Pronto Soccorso.
Inoltre il tasso di decessi nell’ultimo biennio è in aumento anche tra le fasce giovani.
L’unico accorpamento indolore sarebbe quello tra sindacati.
Nati per tutelare gli interessi professionali collettivi, vivono disinteressati facendosi forti di una burocrazia ciclopica che li divide nella forma ma li unisce nei contenuti.