Le prospettive dell’economia per il trimestre d’inverno non sono favorevoli. Si raffredda ancor più il clima di fiducia che segue la frenata d’autunno, in linea con la tendenza nazionale e piemontese. Questo influenza le previsioni degli industriali alessandrini anche se, a livello territoriale, tengono maggiormente rispetto alla regione gli investimenti e si registra un minore ricorso alla cassa integrazione, ma preoccupano di più la redditività e i costi di energia, materie prime e logistica.
Lo attestano i risultati della 197a Indagine Congiunturale Trimestrale di Confindustria Alessandria, che rileva le previsioni di attività delle imprese associate per il trimestre gennaio-marzo 2024.
Per i principali indici SOP, che registrano lo sbilancio tra ottimisti e pessimisti, l’occupazione è positiva e stabile, è alta la propensione ad investire ed è elevato l’utilizzo degli impianti, ma si contraggono gli indicatori per produzione, ordini totali e per la redditività.
La rilevazione che riguarda i prezzi evidenzia lievi previsioni di aumento rispetto ai precedenti trimestri: il 41% delle imprese prevede un aumento dei prezzi delle materie prime (era il 39%), il 46% prevede aumenti per quelli dell’energia (era il 45%) e il 46% per i costi della logistica (era il 41%).
In dettaglio: la previsione dell’occupazione è stabile a +7 (era +7 nell’ultimo trimestre), quella della produzione scende a –1 (era +5), quella degli ordini totali a –5 (era zero), quella degli ordini export a –6 (era –8). Peggiora la previsione sulla redditività a –12 (era –4). La previsione di ricorso alla cassa integrazione è pressochè stabile ed è formulata dal 7% degli imprenditori intervistati (era l’8%) e sono sempre in maggioranza, all’83% (era il 79%), quelli che prevedono invariata l’occupazione. La propensione ad investire, che segnala investimenti significativi o marginali, è sempre alta e aumenta ed è dichiarata dal 78% degli intervistati (era il 71%), e anche il grado di utilizzo degli impianti è sempre elevato al 78% della capacità (era 77%). Il ritardo negli incassi è segnalato dal 27% degli imprenditori (era il 30%), e ha lavoro per più di un mese il 79% degli intervistati (era il 77%).
I settori produttivi evidenziano previsioni diverse tra loro: per il metalmeccanico sono positive per l’occupazione e la produzione, mentre sono negative quelle della chimica-gomma-plastica, e sono invece positive per il settore alimentare, soggetto alla stagionalità. Per il settore dei servizi alle imprese le previsioni sono migliori di quelle complessive: occupazione a +10 (era zero), il livello di attività positivo a +9 (era +8), i nuovi ordini da +13 a +9, export da zero a +5, e la redditività permane positiva.
Questo andamento è in linea con quello regionale, e nel raffronto i dati alessandrini sono migliori per gli ordini export, per la propensione ad investire e per la previsione di un minore ricorso alla cassa integrazione.
I risultati dell’Indagine Congiunturale, elaborata dall’Ufficio Studi di Confindustria Alessandria, alla quale hanno collaborato novantadue imprese associate tra le manifatturiere e quelle dei servizi alla produzione, sono stati presentati il 18 dicembre da Laura Coppo, Presidente di Confindustria Alessandria, e dal Direttore, Renzo Gatti.
“La crescita è ferma – spiega Laura Coppo, Presidente di Confindustria Alessandria – e indebolisce le prospettive economiche, e i tassi alti si ripercuotono sul canale del credito per le nostre imprese, come rileva Il Centro Studi Confindustria nel suo ultimo rapporto congiunturale.
Il clima di fiducia si raffredda e lo registriamo anche nella nostra indagine, che allinea la nostra provincia all’andamento regionale, dove ‘I dati di dicembre confermano il peggioramento del clima di fiducia dell’industria piemontese, già anticipato negli scorsi trimestri. Tuttavia il dato complessivo è la sintesi di andamenti molto diversi, se non opposti, di manifattura e servizi. Nella manifattura le previsioni sono decisamente negative per produzione, ordini, export e redditività, in forte rallentamento rispetto a settembre. Nel comparto dei servizi il clima di aspettative è molto diverso, con indicatori ancora in zona espansiva e più robusti rispetto alla scorsa rilevazione’.
Segnali per noi confortanti – rimarca Laura Coppo – vengono invece da un minore ricorso alla cassa integrazione e da una maggiore propensione a investire, anche se gli investimenti definiti significativi si contraggono, mentre ci preoccupano in modo maggiore la redditività e i costi di materie prime, energia e logistica.
Tuttavia anche vero che, come sottolinea sempre l’indagine regionale: ‘la sostanziale tenuta degli indicatori a consuntivo esclude una vera e propria svolta recessiva, almeno nel breve termine’.