di Ettore Grassano
“Il commercio non è in crisi, sta semplicemente attraverso una fase di profonda rivoluzione, che porterà a trasformazioni epocali. Oggi è più corretto parlare di economia di prossimità, e credo che ci siano due leve su cui puntare, a casa nostra: da un lato lo straordinario strumento dei Distretti, che ha potenzialità tutte da coltivare. Dall’altro il dialogo con il mondo della scuola, esattamente come fa l’industria: occorre creare un ‘filo rosso’ diretto con gli istituti superiori della provincia e con l’Università, e raccontare come si diventa imprenditori di prossimità”.
Per Manuela Ulandi, segretario provinciale di Confesercenti, il commercio e le sue evoluzioni sono tema di studio da una vita, oltre che attività professionale. E non ci sta a dipingere la realtà del settore come un comparto in crisi o in declino: “Ci sono, sicuramente, attività che fanno fatica, che non innovano anche per mancanza di ricambio generazionale. Ma, oltre a tutto il settore somministrazione che va alla grande, ci confrontiamo in questa fase storica con una differenziazione rapidissima delle esigenze dei consumatori, tutte da intercettare. E non è vero che il commercio on line o a distanza la farà da padrone su tutta la linea. Si troverà un riassetto, un equilibrio, sempre dinamico, in cui a vincere sarà chi saprà dialogare con il cliente, e soddisfarne i bisogni”. Poi, naturalmente, c’è tutta la dinamica locale, ad Alessandria e nei centri zona, che deve fare i conti con la (talora scarsa, anche se non sempre) reattività degli enti locali, ad esempio sulla capacità di costruire eventi che siano brand di qualità, e ‘contenitori’ capaci di crescere nel tempo. Ma andiamo con ordine.
Dottoressa Ulandi, che anno è stato il 2023 per il commercio alessandrino?
Un anno di transizione verso il futuro, sicuramente, caratterizzato da una forte attenzione verso l’innovazione. Mi riferisco, in particolare, allo strumento dei Distretti Urbani del Commercio, progettati ed implementati nel periodo Covid, che rappresentano una leva straordinaria, e mi auguro duratura. A giugno ci saranno le elezioni regionali: ebbene, chiunque vinca auspichiamo mantenga e potenzi ulteriormente lo strumento dei Duc, che del resto in Regioni come la Lombardia e il Veneto, più avanti di noi nel percorso, sta dando risultati eccellenti.
Ad Alessandria e provincia a che punto siamo del percorso?
I tre distretti finanziati dal primo Bando regionale, con la valorizzazione di determinate aree di Alessandria, Tortona e Valenza, devono terminare tutto l’iter dei lavori e presentare i rendiconti entro aprile 2024. Si sta lavorando in tre direttrici: il recupero urbano/architettonico da parte dei comuni (per Alessandria parliamo dell’area centralissima di Piazza della Libertà), la trasformazione/innovazione degli spazi, in un’ottica di innovazione e ottimizzazione energetica (sempre ad Alessandria sono 37 gli imprenditori che hanno richiesto il contributo, ad esempio) e i percorsi di formazione multidisciplinare a cura del Distretto, che sta procedendo con successo per tutto novembre, e ovviamente vedrà una pausa a dicembre, in occasione del periodo delle vendite natalizie, per poi riprendere a metà gennaio. Tanti operatori hanno ben compreso per fortuna l’importanza del percorso di formazione e aggiornamento professionale: che è indirizzato alle aree che fanno parte del Duc, ma in realtà non respingiamo nessuno, perché è un’occasione importante per tutti.
Nel 2023 c’è stato un secondo bando regionale, indirizzato ai Distretti che non erano rientrati nei finanziamenti del primo bando….
Esattamente, e per la nostra provincia parliamo di Acqui Terme, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada, e del distretto diffuso che fa capo a Pozzolo Formigaro. Attendiamo gli esiti ai primi di dicembre, e siamo fiduciosi che possa essere replicato il percorso virtuoso che ha interessato Alessandria, Tortona e Valenza. Il Duc è un lievito non solo per le vie interessate, ma per tutto il territorio. E siamo certi che la Regione Piemonte, cui va il merito in questi anni di aver promosso e finanziato questo strumento, il prossimo anno non si fermerà: chiunque vinca le elezioni, i Distretti sono una carta vincente a cui non dobbiamo assolutamente rinunciare.
Natale 2023 si avvicina a grandi falcate: come fare in modo che sia davvero un dicembre commercialmente importante?
Noi come associazione ce la stiamo mettendo tutta, e ci conforta il dato di una recente analisi di mercato, su scala nazionale, che presenta i mercatini di Natale come il momento più apprezzato da milioni di italiani e italiane per scegliere e comprare i regali. Confesercenti e Procom ci hanno sempre creduto, e su questo fronte abbiamo un background organizzativo che non si improvvisa. Quest’anno purtroppo, proprio per i lavori in corso legati al Duc, Piazza della Libertà, sede abituale dei mercatini di Natale, sarà off limits. Probabilmente allestiremo una location altrettanto suggestiva in Piazza Marconi: si stanno ancora affrontando e risolvendo gli inevitabili problemi di natura tecnica.
Mettiamo però anche il dito nella piaga: nel 2023 il comune di Alessandria ha ritenuto di sospendere l’appuntamento del ‘vostro’ Mercato Europeo (con annesse alcune ipotesi di conflitto di interesse su cui volentieri sorvoliamo), ma anche Aperto per Cultura di Ascom/Confcommercio…..
(sorride, ndr) Potremmo risolverla con una battuta, pari e patta e palla al centro. Ma sappiamo bene che qui non si tratta di rivalità tra associazioni, in gioco c’è davvero molto di più, e si va oltre anche gli stessi interessi della categoria del commercio. Si tratta cioè di capire, guardando avanti e non indietro, che ruolo il comune di Alessandria intende giocare, sul fronte degli eventi legati all’economia di prossimità, nel 2024 e negli anni successivi. Nessuno vuol fingere di ignorare le difficoltà finanziare dell’ente, sia chiaro. E con l’assessore Berrone noi abbiamo un rapporto personale ottimo, e un dialogo costante. Però stiamo aspettando di capire come sarà possibile muoversi il prossimo anno, se ci sarà una pianificazione, e di che tipo.
C’è stato un bando di gara, con la ricerca di sponsor pubblici e privati. E si è parlato di crowfunding per finanziare idee e progetti…..
Ottimo, ma al momento (lo dico senza polemica alcuna, ma per trasparenza: anche perché spesso ci vengono chiesti chiarimenti sul tema) noi non siamo stati informati di nulla. Ossia non sappiamo se la ricerca di fondi ha prodotto risultati, e se siano stati richiesti finanziamenti a fronte di progetti e idee specifiche, o un generico sostegno da utilizzare poi in una pianificazione complessiva. Attendiamo insomma, il pallino è in mano al comune di Alessandria: anche se come Confesercenti e Procom abbiamo nostre idee e progetti, e cercheremo comunque di portarli avanti. Consentitemi però un’ulteriore riflessione: Alessandria è letteralmente ‘assediata’ da grandi player della grande distribuzione, e del commercio on line. Non vogliamo demonizzare nessuno, o fare battaglie di retroguardia, anche perché siamo convinti che l’imprenditoria di prossimità, quella che tra l’altro fa la differenza tra una città attrattiva e un pericoloso dormitorio, abbia la capacità di autorigenerarsi, e di intercettare sempre i nuovi bisogni. Però, poiché questi colossi pagano le tasse in Irlanda, in Olanda o chissà dove, non sarebbe il caso che venissero stimolati anche a finanziare adeguatamente i territori su cui vanno ad insediarsi? Questo pensando al crowfunding di cui abbiamo parlato, tanto per essere chiari.
Chiudiamo con una riflessione generazionale. Alessandria, come del resto gli altri centri zona della provincia, può vantare straordinarie botteghe storiche che però, talora, rischiano l’estinzione o perché i titolari invecchiano e non hanno figli, o perché legittimamente i figli decidono di fare altro. Ma magari ci sono altri giovani, senza esperienza famigliare, che un’attività la aprirebbe volentieri, e non sanno come fare……
E’ esattamente così, ha toccato un ‘nervo scoperto’ su cui intendiamo lavorare a fondo. Non solo come Confesercenti, ma come manager dei Distretti Urbani del Commercio, Dobbiamo saper avvicinare, in maniera sistematica, il mondo delle scuole superiori e dell’università, e raccontare la bellezza di questo mestiere. Spiegare come, con quali strumenti culturali ma anche con quali supporti (la Regione Piemonte da questo punto di vista mette a disposizione professionalità eccellenti) è possibile per un giovane avviare una propria attività da imprenditore di prossimità, o ovviamente anche rilevarla, nel caso di botteghe storiche che hanno ancora un loro mercato, ma a cui magari manca la continuità famigliare. I giovani vanno stimolati, incuriositi, anche ingolositi. Oggi sono sottoposti a bombardamenti mediatici di ogni tipo, magari sognano attività improbabili che solo in casi eccezionali possono diventare un vero mestiere, e nessuno invece li aiuta a individuare percorsi concreti e realizzabili, a portata di mano, ma che naturalmente necessitano di metodo, impegno, preparazione. E’ arrivato il momento di ‘raccontare’ la bellezza dell’economia di prossimità alle nuove generazioni!