di Dario B. Caruso
Il numero indicato nel titolo di questo Flessibile suonerà drammatico.
Potrebbe essere il reddito annuo di un lavoratore sotto la soglia di povertà ma non lo è.
Potrebbe essere il numero dei civili morti ammazzati a Gaza in questi due mesi e mezzo ma sarebbe sottostimato.
Non parliamo delle perdite nel conflitto russo-ucraino che sono enormemente più elevate, da moltiplicare almeno dieci dodici volte.
Potrebbe essere molte cose ma io lo associo alla signora Caterina.
Caterina ha 88 anni.
Pochi giorni prima di Natale riceve una bolletta dell’acqua con una cifra inusuale per le sue abitudini, ben 15.339 euro rispetto agli 80-90 euro consueti.
La cifra allarmerebbe qualsiasi cittadino di qualsiasi età ma Caterina purtroppo non regge alla vista di quel numero
quindicimilatrecentotrentanove
Ha un malore, viene ricoverata ma le sue condizioni non migliorano: alla vigilia di Natale muore.
Caterina aveva 88 anni e poteva essere la madre e la nonna di molti di noi.
L’episodio è stato presentato durante i telegiornali del giorno di Natale e poi archiviato come un semplice fatto di cronaca.
Ho fatto alcune riflessioni, tra me e me.
In un mondo in cui conteggiamo tutto, facciamo statistica su ogni fenomeno, dagli sbarchi degli immigrati ai morti in guerra, dai femminicidi agli omicidi stradali, dagli scippi alle rapine, ci dimentichiamo di qualcuno.
Caterina sarebbe vissuta magari ancora qualche anno a venire, forse.
Ma Caterina non fa statistica: è vittima di un errore che non avrà mai un autore fisico. Chi potrà mai identificare il responsabile di quella bolletta fasulla? I meandri della responsabilità in certi casi rasentano i labirinti infiniti.
Caterina non fa statistica così come non fanno statistica i malati deceduti per le negligenze di medici incapaci o per le lentezze delle liste d’attesa in ospedale; così come non fanno statistica i ragazzi che a scuola si perdono per l’impreparazione di dirigenti e insegnanti; così come non fanno statistica i figli che perdono l’affetto verso i genitori perché i genitori non hanno mai dato loro alcun tipo di attenzione e di affetto.
Caterina ha fatto notizia per pochissimi istanti, su tiggì e giornali.
Tutti, in quei pochissimi istanti, ascoltando o leggendo la storia di Caterina hanno provato compassione.
Ma dopo quei pochissimi istanti la compassione si è dileguata.
E anche la compassione, come Caterina, non fa statistica.