di Ettore Grassano
“Sono entrato a far parte di questa comunità più di 10 anni, attratto dall’esempio di figure come Riccardo Molinari e Mattia Roggero. Oggi per me assumere la guida della Lega Giovani della provincia di Alessandria non è solo un onore, ma una forte responsabilità: siamo già al lavoro sul futuro, e per il partito vogliamo essere una risorsa, ma anche un pungolo costante”.
Così Lorenzo Iacovoni ha commentato ‘a caldo’, al termine di un convegno/dibattito al Centogrigio, la sua nomina a coordinatore della Lega Giovani, alla presenza del capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, e di Flavio Gastaldi, che dei giovani leghisti è da diversi anni il leader regionale in Piemonte. Oltre che di Mattia Roggero, attuale capogruppo della Lega in comune ad Alessandria, che a Iacovoni ha passato il testimone, ricordando con parole commosse i sette anni trascorsi alla guida dei Giovani.
Ma non è di qualifiche che vogliamo parlare in questa chiacchierata, bensì di progetti, e di ideali. Parola spesso dimenticata nel dibattito politico, e che invece si suppone sia alla base, anche oggi, della decisione di un ragazzo di 16 0 18 anni, quando decide di avvicinarsi ad un partito o movimento. A Lorenzo Iacovoni, che questa scelta fece appunto un decennio fa, e che nel frattempo ha già ricoperto anche per un quinquennio (2017-2022) il ruolo di vice presidente del consiglio comunale di Alessandria, chiediamo di spiegarci perché un ragazzo, o una ragazza, oggi decidono di avvicinarsi alla politica. E cosa fanno, concretamente, gli oltre 100 iscritti e iscritte alla Lega Giovani di casa nostra.
Perché sei entrato in politica, e perché nella Lega?
Non sono in realtà entrato in politica con un perché, nel senso che il mio contatto con la Lega è stato il semplice desiderio di avere una spilletta di Alberto da Giussano. Mi sono avvicinato agli ideali del partito seguendo i dibattiti in televisione e sui giornali, quando avevo più o meno 13/14 anni. A 16 ho trovato coraggio, cercato sulle pagine bianche il numero della sezione della Lega di Alessandria e chiesto se potevo avere una spilletta. Chi mi ha risposto dall’altra parte mi ha detto di sì, e di passare in sede a prenderla. Da lì, sono stati bravi tutti a coinvolgermi, Mattia Roggero in primis. Non avevo deciso di entrare in politica, volevo solo mostrare la mia vicinanza, ma da cosa nasce cosa…
Perché oggi un ragazzo o una ragazza di 18 anni dovrebbe avvicinarsi alla politica?
Perché è una scuola di vita. Ho conosciuto tante realtà associative, ho frequentato tante scuole, ho vissuto all’estero. Niente mi ha fatto crescere come persona come la vita di partito. È qualcosa di difficile da far capire all’esterno: le dinamiche che ci sono all’interno di un partito sono le stesse che si trovano nella vita di tutti i giorni, ma moltiplicate. Dà un senso diverso alla vita. Specialmente oggi, secondo me, un ragazzo o una ragazza di 18 anni ha bisogno di un ideale, di un sogno da seguire, e la vita di partito, se il partito funziona bene, te lo propone.
Quando sei entrato la Lega attraversava una fase certamente turbolenta, ed era sotto attacco politico e mediatico. Non hai fatto una scelta di moda, insomma……
No, è vero, era il periodo dei diamanti, di Belsito, però questo mi ha forgiato subito. Da lì, è stato tutto più semplice. All’epoca io sentivo fortissimo il pregiudizio che c’era verso chi sostiene la Lega, che ancora oggi c’è ma meno di allora. Avevo anche paura di ripercussioni, al liceo prima e in università dopo: ma al limite è arrivata qualche battuta dai professori, e anche questo mi è servito. Ho imparato a non avere paura di esprimere le mie idee.
Oggi, dopo una grande fase di crescita, è indubbio che la Lega deve fare i conti con nuove difficoltà, di tipo diverso ma da non trascurare. Cosa può e deve fare il movimento giovanile?
La Lega deve cambiare tante cose. Dal mio punto di vista, a livello nazionale, dovrebbe proporre qualcosa di nuovo, mi sembra ci siamo un po’ impantanati su alcuni temi che scaldano poco il cuore delle persone: il movimento giovanile deve essere quel pungolo per ragionare di idee nuove. Lo siamo sempre stati e senza dubbio continueremo a farlo.
Hai raccolto da Mattia Roggero un’eredità importante: cosa cambierai, dal 2024? Cosa farete di nuovo insomma…
Un’eredità molto importante, e che non sarà facile gestire. Mattia ha fatto un lavoro eccellente negli anni, costruendo una “cantera” che ha già dato i suoi primi frutti in termini di amministratori locali. Bisogna continuare su quanto è stato tracciato. Radicarsi sempre più nei nostri comuni, e dimostrare che ci siamo.
Appena eletto, hai subito annunciato chi saranno i tuoi vice: Beatrice Cremon e Guido Capuzzo. Ma hai anche anticipato che sarà nominato un responsabile cultura: con quali obiettivi?
Il responsabile cultura è qualcosa a cui tengo molto, perché è secondo me il tema centrale. Un partito in una democrazia ha un compito primario, selezionare la classe dirigente e proporla all’elettorato. Vorrei che i giovani che oggi o domani proporremo agli elettori fossero ragazzi e ragazze preparati e competenti. E che sappiano dialogare e confrontarsi con idee diverse, per trovare una sintesi, che dovrebbe essere la dote principale di un buon politico. Il referente cultura avrà il compito di preparare un tema, uno spunto, che sia oggetto di dibattito in ogni nostra riunione. Di solito ogni mese circa ci troviamo per fare il punto, soprattutto a livello organizzativo, ma io vorrei che ogni volta fosse anche un momento di riflessione e di arricchimento. Io so che là fuori ci sono tanti giovani che vorrebbero parlare di politica ma non trovano il luogo giusto: spero che lo trovino alle nostre riunioni. Che saranno aperte a tutti.
Come siete organizzati sul territorio provinciale?
La nostra struttura è semplice e chiara. C’è un coordinatore provinciale, due vice, e un coordinatore cittadino per ogni comune centro-zona della provincia.
I sindaci della Lega vi hanno pubblicamente ringraziati per il supporto nei momenti più critici, quando le Feste estive richiedono manodopera, entusiasmo e olio di gomito…
Ci siamo sempre per dare una mano. E i sindaci della Lega sono quelli che hanno tenuto in piedi il partito quando tutto andava male, non lo possiamo dimenticare. Sono la nostra più grande ricchezza, gli amministratori locali. Umanamente mi sento molto vicino a Gianfranco Cuttica, con cui ho condiviso 5 anni di lavoro in consiglio comunale ad Alessandria. Un ottimo amministratore e una splendida persona, che per molti versi non è stato capito.
Come vedono la politica i ragazzi e le ragazze che oggi sono alle superiori, e all’Università?
Secondo me la vedono poco e la vedono male, per fare una battuta. Anche perché la narrazione intorno alla politica è da troppi anni sempre la stessa: politici ladri, tutti uguali, incapaci, ecc ecc… Il problema è che questa narrazione spaventa anche quelli bravi. Sai chi non spaventa? Chi non ha niente da perdere, e che si butta in politica per cercare di servirsene. Tutti dovremmo fare la nostra parte per modificare questa visione sbagliata, altrimenti non ne usciremo mai.
Tu, come altri tuoi coetanei del Gruppo Lega Giovani, sei un brillante giovane laureato, alle prese sicuramente con sfide lavorative impegnative. Come si fa a conciliare lavoro e politica? Soprattutto, perché si fa?
Sono due domande molto difficili. Io dopo aver studiato all’estero, prima in Spagna e poi in Germania, ho seriamente valutato l’idea di fermarmi a lavorare là. Poi ho avuto la fortuna di essere chiamato da un’azienda importante a Milano e sono tornato, anche per la politica. Sono scelte e ci vuole anche fortuna, non neghiamolo. Io so questo, di essere molto grato alla politica: mi ha dato di più di quello che sono riuscito a dare a lei. Vorrei provare, piano piano e nel mio piccolo, a restituire qualcosa alla nostra comunità.