Palazzo Rosso oltre il ridicolo: “Le buche nelle strade asfaltatevele pure da soli!” A quando le multe per chi non lo farà? Altro che ponte sul Bormida… [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

1) In via del tutto eccezionale, oggi partiamo con uno 0 (zero) in pagella: perchè altro voto non si può assegnare al comune di Alessandria, che lancia il cuore oltre il ridicolo. Non è stata sufficiente la “trovata” fuori da ogni logica del consigliere Bianchini di SiAmoAlessandria (lista civica creata da Giovanni Barosini), che con una mozione ha imposto ai cittadini di occuparsi dell’erba gramigna nel perimetrale tra le case e i marciapiedi o vie. Mozione votata dalla maggioranza, con tanto di sanzioni vedremo quanto applicate, e applicabili. Ora infatti si va oltre, e quando ho letto questa notizia non sapevo se ridere o incazzarmi: “Troppe buche nei marciapiedi, permettete ai cittadini che lo vogliono di sistemarle”. In aggiunta un amico commentando questa notizia mi ha inviato un messaggio: “città di disperati”, e non posso che sottoscrivere. Da rimanere basiti. Mi rivolgo al sig. Mauro, cittadino alessandrino che vive in strada Casal Cermelli: la cosa potrà anche andare bene per lei, caro Mauro, ma mi auguro che trovi in disaccordo la gran parte degli alessandrini, compresi quelli che han votato per Abonante, 5Stelle e Barosini. Ma vi rendete conto o no in che baratro di post civiltà ci stanno trascinando? I cittadini, che pagano già addizionale irpef comunale al massimo di legge, dovrebbero anche mettersi a riparare il manto stradale di tasca propria? Ma con quali competenze poi, e quali verifiche di adeguatezza? Se quella buca viene ‘chiusa’ male da lei o da chi per lei, e genera qualche incidente, chi ne risponde? Sempre lei immagino: ma si rende conto della follia? A non rendersene conto a quanto pare è l’assessore ai Lavori Pubblici, il grillino architetto Serra (chissà se con il signor Mauro si conoscono, Alessandria è piccola citta…) che a breve giro di articoli dà il proprio imprimatur alla follia e al delirio. Speriamo che qualche autorità competente colga i rischi di questo percorso, e riporti sul pianeta terra gli amministratori di Palazzo Rosso. Comodo sarebbe abdicare nei loro compiti e doveri di erogare i servizi essenziali incassando il massimo dei tributi. Le tasse in questa città sono altissime grazie alla dichiarazione di dissesto che fu un colpo al cuore per Alessandria e una macchia nera a quella amministrazione che l’ha dichiarato. Rimane il fatto che il Comune (proprietario di tal bene pubblico) ha la responsabilità di manutenzione e sicurezza delle strade, oltre che di tutte le altre aree urbane calpestabili come piazze e marciapiedi. E del decoro della città.
Voto: 0

2) Alessandria città di cittadini disperati? Temo che per molti versi sia così: disperati e rassegnati
per il degrado in cui versa la città e per i passi da gambero che fa questa amministrazione nelle sue decisioni. Perché stiamo andando all’indietro, e ciò significa peggiorare, regredire, ritirarsi dalle opportunità già in previsione. La notizia: Tramonta la Smart City. Ronchetti (cacciato) aveva dunque ragione?”. Si legge che è ufficiale: Alessandria deve attendere per essere considerata “intelligente”. Il progetto Smart City del Gruppo Amag è tramontato, anzi, non è neppure iniziato. Nell’ articolo viene posta la domanda su chi paga i danni perché la società che aveva vinto l’appalto, la “Green wolf” non starà a guardare e probabilmente chiederà un risarcimento a cui molto probabilmente si aggiungerà una richiesta di danni da parte dell’ex amministratore unico di Amag Reti Idriche, Paolo Ronchetti, ‘cacciato’ da questa amministrazione e dagli amministratori Amag anche per il problema smart city, notizia di otto mesi fa: “Cambio in Amag Reti Idriche, via Ronchetti, Perissinotto ad interim. Maretta nel Gruppo?” Alla luce degli ultimi sviluppi, dunque Ronchetti aveva ragione ed è stato licenziato senza una valida motivazione? Lo deciderà molto probabilmente la magistratura, chiamata a giudicare se e quanto l’ex amministratore sia stato danneggiato. Nell’articolo si legge che si prospettano guerre giudiziarie e richieste di risarcimenti da centinaia di migliaia di euro (Ronchetti e Green Wolf) a cui Gruppo Amag potrebbe essere condannata a pagare. Con che soldi? Con i soldi di “Pantalone”, ossia noi! Presa di mira anche da Legambiente /per quel che contano certi sondaggi) ormai è evidente, “Alessandria è una città sconfitta”.
Voto: 2

3) In una recente intervista in occasione del 29° anniversario della nostra alluvione, il sindaco Abonante ha dichiarato che “non siamo nelle condizioni del 1994 ma servono altre opere”. Abonante ha parlato di apprensione per quello che sta accadendo in altre Regioni del nostro paese, evidenziando il contributo che la Protezione Civile e il volontariato alessandrino stanno offrendo. Sempre nell’intervista il sindaco ricorda il rischio nel 2016 di una seconda alluvione, e che l’ADBPO (Autorità di Bacino) ha evidenziato la necessità di alzare le difese spondali e di realizzare le casse di laminazione a monte del Tanaro. Infine questa dichiarazione finale: “Tutte le istituzioni devono accelerare per il recupero delle risorse necessarie. Tutti stanno operando, grazie ai parlamentari che stanno dialogando col governo per il secondo ponte sulla Bormida. Il prossimo anno, in occasione del 30esimo anniversario, andrà fatto un momento di profondo ragionamento sullo stato dell’arte rispetto a opere già progettate, sperando che, tra 12 mesi, siano già state pianificate. Abbiamo bisogno di certezze rispetto alla loro realizzazione”. Tante belle parole, le solite frasi e ci scommetto che fra un anno al 30esimo anniversario, leggeremo le stesse dichiarazioni. Dal mio punto di vista non si farà nulla, scommettete? Dunque: in attesa di alzare le difese spondali l’amministrazione dovrebbe sanare le crepe dell’argine muraglione “Passeggiata Sisto”. Casse di esondazioni: l’Autorità di Bacino ha ricordato la necessità di realizzare le casse di laminazione a monte del Tanaro. Ma tale Ente invece di ricordarci tale necessità dovrebbe agire, che aspetta con l’AIPO e la Regione? Da quanti anni sappiamo che occorrono le casse di esondazione? Già nel novembre 2007 l’AIPO dichiarava che non si potevano fare perché sarebbero costate come tre ponti, sparando cifre che andavano da un minimo di 96 fino a 222 milioni di euro. Lo diceva sedici anni fa a La Stampa, ora due o tre casse di esondazioni costano come una Finanziaria? Al tempo dall’AIPO emergeva che Alessandria non era ancora protetta causa “buchi” negli argini. Un articolo del tempo sempre de La Stampa racconta pure del famoso errore del progettista che aveva infilato il pilone della tangenziale nel rio Loreto: un errore da 1,4 milioni di euro. Dopo la Calvo cosa è stato fatto? Completato anche in ritardo l’argine sponda sinistra nel 2005 e sempre nel 2005 i due fiumi Tanaro e Bormida furono ritenuti con un rischio “minimo”. quando sappiamo bene che non è così. Motivo della cancellazione rischio piena? Un Piano regolatore generale comunale per agevolare la pianificazione urbanistica di livello comunale, e nel 2005 erano in vista futuri insediamenti anche commerciali. Le risorse però ci sono solo per rispettare l’Agenda ONU 2030 (se dipendesse da me l’Agenzia per lo Sviluppo Sostenibile verrebbe cancellata, non serve a nulla), stanziati 357 milioni di euro per la rinaturazione del PO che coinvolge l’intera asta fluviale e attraversa quattro regioni, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. 357 milioni di euro non per fare manutenzione, prevenzione con casse di esondazione, rinforzi di argini, canali di scolo soprattutto nelle pianure allo scopo di salvare vite umane e beni privati e pubblici. Altro business: una pista ciclabile sugli argini dal nome “Vento” di 679 Km. per una spesa di 80 mila euro. Ecco ADBPO e AIPO son tutti presi da queste cose, il resto non lo si prende neanche in considerazione. Inoltre da qui a giugno l’attenzione della politica è concentrata sulle elezioni europee e regionali.

Quindi non credo di pensar male: della sicurezza idrogeologica frega niente a nessuno nelle stanze che contano, e il nuovo ponte Bormida scordiamocelo: troppa burocrazia e troppa inerzia.
Voto: 2